Immigrazione e caporalato, vertice nella Prefettura di Potenza. Intervento del segretario provinciale Uil Matera, Franco Coppola. Di seguito la nota integrale.
Sul tema della gestione e integrazione degli immigrati e lotta al caporalato, si è tenuta in Prefettura a Potenza, con il coordinamento dei Prefetti dei due capoluoghi, la riunione del coordinamento regionale a proposito costituito per un punto della situazione e delle azioni da mettere in campo a brevissimo termine.
In questo contesto si è giustamente discusso della questione “ Felandina” e della necessità di trovare rimedio ad una evidente situazione insostenibile per ragioni di igienicità e di ordine e sicurezza pubblica.
A proposito il Sindaco di Bernalda sta facendo tutto quello che in queste situazioni si può e deve fare. L’ordinanza di sgombero è un atto dovuto e necessario, ma che corre il rischio di non costituire soluzione se la questione non viene affrontata organicamente da tutti i livelli istituzionali interessati.
Ciò nella consapevolezza che la questione immigrati nel Metapontino assume caratteristiche diverse da quella presente a Palazzo S. Gervasio piuttosto che nel Lavellese, caratterizzate da ondate migratorie legate ad alcune colture stagionali.
Nel Metapontino, infatti, vi è richiesta di questa tipologia di lavoratori per tutto l’anno e conseguentemente l’accoglienza deve andare di pari passo con l’integrazione definitiva nelle nostre comunità.
Ciò considerato è evidente che il problema non può ricadere esclusivamente sulle spalle del Sindaco e del comune di Bernalda, bensì deve coinvolgere tutto il comprensorio Metapontino e non solo, ponendo in essere le dovute e sinergiche azioni.
Ad esempio occorre organizzare e gestire, con le dovute politiche attive del lavoro, l’incontro tra domanda e offerta di lavoro e l’applicazione dei Contratti di categoria di appartenenza insieme alla tutela della sicurezza sul posto di lavoro prevista dalle norme a proposito; utilizzare con maggiore efficacia e tempestività le risorse finanziarie, anche notevoli, previste dalla misura PON accoglienza, per sostenere la prima fase di inserimento dei soggetti in questione nella località dove scelgono di vivere con le loro famiglie.
Insomma una serie di azioni specifiche e possibili a patto che ci sia una cabina di regia efficace ed il concorso consapevole di tutte le realtà locali del territorio, nella certezza che queste questioni non si risolvono con la demagogia o peggio con la loro demonizzazione, bensì, da paese civile e democratico come l’Italia, attraverso politiche serie di integrazione governate e costituenti elementi di reale impulso all’accoglienza e alla legalità.