Si è tenuta lunedì 15 luglio al Centro Velico lucano una lezione magistrale di letteratura ad opera del professor Trifone Gargano, docente di lingua e letteratura italiana presso gli istituti secondari e docente a contratto di informatica per la letteratura all’università di Foggia. L’incontro,fortemente voluto dal responsabile del centro velico , Sigismondo Mangialardi, é stato moderato dalla professoressa Margherita Lopergolo che ha presentato il volume ‘Dante Pop ‘ ,edizione Progedit, e l’inusuale percorso che ha contribuito a rinnovare il mito di Dante, il classico per eccellenza della tradizione letteraria italiana.
A fare da sfondo il meraviglioso ‘tremolar della marina’ e i dipinti su tela della professoressa Anna Maria Casammassa di Montescaglioso che evocano emozioni tutte al femminile.
In un’epoca segnata dall’utilizzo maniacale dei social in cui si tende a dimenticare l’importamza della cultura e della lettura del libro , al circolo velico lucano si è parlato di sentimenti, di emozioni, che solo la carta stampata e il profumo dell’inchiostro possono suscitare.
La lettura come vita, come concretezza che rivendica la propria identità al cospetto della realtà virtuale, è stata al centro degli argomenti proposti dal professore pugliese per il quale
Dante è la partenza e il ritorno delle lingue non solo usate dalle letterature ma anche dalla canzone d’autore . Perché questo? Perché Dante è la sintesi dell’Occidente e dell’Oriente tra letteratura, musica e danza, è contemporaneo, enciclopedico e sapiente, Dante pop, oggetto e soggetto di una ‘Dantemania’ che attraversa i secoli e i continenti.Troviamo Dante in moltissimi aspetti della didattica, del gioco, dello spettacolo, oltre che nella tradizionale lettura e nell’approfondimento accademico e artistico.
Trifone Gargano ha condiviso con il pubblico entusiasta qualche curiosità sulla presenza di Dante nelle forme dell’espressione contemporanea: riferimenti alla vernaccia (Martino V) e alle anguille di Bolsena, ma anche a cibi (‘farinata’ è anche la focaccia bianca), poi il pane di Firenze (Cacciaguida) e ci sono anche marche commerciali come ‘Il pane degli Angeli’ o il formaggio ‘Belpaese’ che prendono il nome da spunti ‘danteschi’.
Inoltre, Trifone Gargano ha mostrato la sua ‘mappa’, anche un po’ imprevedibile, della presenza di Dante nel mondo di oggi in molte canzoni di interpreti contemporanei, da De Andrè (vd. Al ballo mascherato, in ‘Storia di un impiegato’) a Ligabue (Siamo chi siamo), Gianna Nannini, che ha dedicato un intero cd e 12 splendide canzoni alla figura di Pia Senese, e il doppio di Capossela ‘Marinai, profeti e balene’ del 2011, con 3 tracce che saccheggiano Omero e Dante: Nostos, Dimmi Tiresia e Le sirene. Un altro segnale curioso viene da un singolo di Niccolò Agliardi, tratto dall’album ‘Da casa a casa’. Nel brano Dante si propone un siparietto gustoso in cui Beatrice, con sensibilità contemporanea, rimprovera al suo amato di aver composto un poema eccessivamente lungo e di non essersi dedicato abbastanza a lei. C’era sempre un canto da finire, una rima da trovare, un personaggio da convocare e un rimprovero: ‘…se m’hai portato in cielo, ma mai nemmeno un fiore’.
Francesco De Gregori realizzò l’album ‘Pezzi’, che contiene anche ‘Vai in Africa Celestino!’. In questa singolarissima rilettura positiva, Celestino V, colui che ‘per viltà fece il gran rifiuto’ parte per una sorta di volontariato in Africa.
Sempre in ‘Pezzi’ troviamo anche ‘La testa nel secchio’ che ricorda e riprende alcuni passaggi del canto di Cacciaguida. Nel 2005, ad agosto, a Melpignano (Le) si tenne il grande concerto della Notte della Taranta: De Gregori aprì quel concerto con un brano che si intitolava Nel mezzo del cammin di nostra vita, e fece ballare migliaia e migliaia di persone con il ritmo e le musiche della pizzica e brani di testo tratti dall’Inferno e dal Purgatorio di Dante
Infine, allo Zecchino d’Oro è stata presentata la canzone, con relativa animazione: Una commedia divina dove la storia d’amore Dante-Beatrice è strutturata secondo la fabula della Vita Nova: l’innamoramento, lo scherno, il mancato saluto.
Emozionante è stata la lettura dei versi di Dante ad opera di Rosa Fioriniello, tratti dal V canto dell’Inferno, i cui caratteri si fondano non tanto sui motivi dell’amore- passione di Paolo e Francesca, quanto nella proiezione che in esso si é voluta vedere di una unità fra vita e letteratura , tra la realtà inglobata nell”artificio dell’invenzione e la realtà della biografia e della storia: ‘Galeotto fu il libro e chi lo scrisse’.
Dante non si immedesima nel dramma sentimentale di Paolo e Francesca , ma rivive il conflitto tra amore spirituale e amore sensuale quale situazione di conflitto interno di ogni uomo.
Il professor Gargano ha guidato il suo pubblico tra i cerchi dell’Inferno soffermandosi sugli ignavi, ‘la peggiore delle categorie di peccatori’ perché durante la vita rifiutarono di schierarsi per il bene o per il male. Ma, il più grave dei vizi sembra essere la fraudolenza commessa dall’uomo col supporto della ragione : Ulisse e la sua sete di conoscenza che non è legata né alla moralità né all’immoralita ma al suo carattere intrepido e alla sua audacia.Il leggendario eroe degli inganni che acquista nel poema di Dante i caratteri dell’uomo del Rinascimento , del viaggiatore che separa la scienza dalla morale: ‘Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti ma per seguire virtute e conoscenza’.
È stato sorprendente vedere come, a livelli così distanti dal punto di vista musicologico e poetico, culturale e antropologico, Dante e la Commedia riescano a dare ancora qualche risposta di senso a noi che, novelli Ulisse, pur lontanissimi da lui, dal suo poema e dalla sua visione del mondo,siamo ancora in cerca di risposte di senso.