Il consigliere comunale del gruppo Noi per Melfi, Alfonso Ernesto Navazio ha inviato alla nostra redazione una nota che contiene “una riflessione sul destino della città federiciana”. Di seguito il testo integrale.
A distanza di un mese dalle note vicende giudiziarie che hanno riguardato i massimi vertici politici amministrativi della nostra città riteniamo doverosa e necessaria una riflessione.
Una riflessione onesta, senza ipocrisia ed infingimenti, una riflessione legittima per chi come noi è parte, seppur all’opposizione, del governo della nostra città.
È un mese che il sindaco e il dimissionario presidente del consiglio, oltre a non poter risiedere in città sono sospesi dalle loro funzioni.
È un mese che la città è priva del suo primo cittadino, è un mese che la sua guida è affidata alla buona volontà di una giunta, peraltro, di fresco rinnovo.
È un mese che politicamente ci si affida all’agire del segretario del PD nel vano tentativo di rendere normale una situazione che di fatto non lo è!
Per quanto ancora si pensa di poter far andare avanti le cose in questo modo, uno, due mesi, e se fossero di più?
Alla fine di luglio il Consiglio comunale dovrebbe deliberare su due punti di forte interesse per la città quali l’approvazione del Documento unico di programmazione per il periodo 2020-2022 e la verifica degli equilibri del bilancio 2019 con contestuale assestamento e noi siamo pronti?
Il termine per l’approvazione del PEG, documento con cui si assegnano gli obiettivi ai responsabili di posizione organizzativa dell’ente, è abbondantemente scaduto, nulla è in cantiere (revisione della programmazione del fabbisogno del personale) per il turnover del personale, che è andato e che a breve (circa sei unità lavorative) andrà in pensione, mentre l’ufficio tecnico, chiamato a gestire quella lista interminabile di lavori di cui si è tanto fatto vanto il sindaco in occasione dell’approvazione del bilancio di previsione, fa affidamento su un solo funzionario assunto per soli 2 giorni a settimana !
Alla luce di tutto questo, il nostro giudizio politico su quanto è accaduto e su come lo si sta gestendo non può che essere pessimo:
– pessimo per la ricaduta negativa in termine di immagine sulla “Istituzione” comune;
– pessimo per il ritenere, incuranti dell’importanza dell’interesse pubblico da tutelare, che il trascorrere del tempo basti ad anestetizzare il dibattito politico;
– pessimo per il continuare, nonostante i divieti imposti dall’autorità giudiziaria, ad interessarsi della gestione della cosa pubblica. Come se quel divieto interessasse altri.
A ridosso dell’esecuzione degli atti giudiziari avevamo aderito all’idea che la discussione politica fosse rinviata di un po’ ma, al silenzio di una maggioranza dapprima attonita e oggi quasi rinunciataria abbiamo risposto con la richiesta di un Consiglio comunale che discutesse e comprendesse il disagio di una città sempre più mortificata.
Ad oggi, però, riscontriamo che manca la volontà visto che l’unica risposta è il silenzio o peggio il far finta di niente!
I valori di cui siamo portatori non ci permettono di volgere lo sguardo da un’altra parte.
È tempo di scelte coraggiose. È il tempo che la classe politica offra le proprie dimissioni: per avere fallito nel merito di una programmazione fatta di sola illusione e nel metodo volto alla ricerca del solo consenso.
L’amministrazione Valvano non ha mai voluto aprirsi ad un’idea di città partecipata, non lo ha fatto ad inizio legislatura quando non si è voluta aprire, per esempio, alla rivisitazione dello Statuto comunale e non lo ha fatto su tanti altri temi, uno per tutti: le celebrazioni della città fortificata!
Noi siamo per il ritorno al voto, il modo giusto per dare alla città la possibilità di scegliere ciò che vuole essere e di poter votare chi si ritiene in grado di disegnare quell’idea di città.
Il commissariamento prefettizio che ne deriverà, servirà a far riflettere, servirà a ridare speranza e fiducia alla macchina amministrativa, servirà alla politica per recuperare il naturale rapporto, fatto di confronto di idee, con i cittadini.
Noi siamo pronti a dimetterci e lo stesso chiederemo di fare all’intero consiglio.
Alle forze politiche tutte chiediamo il coraggio di sostenere questa posizione.
Abbiamo, davanti a noi, dodici mesi di duro lavoro per stare da una sola parte: dalla parte dei cittadini.