In data odierna si è svolto presso la Prefettura di Potenza un incontro convocato dal Prefetto ed avente ad oggetto le problematiche occupazionali presso il Centro Oli “Tempa Rossa”.
Al tavolo concertativo hanno partecipato l’Assessore alle Attività Produttive della Regione Basilicata, i Sindaci dei Comuni di Corleto Perticara, Guardia Perticara e Gorgoglione, le sigle sindacali maggiormente rappresentative oltre che i Comitati per la Salvaguardia del Territorio e La Voce di Corleto.
Ad inizio lavori il Prefetto ha ribadito la necessità di affrontare anche altri temi, oltre quello occupazionale, quali la tutela ambientale ed alla salute delle popolazioni che vivono in prossimità del Centro Oli “Tempa Rossa”.
Pertanto, esaurita la discussione relativa alla questione occupazionale, che comunque non è stata risolutiva degli annosi problemi che dallo scorso ottobre affligono le maestranze dismesse dal cantiere, si è passati alla discussione relativa alle problematiche ambientali.
A prendere la parola sul tema ambientale è stato il Comitato “La Voce di Corleto” che preliminarmente ha espresso il proprio rammarico per aver appreso solo in data odierna dell’approvazione del piano di emergenza esterna rispetto al quale esso Comitato, con l’ausilio di professionisti del settore, aveva sollevato eccezioni e riserve di non poco conto.
Difatti è stato fatto osservare come, secondo i termini e le modalità normativamente contemplati, La Voce di Corleto abbia provveduto ad inoltrare delle osservazioni concernenti la mancata indicazione nel piano di emergenza esterna rispetto alle aree a rischio idrogeologico ( soprattutto riguardo alle linee attive di frana), l’omissione dell’indicazione della rete di oleodotti, dei pozzi, della centrale GPL, nonché del reticolo idrico sotterraneo già contaminato secondo delle indagini all’uopo svolte negli anni 2015/2016.
Inoltre, ma non da ultimo, il Comitato per il tramite della sua vice presidente ha fatto rilevare agli astanti come la tecnologia di depurazione delle acque di scarto di produzione che verrà impiegata a Tempa Rossa sembrerebbe non essere mai stata collaudata prima in Italia, né tantomeno studiata rispetto il suo potenziale impatto ambientale.
E’ stato altresì richiesto all’Assessore regionale Cupparo di tener conto del coinvolgimento pregresso dei Comitati ai tavoli concertativi.
Rispetto a tale richiesta il neo Assessore ha recisamente rifiutato di accogliere e condividere una simile ipotesi affermando la necessità di limitare i tavoli alla partecipazione dei sindaci e dei sindacati e, prescindendo delle criticità ambientali che sembrerebbero trovare una collocazione secondaria rispetto alle problematiche da risolvere e legate alla questione, la necessità di avviare l’impianto quanto prima stante gli ingenti investimenti sostenuti da Total.
Insomma, quanto uscito fuori dall’incontro odierno lascia assolutamente sgomenti atteso come attualmente sembrerebbe che i tavoli delle trattative e le discussioni oggetto degli stessi vertano prioritariamente sulla tutela degli investimenti fatti da Total a Tempa Rossa, questione evidentemente prevalente rispetto alla tutela della salute, dell’ambiente e delle tante aziende agricole ivi preesistenti ed irrimediabilmente pregiudicate dallo stravolgimento di un territorio in origine a vocazione esclusivamente agricola.
L’atteggiamento assunto dal neo Assessore desta molte perplessità e preoccupazioni in quanto non rassicura minimamente rispetto la risoluzione delle questioni ambientali, che rimangono primarie, a dispetto di quella che sembra essere la sua opinione, ma anzi, specifica, ove mai ve ne fosse bisogno, che per la Regione non sono problemi essenziali ma soltanto ostacoli alle estrazioni.
Se questo è l’approccio regionale, c’è da immaginare che la cosiddetta trasparenza ambientale rimarrà un miraggio e le problematiche ambientali e relative alla salvaguardia della salute un inutile orpello da superare a piè pari.
