Le Organizzazioni confederali Cgil – Cisl – Uil di Matera chiedono alle istituzioni locali – Regione, Provincia e Comune – , ai parlamentari lucani di intervenire sul Governo affinchè si convochi urgentemente il tavolo presso il MISE per rispondere all’emergenza della Ferrosud di Matera.
Tanto perché ormai è consapevolezza diffusa che il futuro dello stabilimento di Jesce dipende dalla volontà/capacità del Ministero dello sviluppo di approntate proposte e azioni fattive che permettano il rilancio della storica industria che dal lontano 1963 ha contribuito allo sviluppo del settore ferrotranviero del nostro paese.
Inoltre, è necessario che le sollecitazioni per la convocazione del Tavolo presso il MISE contemperino la dovuta attenzione affinché vengano garantite le presenze di tutte le parti in causa per evitare così rimandi o sospensione ulteriore della condizione Ferrosud.
Riteniamo che l’accordo raggiunto tra l’azienda e le organizzazioni sindacali dopo giorni di sciopero e di conflitto che prevede dei punti di mediazione importanti e di sacrificio soprattutto per i lavoratori che devono raggiungere posti di lavoro in altre regioni d’Italia, non deve distrarre l’obiettivo principale che è quello di trovare soluzioni strutturate che rilancino realmente l’impianto industriale Ferrosud.
L’utilizzo di un numero non trascurabile di lavoratori della Ferrosud per coprire commesse in altri siti italiani sottoposti a trasferte di lunga durata, se non trova contrappeso con commesse e appalti da eseguire nello stabilimento di Matera, si configura come una prospettiva di svuotamento dello stesso che continua a svolgere lavori di smontaggio e rottamazione dei vecchi vagoni.
In questo modo la vocazione storica della Ferrosud di costruzione e manutenzione dei vagoni ferroviari è in pericolo perché rischia di trasformarsi in un’azienda di prestazione di mano d’opera per appalti lontano dal territorio.
Un depauperamento anche delle credenziali professionali e la desertificazione dell’esiguo tessuto industriale del territorio materano che diventa paradossale e inaccettabile se si tiene conto che il piano industriale 2017/2026 di Trenitalia presentato alla Stazione Tiburtina di Roma il 26 settembre 2016 prevede circa 94 miliardi di euro di investimenti di cui 73 per le infrastrutture, 13 per i treni e 7 per lo sviluppo tecnologico, oltre che l’incremento occupazionale passando dagli attuali 69 mila a 100 mila nel 2026.
Tutto questo nel mentre l’anno 2019 di Matera, Capitale europea della cultura scorre inesorabilmente senza raccogliere le opportunità e le potenzialità che, i riflettori nazionali e internazionali, avrebbero dovuto provocare per rilanciare lo sviluppo di una terra che per tanto tempo ha aspettato un’attenzione concreta e operativa da parte dei rappresentanti politici e istituzionali locali e nazionali.
Pertanto, le sottofirmatarie OO.SS. ribadiscono la richiesta alle Istituzioni locali e ai parlamentari lucani di sollecitare formalmente il Governo e Mise perché affronti la problematica legata al rilancio della storica industria materana e convochi un tavolo qualificato finalizzato a dare una prospettiva occupazionale e rilancio dello sviluppo.