Si inaugura lunedì 15 luglio e si potrà ammirare fino al prossimo 10 settembre sul belvedere di Murgia Timone, nel Parco della Murgia Materana “Il Giardino di Zyz”, la più grande installazione di arte contemporanea, realizzata dall’artista veneziano Gianfranco Meggiato. “Il Giardino di Zyz“ è un vero e proprio percorso di simboli e sculture all’interno di un’area di 26 metri per 20 delimitata da cinquemila sacchi nei sette colori della pace. Un’opera d’arte che dal belvedere guarderà la città dei Sassi: una mano aperta, simbolo in molte culture di protezione, apertura e spiritualità.
L’iniziativa è stata presentata in mattinata nella sala Mandela del Comune di Matera in una conferenza stampa che ha coinvolto l’artista Gianfranco Meggiato, il presidente dell’Ente Parco della Murgia Materana, Michele Lamacchia, Monsignor Filippo Lombardi, l’Imam Usama El Saneawy, la curatrice dell’evento Daniela Brignone, Fatna El Hamrit, e Alfonso Cauteruccio, responsabile di Greenaccord.
“Il Giardino di Zyz“ la più grande installazione di arte contemporanea di Matera Capitale europea della cultura. Un vero e proprio percorso di simboli e sculture all’interno di un’area delimitata da cinque mila sacchi nei sette colori della pace. Il Giardino di Zyz, l’opera dell’artista veneziano Gianfranco Meggiato, fino al 10 settembre guarderà la città dei Sassi dal Belvedere del Parco della Murgia Materana: una mano aperta, simbolo in molte culture di protezione, apertura e spiritualità.
Un inno alla pace e alla ricerca dell’Unità nel nome dell’incontro fra culture e tradizioni che, dopo Matera, approderà in altre città italiane ed estere.
Il progetto artistico è promosso da Ente Parco della Murgia, Comune di Matera e Associazione Itria ed è curato dalla critica e storica dell’arte Daniela Brignone. Un’installazione nel segno dei colori e della vita che continua il percorso meditativo intrapreso da qualche anno dall’artista attraverso opere monumentali che affermano valori e aspirazioni come ne La Spirale della vita, creata per Manifesta 12 a Palermo Capitale Italiana della Cultura 2018, in memoria di tutte le vittime innocenti di mafia.
“Il giardino di Zyz – dice Daniela Brignone – racchiude in sé la storia, la cultura, la religione e l’esperienza umana, svelate attraverso un percorso sacrale e sensoriale che conduce all’atto finale, quello della liberazione dell’individuo dalle costrizioni e dai pregiudizi. Un’installazione contemporanea che parla a tutti, oltre ogni barriera temporale, culturale e religiosa”.
Partendo dall’identità di Matera, proclamata dal 1954 Civitas Mariae, l’artista ha scelto di creare un percorso simbolico di grande suggestione. Dal basso è un giardino d’arte che si snoda all’interno di un’area delimitata da una parete di sacchi alta due metri e venti, realizzata nei sette colori dello spettro solare che contraddistinguono l’arcobaleno e la bandiera della pace. Dall’alto, invece, quella che si vede è la forma di una mano destra aperta, simbolo in molte culture di protezione, apertura e spiritualità. Sul palmo di questa mano, un fiore custodisce la scultura più alta: Il volo, cinque metri di altezza, punto di arrivo di tutto il percorso artistico, che simboleggia la necessità di affrontare le difficoltà per oltrepassarle e con esse, trascendere la stessa materia per andare oltre il tangibile.
Zyz vuol dire “splendente” ed è il termine fenicio che indica anche il fiore primigenio della conoscenza e della cultura. Un fiore interiore e planetario che per Gianfranco Meggiato può e deve ancora sbocciare in un presente lacerato da divisioni e incomprensioni.
Come nell’installazione di Palermo, l’arte per Meggiato è una conquista, un viaggio meditativo che unisce artista e spettatore e che viene scandito attraverso parole e sculture. Il giardino di Zyz si estende così per 26 metri di lunghezza e 20 di larghezza. Chi entra si trova immerso in un’altra realtà spazio-temporale: un luogo di pace e silenzio, in cui spazio e tempo vengono sublimati in un percorso che porta alla conoscenza, dove “Tutto è Uno”.
La consapevolezza, suggerisce Meggiato, è una conquista lenta, scandita dalle sculture che segnano le tappe del percorso e che guidano la vista verso l’alto, innalzandosi al cielo da tre a cinque metri proprio a sottolineare l’ascesa del pensiero: Triade, Il Soffio della Vita, Oltre, L’attimo Fuggente, Il Volo, l’Incontro sono i nomi delle sculture che contrassegnano il percorso interiore del visitatore.
L’opera ideata per Matera Capitale europea della cultura rappresenta un cambio di passo, una novità in termini creativi per Gianfranco Meggiato che accantona la fase delle Muse Silenti caratterizzata da sculture protette da sacchi di juta, vere e proprie trincee poste a difesa della poesia e dell’arte, e si apre al colore che entra anche nelle sculture per indicare gli elementi della vita.