Ciò posto appare evidente che allo stato non rimarrà altro che perseguire qualsiasi lecita azione di tutela per far sì questo approccio sbrigativo rispetto ai temi più importanti cessi e che la politica cominci a fare gli interessi della popolazione a tutto tondo.
Centro Oli “Tempa Rossa”, vertice nella Prefettura di Potenza, intervento di Lista (Confael)
Oggi, nell’incontro tenutosi in Prefettura a Potenza, convocazione fatta dal Prefetto Vardè ai sindacati Confederali, al sindacato autonomo Confael, ai comitati locali La Voce di Corleto, il Comitato per l’occupazione e la salvaguardia dell’ambiente e i Lavoratori di Tempa Rossa, con i sindaci di Corleto Perticara, Guardia Perticara e Gorgoglione, e la partecipazione dell’assessore regionale alle Attività Produttive – Francesco Cupparo – e Total Italia, a mio avviso quale rappresentante della Confael Settore Industria, e ad avviso dei Presidenti dei rispettivi Comitati locali non è emersa alcuna rassicurazione da parte della stessa Total sull’assunzione delle maestranze locali già impiegate nel cantiere con il rischio che con l’affidamento degli appalti alle nuove aziende non vengano garantiti i lavoratori locali e lucani. Tempa Rossa serve per distribuire favori a pochi che fanno parte del Cerchio Magico, e con ricorso al lavoro interinale hanno danneggiato pericolosamente il mercato del lavoro nel sito industriale di Tempa Rossa sfavorendo pesantemente le comunità locali facendo diventare l’affare petrolifero un business solo per alcuni. Gli accordi di questi anni per le assunzioni nel sito petrolifero sono stati violati o disattesi, con il benestare di tutta la classe politica, di maggioranza e di opposizione. A ciò si aggiungono anche altre problematiche irrisolte. In primis quella dei nove siti attorno all’impianto che celerebbero nel sottosuolo sostanze inquinanti derivanti dalle prime esplorazioni. Sequestrati nel 2009 e dissequestrati senza alcun intervento nel 2016, i siti sono ancora facilmente individuabili. Le bonifiche sono state promesse, anche dalle amministrazioni dei comuni destinatari delle royalties petrolifere, ma ancora non realizzate. E i problemi non finiscono qui, perché gli agricoltori della zona lamentano impatti negativi legati al petrolio sui loro terreni, mentre sono mesi che gli ex lavoratori dell’indotto aspettano una risposta dalle Istituzioni e dalla Total in merito alla questione occupazionale. Il poco confortante risultato sarà quello di aumentare lo sfruttamento di un’area che gode delle royalties più basse al mondo. La royalty è ciò che consente al titolare di una risorsa di ricevere adeguato compenso dallo sfruttamento della stessa. In poche parole, in Basilicata viene estratto petrolio senza che ciò porti un effettivo miglioramento nell’economia della regione. Tutt’altro: il paradosso lucano è quello che contrappone un’enorme ricchezza potenziale ad un’enorme povertà di fatto. Inoltre, i danni ambientali sono devastanti. Un processo teso a inquinare risorse fondamentali come l’acqua. Un danno abnorme, se si considera che la Basilicata è ai primi posti per quanto riguarda le risorse idriche, sia a livello di potabilità che a livello di utilizzo agricolo.
In conclusione, rigorosamente noi chiediamo, che alla firma dell’Accordo di Sviluppo, o della Magna Carta da convalidare prossimamente presso la Regione Basilicata con convocazione del Presidente Bardi e dell’assessore Cupparo, vengano inseriti tutti i punti del nostro documento, a correzione della Bozza di accordo, già presentato il 1 marzo al Prefetto Giovanna Cagliostro, e di nuovo oggi riconsegnato all’attuale Prefetto di Potenza. Inoltre, invochiamo che le estrazioni sperimentali termino a brevissimo tempo, che l’accordo venga attuato immediatamente alla firma delle autorizzazioni alle estrazioni che la Regione Basilicata concederà alla Total.
“Basilicata. La terra di nessuno, un vero martirio provocato dall’invasore sabaudo”.