Il tema della vergogna che ha enormemente segnato la storia della città dei Sassi e per questo sviluppato nel dossier di candidatura di Matera a Capitale Europea della Cultura 2019, è stato il nucleo di partenza per la costruzione dello spettacolo “Il Paradiso perduto. Leela” della compagnia israeliana di danza contemporanea Vertigo Dance con la coreografia di Noa Wertheim, andato in scena il 6 e 7 luglio in prima mondiale nel suggestivo scenario della Cava del Sole davanti a circa 2000 spettatori. Come la maggior parte dei progetti del programma culturale di Matera 2019, anche questo spettacolo è stato il frutto di un percorso di co-creazione che la Fondazione Matera Basilicata 2019 ha condotto insieme a uno dei principali partner culturali nazionali, il Teatro Stabile di Napoli – Teatro Nazionale con la Fondazione Campania dei Festival – Napoli Teatro Festival Italia e il contributo dell’Ufficio Culturale dell’Ambasciata di Israele in Italia. Dall’incontro fra queste realtà e la Vertigo Dance Company, fondata a Gerusalemme più di ventisette anni fa da Noa Wertheim e Adi Sha’al e impegnata nella promozione della creazione artistica unita ad un forte senso di responsabilità sociale, ambientale e comunitaria, è nato “Il Paradiso perduto. Leela”, una produzione creata appositamente per essere esibita prima a Matera e poi nel Teatro Grande di Pompei, dove andrà in scena l’11, 12 e 13 luglio nell’ambito della terza edizione della rassegna “Pompeii Theatrum Mundi”.
La genesi dello spettacolo è stata raccontata in un incontro artistico informale in modalità brunch ospitato nella mattinata di domenica 7 luglio presso la Chiesa di Santa Maria De Armenis a Matera, uno spazio rupestre riaperto per ospitare alcune esposizioni connesse ai progetti di Matera 2019, come il M.E.M.O.RI, ovvero il Museo Euromediterraneo dell’oggetto rifiutato coprodotto da La luna al guinzaglio, che colleziona e rifunzionalizza oggetti “di scarto” appartenenti a realtà culturali diverse ma unite dalla comune cultura mediterranea. Seduti intorno alla mappa delle terre affacciate sul Mare Nostrum connesse dal M.e.m.o.ri., artisti israeliani, creativi lucani e pubblico materano e non, si sono confrontati sul tema della co-creazione e della vergogna.
“L’elemento distintivo del programma di Matera Capitale Europea della Cultura 2019 – ha spiegato Ariane Bieou, manager culturale della Fondazione Matera Basilicata 2019 – è che oltre la metà di esso è frutto di un lungo processo di co-creazione condotto in questi anni insieme alla scena creativa locale, e che ha permesso di attivare una rete di connessioni sia sul territorio sia con artisti e partner internazionali. Tale processo ha generato differenti output virtuosi, come la sperimentazione, la partecipazione, la contaminazione, il protagonismo del pubblico nella creazione artistica. Lo stesso metodo è stato alla base della relazione con il Teatro Stabile di Napoli, con cui non volevamo solo co-produrre uno spettacolo ma co-crearlo. L’input ci è stato offerto dal progetto “La più bella delle vergogne”, legato ad un asse tematico fortemente presente nel programma culturale di Matera 2019. Tale tema infatti è stato sviluppato in altre tre progettualità: “La poetica della vergona”, che a partire da un percorso laboratoriale svolto con i detenuti del carcere di Matera ha dato vita ad uno spettacolo teatrale dal titolo Humana Vergogna, debuttato proprio all’interno della Casa circondariale; “La bella vergona”, che partendo dalle vergogne della storia e della contemporaneità, avrà un esito performativo in uno dei piccoli comuni della Basilicata della tradizione arbereshe, con il coinvolgimento della Fura del Baus; “Architettura della vergogna”, che attraverso un’indagine sui materiali d’archivio si concentra sulle architetture come specchio dei valori dell’intera Europa. “La più bella delle vergogne” è un invito a scoprire come la vergogna può essere ripensata, trasformata, e come infine può evolversi.
Per lo spettacolo ideato da Noa Wertheim, il titolo scelto è “Il Paradiso perduto. Leela”, parola che in sanscrito significa un gioco divino, un’esistenza in cui gli umani sono semplici pedine. Ispirato alla caduta dal cielo di Adamo ed Eva, la creazione “Leela” si svolge nello spazio tra la realtà illusoria e il gioco cosmico di Dio, in cui il mondo appare il risultato sia della volontà umana che delle forze del desiderio e della tentazione, i propulsori dominanti nell’esistenza dell’uomo. “Quando ho iniziato a studiare la storia di Matera – ha spiegato Noa Wertheim -, a scoprirne la conformazione con le sue case scavate nella pietra e le sue cisterne per la raccolta delle acque – peraltro molto simile a quella delle città da cui noi veniamo – , ho trovato in tutto questo grande ispirazione per il nostro spettacolo. La relazione fra vuoto e pieno, interno ed esterno che è alla base della costruzione di questa città, è la stessa in cui si dibatte l’esistenza umana. L’uomo che vive nella grotta è la metafora dell’uomo che vive entro i limiti del suo corpo, chiuso nella sua interiorità e nelle sue convinzioni, come ci ricorda anche il mito della caverna di Platone. I movimenti dei ballerini durante la performance riflettono le tensioni emotive dell’essere umano verso gli estremi, il bianco e il nero, la destra e la sinistra, l’uomo e la donna, l’interiorità – la sua anima -, e l’esterno – la comunità -”. L’esplorazione della natura umana ed il nostro legame con l’ambiente è diventata un vero e proprio stile di vita per la Vertigo Dance, che ha portato i membri della compagnia, insieme alle loro famiglie, a vivere tutti insieme, nella più ampia condivisione e collaborazione, in un kibbutz, il Vertigo Eco-Art Village, dove tutto è sostenibile ed ecologico. “Una volta arrivata qui a Matera – ha sottolineato ancora Noa Wertheim – ho trovato dei luoghi speciali, pieni di energia, e una comunità collaborativa, che ha la grande fortuna di poter contare su un passato da guardare non come a una vergogna ma a un ricongiungimento con le radici stesse dell’umanità”.
All’esplorazione dei segreti che legano gli abitanti di questa città ad alcuni dei loro luoghi del cuore, è dedicato proprio uno dei progetti in co-creazione presentati nel corso dell’incontro, ovvero l’Atlante delle emozioni delle città- La Secretissima camera de lo core, coprodotto dal Teatro dei Sassi, che ha dato vita ad una speciale istallazione interattiva e multisensoriale a partire dalle mappe emozionali nate dai racconti e ricordi dei cittadini di Matera.