Con un premio medio annuo lordo di 1.660 euro la Basilicata stacca per un’incollatura il Molise (1.590 euro) e si posiziona al vertice della graduatoria nazionale dei premi di produttività erogati e detassati. Lo rileva uno studio della Cisl sulla contrattazione di secondo livello basato sui dati forniti dal ministero dell’economia sulla tassazione dei redditi dei lavoratori dipendenti nel 2017. Un primato che si spiega con la presenza di grandi gruppi industriali ma anche di piccole e medie imprese in cui il sindacato è riuscito a insediare una consolidata esperienza di contrattazione aziendale: aziende come Fca, Barilla, Ferrero, Traversud, Politex, etc. per citare alcuni dei casi più noti. Un vero exploit se si pensa che il valore medio nazionale del premio aziendale si ferma a 1.270 euro, ovvero 390 euro in meno. Le regioni settentrionali presentano valori medi più bassi della media nazionale (ad esempio 1.110 euro in Emilia Romagna e 1.080 euro in Veneto) per effetto – spiegano i ricercatori – di una maggiore presenza della contrattazione di secondo livello nelle piccole e medie aziende che erogano premi di risultato più bassi.
L’incidenza delle grandi aziende sul valore medio dei premi emerge anche dalla lettura dei dati su base provinciale. Infatti, la provincia di Potenza, dove maggiore è la concentrazione di grandi aziende, con un premio medio erogato e detassato nel 2017 pari a 1.711 euro (+14% rispetto al 2016), perde sì il primato nazionale ma resta comunque sul podio dietro alle province di Frosinone e Foggia. La provincia di Matera si conferma al 12° posto con un premio medio di 1.472 euro, in crescita del 25 per cento rispetto al 2016. Una tendenza positiva che i ricercatori della Cisl spiegano con il miglioramento delle performance aziendali ma soprattutto con una sensibile ripresa della contrattazione aziendale, dopo anni di crisi e di contrattazione difensiva, stimolata dai nuovi incentivi fiscali a vantaggio dei lavoratori: i premi di risultato, infatti, dal 2016 sono tassati con un’aliquota sostitutiva del 10 per cento.
Anche nella classifica dei percettori in rapporto agli occupati la Basilicata, con 17.656 percettori di premi detassati, pari al 27 per cento dei dipendenti delle imprese attive, si conferma ai vertici della graduatoria nazionale: questa volta, però, si piazza seconda dietro al Molise. Come era lecito aspettarsi, anche in questo caso è la provincia di Potenza a trainare la regione: il potentino si posiziona 11° nella classifica nazionale dei territori con un incidenza dei percettori sugli occupati del 31 per cento; più indietro Matera che occupa il 61° posto con un’incidenza del 18 per cento.
Il segretario generale aggiunto della Cisl Basilicata, Gennarino Macchia, e i segretari generali delle federazioni di categoria dell’industria Fai, Femca, Filca e Fim (rispettivamente Vincenzo Cavallo, Francesco Carella, Michele La Torre e Gerardo Evangelista) così commentano i risultati della ricerca: “Questi dati ci dicono che la contrattazione collettiva aziendale, dove viene esercitata e dove le condizioni dell’impresa lo permettono, ha saputo sfruttare le opportunità legate gli incentivi fiscali. In questo senso il primato della Basilicata assume ancora più valore perché ottenuto grazie al lavoro della nostra prima linea sindacale, delle Rsu e delle Rsa che con costanza e tenacia sono riuscite ad affermare la pratica della contrattazione di secondo livello. Resta il fatto che la struttura economica e produttiva del paese, fortemente caratterizzata da piccole e medie imprese, non permette di cogliere a pieno e in modo maggiormente diffuso la leva fiscale incentivante. Si tratta di un limite che solo una contrattazione territoriale innovativa potrà colmare. Ci preoccupano le forti differenze territoriali, in particolare tra Nord e Sud, circa la percentuale di lavoratori beneficiari. È evidente che la popolazione lavorativa che più riesce a cogliere i vantaggi della minore tassazione è quella a medio reddito, proprio perché maggiormente occupata nelle aziende che svolgono una sostanziosa contrattazione aziendale. Si tratta di continuare a impegnarci nella contrattazione decentrata per cogliere appieno questo sostegno e di rilanciare i frutti di una contrattazione di produttività favorevole sia all’impresa che ai lavoratori rivendicando una ‘tassazione zero’ che possa ulteriormente incentivare la stessa”.