Due anni fa, in Basilicata, a Potenza, per la prima volta si tenne il Pride. Fu una colorata, pacifica, allegra ondata di colore di persone di ogni genere, età, orientamento, che attraversò le strade del nostro capoluogo di regione con orgoglio e voglia di rivendicare a voce alta la difesa dei diritti esistenti e il riconoscimento di nuovi.
La CGIL Basilicata partecipò a quella bellissima manifestazione e quest’anno parteciperà nuovamente al secondo Pride tenutosi nella nostra regione: il 20 luglio al Matera HeroesPride, ci saremo.
Ancora oggi, anche nei paesi cosiddetti “civili”, l’orientamento sessuale è una delle prime cause di potenziale discriminazione, sia nella fase di candidatura ad un lavoro, sia nelle condizioni quotidiane sui posti di lavoro. Le persone LGBTI sono continuamente discriminate nell’accesso al lavoro, nella fruibilità dei diritti sul posto di lavoro, nel rispetto della propria dignità. Mobbing, discriminazioni, offese, blocco della carriera, mancata conferma del periodo di prova, molestie verbali e fisiche, non riconoscimento dei diritti contrattuali: sono, purtroppo, all’ordine del giorno per i lavoratori LGBTI. Ciò naturalmente non è arginato, anzi è ampiamente favorito dalla crescente precarizzazione del mercato del lavoro avvenuta negli ultimi decenni.
Anche il crescente clima di intolleranza verso le “minoranze”, alimentato, purtroppo, in maniera irresponsabile anche da chi occupa posti di rilievo in politica e nelle istituzioni, incluse alcune delle massime cariche dello Stato, fa sì che le condizioni di vita e di lavoro di questa componente della società siano ancora molto complicate e difficili.
Tante sono le storie di persone LGBTI lucane costrette ad allontanarsi dalla famiglia, dalla regione, per sfuggire a vessazioni e violenze e tentare di ricostruirsi un’esistenza dignitosa. Mancano, purtroppo, dati, studi e statistiche ma è sotto gli occhi di chiunque quali siano le condizioni di vita che deve affrontare una persona LGBTI in una comunità piccola come la nostra.
Eppure, se c’è oggi un movimento altamente “vitale”, attivo, partecipante e presente sulle questioni dei diritti, non solo quelli legati alla propria condizione, questo è il movimento LGBTI.
È un grave errore opporre la contrapposizione dei diritti sociali e di quelli civili, come spesso viene fatto da più parti. Non si tratta di escludere gli uni per ottenere gli altri, ma di ampliare in maniera universale il riconoscimento degli uni e degli altri. Il sindacato non può che scegliere il sostegno e la difesa dei diritti delle minoranze: che siano essi i migranti, le persone LGBTI, o altri. Altrimenti si rischierebbe una grave deriva corporativa ed egoistica che asseconderebbe le tendenze autoritarie, razziste e classiste già presenti ampiamente oggi nella società e nel dibattito politico.
Omofobia, sessismo, razzismo, classismo sono le diverse facce della stessa idea: quella di una società basata sull’egoismo sociale, in cui i più deboli soccombono.
A livello locale, occorrerebbe che tutti i soggetti sensibili su questi temi costruissero una rete per influenzare e orientare anche le politiche locali, ad esempio, in materia di utilizzo dei Fondi Europei, che prevedono apposite risorse per combattere la discriminazione delle persone LGBT, anche sui luoghi di lavoro ma non solo.
Cinquanta anni fa, anche in una grande metropoli come New York, le persone LGBTI subivano ancora gravi discriminazioni. Era abitudine delle forze di polizia fare irruzione nello StonewallInn, un locale abitualmente ritrovo della comunità gay, per perpetrare, impunemente, intimidazioni e violenze. Ma il 27 giugno del 1969, vi fu la reazione. Le persone si ribellarono e di lì in avanti si avviò il percorso che avrebbe portato alla nascita del movimento di liberazione gay.
Non è la paura, ma la capacità di vivere senza farci condizionare dalla stessa, che ci rende liberi. Lo diceva Giovanni Falcone. La CGIL di Basilicata sarà presente al Pride del 20 luglio, che si terrà a Matera, Capitale Europea della Cultura. L’auspicio e l’impegno sono di rafforzare sempre di più i legami con la comunità LGBT lucana, e che le persone LGBT che vivono in Basilicata sappiano che la CGIL è anche la loro casa, come è la casa dei lavoratori, dei migranti, delle donne in difficoltà, di tutti coloro che necessitano di sostegno e assistenza sui luoghi di lavoro e nell’accesso agli stessi, e nella lotta alla discriminazione e alla violenza.