Consigliere regionale Braia: “Infondatezza nostra o macro sviste della Giunta Bardi?”. Di seguito la nota integrale.
“Noi facciamo il nostro lavoro voi pensate a fare bene il vostro, perchè la Basilicata attende risposte e non solo incarichi al limite della decenza. I pochi temi ad oggi messi in campo dalla nuova maggioranza, appaiono affrontati con totale inadeguatezza. Su alcuni, come la vicenda della nomina del Direttore dell’Ufficio stampa della giunta, si sfiora il paradosso.
La nostra opposizione, tra i rari atti prodotti dal Governo regionale, é stata soprattutto fatta nel merito delle cose, affrontando numerosi temi dalla Forestazione, alla sanità, dalla promozione, al turismo, dallo sviluppo dei territori e delle imprese sino alla tutela Ambientale e alla tutela dei diritti di lavoratori e famiglie in difficoltà.”
Lo dichiara il consigliere regionale Luca Braia, Avanti Basilicata.
“Prima di indossare, con estrema leggerezza e dubbia competenza – prosegue il consigliere Braia – i panni di difensore d’ufficio della Giunta regionale, accusando impropriamente l’opposizione di essere “vittima delle proprie interpretazioni, frutto di preconcetti passati”, il capogruppo di Basilicata Positiva Bardi-Presidente, Piergiorgio Quarto, dovrebbe quanto meno leggere le carte. Nel caso specifico la delibera n. 467 del 12 luglio scorso, con la quale è stato conferito l’incarico di direttore dell’Ufficio Stampa della Giunta al giornalista napoletano Massimo Calenda, con un aumento di stipendio del 45 per cento rispetto a quello percepito dai suoi predecessori.
Se fosse verificata la forzatura commessa, se risultasse ciò che noi sosteniamo, si dovrebbe dimettere non solo chi beneficia di questa nomina ma forse lo stesso consigliere Quarto che sostiene altro, a difesa della Giunta Bardi.
Dopo di che, con un pizzico di buon senso e di sana onestà intellettuale, il consigliere Quarto, ne sono certo, non potrebbe che dar ragione a quanti – come noi – criticano quell’atto, chiedendo al presidente Bardi e ai suoi assessori di revocare in autotutela la delibera in questione, prima che la stessa venga “attenzionata” da altri organi dello Stato, sia per l’immorale aumento di stipendio di 40 mila euro attribuito all’ennesimo collaboratore campano del presidente della Regione, sia per l’utilizzo disinvolto e illegittimo di due diverse norme fatto dagli Uffici del Capo di Gabinetto e delle Risorse Umane.
A parte la “svista” – peraltro molto grave – di aver acquisito il curriculum dell’interessato tre giorni dopo l’adozione della delibera 467/19, svista che potrebbe costare all’ex generale della Guardia di Finanza e ai suoi assessori una accusa di “falso ideologico”, il consigliere Quarto dovrebbe interrogarsi sulla opportunità, oltre che sulla legittimità, di attribuire al nuovo capo dell’Ufficio Stampa uno stipendio annuo lordo pari a quello percepito dai Direttori Generali dell’Ente, cioè 128 mila euro, quando la legge regionale che regola la materia, la n. 7 del 2001, prevede espressamente che non si possa in alcun modo superare il limite degli 88 mila euro, che è appunto lo stipendio percepito da un dirigente regionale di fascia C.
Venendo in soccorso al consigliere Quarto, che evidentemente – come dicevo – non ha letto le carte, val la pena ricordare che su “suggerimento” del Capo di Gabinetto (anch’egli napoletano e anch’egli beneficiato da Bardi con un aumento di stipendio del 50 per cento), il dirigente dell’Ufficio Risorse Umane che ha firmato la delibera in questione per giustificare i tremila e passa euro in più al mese benevolmente concessi al giornalista Calenda si è rifatto ad un’altra legge, quella che riguarda specificatamente i dirigenti regionali, la n. 31 del 2010, che in occasione della nomina del nuovo capo dell’Ufficio Stampa non può trovare applicazione.
Primo, perché il sig. Calenda non è in possesso del titolo di laurea, requisito minimo per accedere alla qualifica dirigenziale. Secondo, perché non ha mai fatto il dirigente prima, nemmeno nel settore giornalistico dal quale proviene. Terzo, perché all’interno dell’Ente, per non parlare più complessivamente del mondo giornalistico lucano, vi sono diverse professionalità che possono vantare titoli addirittura superiori a quelli posseduti dal giornalista napoletano “amico e parente”, per sua stessa ammissione, del presidente Bardi.
Come si vede, quindi, sotto tutt’altro che “prive di fondatezza”, per dirla con il consigliere Quarto, le osservazioni mosse dalle opposizioni di centrosinistra.
Su una cosa, però – conclude Luca Braia – ci troviamo d’accordo con il capogruppo di Basilicata Positiva Bardi-Presidente: è arrivato il momento di mettersi a lavorare sul serio. A tre mesi dall’insediamento del nuovo governo regionale, gli unici atti amministrativi sin qui posti in essere dal presidente della Giunta e dai suoi assessori riguardano i sostanziosi aumenti di stipendio elargiti, a spese dei lucani, ai propri collaboratori.”