In linea con il concetto del “tutto è uno”, l’installazione è green. Sarà raggiungibile dai visitatori anche con pulmini elettrici mentre i sacchi verranno utilizzati anche nelle altre tappe de Il Giardino di Zyz e alla fine saranno riciclati, a impatto ambientale zero, da una ditta specializzata.
L’installazione sarà inoltre accessibile ai diversamente abili e conterrà le indicazioni in braille per i non vedenti.
I simboli
La mano è un simbolo che accomuna culture e religioni diverse. Per i mussulmani è la mano di Fatima, per gli Ebrei è la mano di Miriam, per i Cristiani Ortodossi è la mano di Maria e per i Cattolici è, più in generale, la mano dell’accoglienza verso l’altro. “Purtroppo – dice Meggiato – in questo momento storico ci si dimentica di come in realtà noi siamo tutti frutti di uno stesso albero, ci si dimentica di come tutto sia uno”. Un messaggio che l’artista vuole rivolgere a tutti. Per questo all’interno del fiore-zyz, cuore pulsante di questo spazio interreligioso e interculturale, “tutto è uno” sarà scritto nelle trenta lingue più parlate al mondo così che il messaggio di speranza e consapevolezza possa arrivare a più persone possibili.
Le sculture
Le sculture poste dentro l’installazione hanno precisi significati, il cui fine ultimo è condurre il visitatore verso la consapevolezza e stimolarlo alla ricerca sulla natura dell’uomo. Triade, Il Soffio della Vita, Oltre, L’Attimo Fuggente, Il Volo, l’Incontro sono essi stessi simboli di ricerca e meditazione che si accompagnano a pensieri precisi, riflessioni sulla vita e la morte e sull’importanza dell’esistenza umana.
Il Volo è l’aspirazione a trascendere la materialità: “l’uomo non può accontentarsi della sola materialità, per sentirsi vivo, non può non cercare di volare alto, di crescere spiritualmente, anche e soprattutto grazie alle difficoltà”.
Triade: “l’acquisizione di consapevolezza parte dalla comprensione di cosa realmente siamo: un ‘contenitore liquido’ al 70 per cento e una triade di anima (blu), parte istintiva (rossa) e parte razionale (verde). La ricerca di un equilibrio tra le diverse componenti caratterizza tutta la nostra esistenza”.
L’attimo fuggente: “l’attimo del passaggio tra la vita e un’altra dimensione, l’afflosciamento, un accenno alla tromba del giudizio. La vita è un attimo fuggente, vivila appieno perché non tornerà. Proprio quando vedi un amico che improvvisamente se ne va ti rendi conto di quanto importante sia ogni singolo attimo della tua esistenza e di come siamo chiamati a lasciare un segno positivo del nostro passaggio su questo pianeta”.
Oltre: “un Angelo che ti abbraccia ostinatamente e disperatamente, che non si arrende, che ti invita a seguirlo oltre la materialità. Bisogna trovare la forza e il coraggio, per crescere, per lasciarsi portare oltre, per superare sé stessi, per buttare il cuore oltre l’ostacolo”.
Il Soffio della Vita: “un arco che si tende, un accenno di DNA, le tre sfere che costituiscono l’essenza dell’uomo e che stanno per essere scoccate, nasce la vita, l’Energia si incarna”.
L’Incontro: “la vita è fatta di incontri, ma solo quando il tutto diventa uno, ci cambia dentro”.
Partners
The Shukran, un social network fotografico che nasce dalla comunità musulmana e si rivolge al mondo, tra le cinquanta app più scaricate. Lo spirito è quello del dialogo, del rispetto, dell’apertura al mondo. Questo spirito è riassunto dal nome del social, Shukran, che significa Grazie.
Biografia artista Gianfranco Meggiato
Gianfranco Meggiato nasce il 26 agosto 1963 a Venezia. Nella sua opera guarda ai grandi maestri del 900: Brancusi per la ricerca dell’essenzialità, Moore per il rapporto interno-esterno delle sue maternità e Calder per l’apertura allo spazio delle sue opere. A partire dal 1998 partecipa ad esposizioni in Italia e all’estero, tra cui in USA, Canada, Gran Bretagna, Danimarca, Germania, Belgio, Olanda, Francia, Austria, Svizzera, Spagna, Portogallo, Principato di Monaco, Ucraina, Russia, India, Cina, Emirati Arabi, Kuwait, Corea del Sud, Singapore, Taipei, Australia. Nel 2007 le sue sculture monumentali sono presenti all’OPEN10 di Venezia – Esposizione Internazionale di Sculture ed Installazioni. Tra il 2007 e il 2009 gli vengono dedicate diverse mostre personali: dal Museo degli Strumenti Musicali di Roma, al Palazzo del Senato a Milano e al Museo Correr (Biblioteca Marciana) a Venezia.
