Parifica del rendiconto 2017 della Regione Basilicata: eccezioni e riserve della Corte dei Conti. Ancora tante le criticità. Bardi dia un segnale di discontinuità nella gestione dell’ente, a partire dai nuovi direttori generali.
Rendiconto 2017 della Regione Basilicata: la Corte dei Conti parifica ma con eccezioni e riserve. Dispiace rilevare che c’è ancora tanto da lavorare per raggiungere l’obiettivo di una gestione virtuosa e efficiente delle risorse pubbliche regionali. Difatti rimangono in piedi numerose criticità. Davvero pesante quanto Bardi eredita dalla maggioranza pittelliana che ha amministrato la macchina regionale nella scorsa legislatura.
Le spese per il personale continuano a essere molto alte: tanto a causa di assunzioni (rinvenienti soprattutto da ingresso nei ruoli regionali del personale di enti subregionali e dalle ex comunità montane) tracimate ben oltre i paletti imposti da norme e risorse esigue. Sempre in materia di personale, la Corte contesta la violazione del divieto di assunzioni in caso di ritardo dell’approvazione del rendiconto (avvenuta il 24 novembre 2017, oltre la data del 30 aprile 2017 definita dalla legge). Particolare rilievo è stato dato dai magistrati anche alla spesa relativa all’assunzione dei giornalisti presso l’ente regionale avvenuta con applicazione del contratto collettivo dei giornalisti in violazione della normativa del comparto pubblico.
Continua lo sforamento dei costi per i compensi erogati ai dirigenti sanitari. La Regione, sollecitata già lo scorso anno dalla Corte dei Conti, sembra aver chiuso un occhio sui vincoli di retribuzione imposti ai dirigenti e non ha risposto alle richieste dei magistrati, interpretando le norme in maniera non corretta.
Da segnalare anche le ingenti risorse drenate dalle fondazioni come la Lucana Film Commission e la Fondazione Osservatorio Ambientale Regionale.
Ma quello che preoccupa di più la Corte dei Conti è l’ammontare dei residui attivi (crediti non riscossi) accumulatisi negli anni precedenti e la cui percentuale di riscossione risulterebbe modesta: i magistrati contabili contestano, da un lato, l’adeguatezza del “fondo rischi” in quanto lo stesso non tiene conto dei debiti potenziali scaturenti dal contenzioso per il trasporto pubblico; dall’altro, ritengono sottostimata la quantificazione del “fondo crediti di dubbia esigibilità”. Anche la programmazione della spesa destinata agli investimenti in conto capitale arranca e i ritardi nelle rendicontazioni dei finanziamenti destinati ai progetti cofinanziati con fondi europei sembrano essere ormai una costante, grave criticità strutturale. Singolare, poi, il caso specifico relativo all’investimento nel Centro Ricerche FCA: pur essendo l’immobile contabilizzato tra le poste afferenti allo stato patrimoniale, di fatto è nato già come un manufatto che non potrà mai entrare nella effettiva disponibilità della Regione. Insomma, si è costruito un immobile sulla carta pubblico, con risorse pubbliche, all’interno di una proprietà di privati che ne fruiranno sine die.
Insomma, sono davvero tante le criticità evidenziate dalla Corte dei Conti da noi già sottoposte all’attenzione del governo regionale nel corso dell’attività della scorsa consiliatura: ma le risposte pervenute sono state molto spesso parziali e evasive. Si pensi, ad esempio, alle criticità relative al piano delle performance o alle strane “manovre” in materia di assunzione di personale; o, ancora, ai numerosi punti oscuri nella gestione della Lucana Film Commission e agli investimenti per l’Aeroporto di Pontecagnano. E l’elenco non si ferma certo qui. Sono tutte questioni che abbiamo provato a portare all’attenzione del governo regionale: ma che sono state ignorate (o quasi), nonostante la loro fondatezza sia oggi “certificata” dai rilievi dei giudici della magistratura contabile.
Prendiamo atto che agli sgoccioli della scorsa legislatura gli organismi regionali pare abbiano cominciato a fare seriamente i compiti a casa, ma è altrettanto evidente che tutto ciò non è risultato finora sufficiente.
Lo avevamo ribadito in passato: occorre una vera e propria operazione di approfondimento e di attenta revisione della macchina regionale e delle risorse pubbliche: un “hard reset” di cui la Regione Basilicata ha impellente bisogno. È ormai evidente a tutti, anche ai non addetti ai lavori, che i bilanci di questo ente appaiono da tempo un mero esercizio di amministrazione e contabilità creativa. Tocca a Bardi ripartire dalle tante criticità messe nero su bianco dalla Sezione di Controllo lucana della Corte dei Conti con l’imperativo di cominciare a parlare di politiche volte alla sostenibilità, non solo finanziaria ma, soprattutto, sociale e ambientale. La campagna elettorale è ormai finita da mesi ed è tempo che i segnali di discontinuità siano reali, a partire dalle scelte dei nuovi direttori generali, che guideranno l’ente e che dovranno dare seguito necessariamente ad una programmazione concreta, attenta e efficace. I cittadini lucani non possono più aspettare.