Inaugurata nel pomeriggio nella storica sede del Circolo La Scaletta in via Lucana 9, ribattezzata “La Scaletta Old” la mostra “Sulle sponde di questo mare” di Ferruccio Orioli, che riassume tutto il dramma dei migranti morti nel tentativo di raggiungere l’Europa.
La mostra, che potrà essere visitata fino all’11 settembre 2019, costituisce il secondo capitolo dell’esposizione “Noi di qua, voi di là” che si è conclusa a Napoli all’inizio del 2019. Si potrà visitare dal lunedì al sabato su prenotazione, dalle 18 alle 20. Per informazioni e prenotazioni inviare una mail al Circolo La Scaletta all’indirizzo info@lascaletta.net o contattare il numero 0835.336726.
La Scaletta Old è un luogo simbolo, che ha fatto la storia della città di Matera, frequentato da importanti esponenti del mondo della politica e della cultura, protagonisti del fermento culturale del secondo dopoguerra.
Dunque, dopo quasi cinquant’anni, la storica sede del Circolo La Scaletta ritorna ospitare iniziative culturali, affiancando e arricchendo l’attività del Circolo La Scaletta di via Sette Dolori, 10 nei Sassi di Matera. A dare il via sarà l’esposizione di acquerelli, realizzati tra il 2013 e il 2019, di Orioli, a cura di Giancarlo Ferulano, che denuncia con forza e garbo la tragedia delle guerre, dei muri, delle migrazioni e della “non accoglienza”. Temi antichi e sempre attuali che si coniugano con la dimensione mitica delle civiltà delle diverse aree dei mari Mediterraneo, Egeo, Tirreno e Adriatico. Dal 1993 fino al primo aprile di quest’anno sono 36.570 i migranti, richiedenti asilo e rifugiati morti nel tentativo di raggiungere l’Europa, secondo i dati pubblicati dalla Ong United for Intercultural Action. Una cifra che inchioda descritta attraverso una lunghissima lista, esposta in un pannello della mostra, con nomi, genere, età, paese di provenienza e causa di morte delle vittime, non più solo numeri, ma persone. Accanto alla morte e alla disumanità l’artista ha collocato la vita, un’umanità accogliente rappresentata da tre opere inedite, la madre araba, le madri cicladiche e la madre sarda. Tre figure che sembrano pronunciare il commento sonoro “Abbiamo partorito a milioni sulle sponde di questo mare per vivere in pace”, diffuso in sala in italiano, inglese, sardo, greco e arabo.
L’esposizione materana rappresenta un ritorno per Ferruccio Orioli, architetto e artista veneziano che dopo la laurea presso l’Università IUAV di Venezia a metà degli anni ’60 entra a far parte del gruppo Polis, laboratorio di ricerca e progettazione, guidato da Aldo Musacchio, tra i più importanti esponenti della cultura meridionalista. Con il gruppo Polis ha lavorato per alcuni anni a Tricarico e poi a Matera con il gruppo di progettazione Il Politecnico, che nel 1971 ha realizzato il documento “Rapporto su Matera”, uno studio sulla realtà socioeconomica ed urbanistica della Città dei Sassi, richiesto dal Comune nell’ambito della redazione della Variante Generale al Piano Regolatore. Alla professione di architetto, svolta anche a Roma e Napoli,Orioli ha sempre affiancato la grande passione per l’arte che utilizza come strumento di condivisione e impegno civile.
La fotogallery della mostra di Ferruccio Orioli (foto www.SassiLive.it)