Il settore del “gaillo-noir” sta conoscendo una nuova fioritura dopo un periodo di stasi. Piera Carlomagno ne è una delle interpreti più autorevoli, autrice di una serie di opere che stanno riscuotendo un notevole consenso di critica e di consensi, mettendo a frutto anche la sua esperienza di cronista giudiziaria al “Mattino”. Nel suo ultimo romanzo “Una favolosa estate di morte (Rizzoli ed.), presentato a Pisticci e Matera, la scrittrice ripercorre la drammatica e complessa vicenda umana degli “Amanti di Tinchi”, stretti in un abbraccio mortale tra i Calanchi di Pisticci, dove il romanzo è ambientato, oltre ai Sassi di Matera. Spontaneo il collegamento con il noto e finto funerale tra i calanchi, ricostruito dall’etnologo Ernesto De Martino, per registrare l’antica e suggestiva lamentazione funebre. Ma gli amanti di Tinchi non erano finti, veramente inghiottiti in una bara di argilla con i colpi martoriati da una serie di ferite impresse con inaudita violenza. Libro giallo e non solo quello della Carlomagno che molto spesso si sofferma sulla stupende descrizioni d’ambiente dei Calanchi, dei Sassi, della Basilicata, “Certe notti, sul suolo nodoso di Basilicata, nella terra di mezzo che sta tra Matera e Potenza, si manifesta una luce insolita, lungo i fiumi e tra i sassi, nessuno della stirpe maledetta e ottusa pensa a godersi lo spettacolo, ed è allora che accade l’impossibile. Perché i fatti di questa terra sono terribili o impossibili”. Una terra che spesso è stata protagonista di delitti a sfondo passionale, morti misteriose, dell’arcano mondo della magia e del mistero. Per risolvere il complesso caso di duplice omicidio di Sante Bruno, architetto,e della bella Floriana Montemurro figlia di un potente notabile, che scuote la monotonia di una provincia già in festa, il magistrato Loris Ferrara, si affida alla particolare consulenza dell’anatomopatologa Viola Guarino, convinta sostenitrice dei metodi scientifici d’indagine, dotata di un sesto senso prodigioso, figura particolarmente intrigante, professionista intelligente ma anche passionale. Solo un’inchiesta, completa e scrupolosa poteva risolvere il caso, investigando e osservando, senza tralasciare ogni minimo particolare. Nipote di Menghina, celebre lamentatrice, che ha saputo trasformare la morte in professione, Viola era una sorta di “strega” anche lei sin da bambina, destinata a portarsi addosso questo marchio, come una seconda pelle. Si diceva che anticipasse sempre gli eventi: le assenze della maestra, chi sarebbe stato interrogato, se avrebbe nevicato. Il giallo, di per sé già di per sè intrigante, si era complicato poi con un terzo omicidio, di Gualtiero Malvezzi, di nobile famiglia materana, ancora innamorato di Floriana, testimone scomodo e a conoscenza dei comuni interessi in affari tra il padre e l’amante di Floriana.Piera Carlomagno che anche in questo libro dimostra tutta la sua capacità di fervida e appassionata cultrice della bella scrittura, riesce, forse non senza sofferenze e turbamento inferiore, a immedesimarsi nella vicenda e ascrivere di sangue, violenze, delitti efferati. E del giallo non mancano i più classici “ingredienti”, storie di passioni e di amori, magie, atmosfere incantate, compromessi, appalti, interessi, rituali mafiosi.
Lug 02