Nel 2009 partecipa alla mostra di sculture monumentali “Plaza” di Milano, (ventesimo anniversario del crollo del Muro di Berlino) mentre nel 2010 installa una sfera monumentale sul Breath Building GEOX a Milano ed è invitato ad una mostra personale all’ UBS BANK di Lugano.
Nel 2011 e 2013 è alla Biennale di Venezia nei padiglioni nazionali. Nel 2012 in occasione di Art Bre a Cap Martin la sua Sfera Enigma viene presentata al Principe Alberto di Monaco e successivamente esposta sul porto di Montecarlo. Nel 2014 il Lu.C.C.A. Center of Contemporary Art ospita una personale dell’artista e lo invita a partecipare alla collettiva ”Inquieto Novecento”: Vedova, Vasarely, Christo, Cattelan, Hirst e la genesi del terzo millennio. Nel dicembre 2016 espone una scultura monumentale: Sfera Sirio 2 metri di diametro nel parco Bayfront di Miami.
A febbraio 2017, nel complesso monumentale della Misericordia a Venezia, viene inaugurata una grande mostra antologica con più di 50 opere. Sempre nello stesso anno, a giugno, il museo MARCA di Catanzaro inaugura una grande mostra dedicata al suo lavoro in quattro location della città: Museo Marca, Scolacium, Musmi (Museo Militare) e Marca Open con ”Il Giardino delle Muse Silenti”, un’installazione di grandi dimensioni con otto opere monumentali all’interno di un labirinto. Ad Ottobre 2017 riceve il prestigioso premio ICOMOS-UNESCO ”per aver magistralmente coniugato l’antico e il contemporaneo in installazioni scultoree di grande potere evocativo e valenza estetica”. Ha esposto a Pistoia Capitale della cultura e Manifesta 12- Palermo capitale italiana della cultura 2018.
Sindaco De Ruggieri: “Un’opera che coglie l’essenza valoriale della comunità di Matera”
“L’opera di Meggiato, collocata in un ambiente unico e universale, riesce a cogliere l’essenza valoriale della comunità materana. Questo è un territorio di incontro, in cui si sono sedimentate esperienze di vita e di cultura per ottomila anni ininterrottamente. Matera è il luogo ideale a cui ispirarsi quando si vuol riflettere e si vogliono lanciare messaggi di dialogo interreligioso. La grande mano che sarà collocata sulla Murgia è destinata a rendere espliciti i segnali di trascendenza che questi luoghi custodiscono negli antri delle grotte che ospitano le Chiese rupestri o, semplicemente, nel silenzio di luoghi ancestrali in cui è possibile riscoprire i cicli delle stagioni e ritrovare se stessi.
Matera, Civitas Mariae, medaglia d’oro al valor civile e d’argento al valor militare per essere stata la prima città del Sud ad insorgere contro le truppe di occupazione nazifasciste, è Città della Pace. Tra i suoi cittadini onorari figurano personalità come il Dalai Lama, Michail Gorbacev, Daisaku
Ikeda e la Comunità di Sant’Egidio. Nell’anno in cui riveste il ruolo di Capitale europea della Cultura, Matera ha lavorato per portare in Europa una visione differente di Unione, basata sulla solidarietà tra i popoli più che sui parametri economici. La riscoperta del mito di Cadmo, che partito alla ricerca della sorella Europa, porta con sé, oltre ad archi e frecce, anche l’alfabeto è il punto di partenza per tornare ad essere una comunità.
Matera vuole esprimere questi valori e l’opera di Meggiato è perfettamente coerente con questo intento che è una missione, che oggi può essere considerata eretica ma che noi consideriamo profetica”.
di Michele Lamacchia, Presidente dell’Ente Parco della Murgia Materana: “Quando i luoghi toccano l’anima e la natura diventa parte dell’opera”.
“Quando una città, un territorio, diventano il punto di riferimento non solo europeo ma mondiale, non solo del turismo ma del concetto vero di cultura, quando un’area come il belvedere di Murgia Timone si presenta il balcone naturale per ammirare una delle città più antiche dell’umanità, sede di incontro di culture e religioni, esso stesso diventa parte integrante dell’installazione “Il Giardino di Zyz”. L’opera vuole raccontare l’accessibilità universale, la interreligiosità e l’interculturalità attraverso gli occhi dell’artista Gianfranco Meggiato, che elegge luoghi affascinati come Matera ed il Parco della Murgia Materana in quanto testimonianza vivente della prosecuzione della storia dell’uomo in equilibrio con la natura.
Operazioni del genere confermano come luoghi simili possono e devono diventare mete per un turismo non di massa, ma esperienziale, dove il viaggiatore/pellegrino ha modo di ricercare le tracce del proprio passato attraverso itinerari dell’anima e il rispetto della storia e della natura.
Matera e il Parco della Murgia Materana potrebbero diventare un laboratorio unico al mondo dove sperimentare l’approccio e la fruizione dei Beni Culturali come luoghi da visitare, toccare, fotografare non solo con gli occhi ma anche con l’anima”.
La fotogallery di “Il giardino di Zyz” (foto www.SassiLive.it)