La Fp Cgil e la Rsu Cgil della Regione Basilicata ritengono ormai improcrastinabile l’avvio di un confronto con il governo regionale sulle tante problematiche che investono il personale dell’ente.
Sono trascorsi circa quattro mesi dall’11 aprile, data in cui si è tenuta l’ultima seduta della delegazione trattante tra Regione Basilicata e rappresentanze sindacali, a elezioni regionali concluse. Al termine di quell’incontro è stato rimarcato che la legge prevede che i direttori generali e i dirigenti restino a ricoprire il proprio incarico fino a nuove nomine.
Poiché il presidente della Regione, salvo che a occuparsi degli affari di “valorizzazione” del proprio ufficio di gabinetto e ufficio stampa e a concentrare risorse finanziarie su questi ultimi, non ha ancora proceduto alla nomina dei dirigenti generali, riteniamo non più differibile la programmazione dei lavori della delegazione trattante e, pertanto, chiediamo la convocazione immediata della stessa su iniziativa del dirigente generale attualmente incaricato.
Le questioni da affrontare e risolvere si moltiplicano di giorno in giorno. È da troppo che l’amministrazione trascina un estenuante confronto senza avere la capacità concreta di concludere i diversi processi e procedimenti avviati.
L’Ente versa ormai in uno stallo sotto il profilo delle politiche del personale, basti pensare alle procedure per le progressioni orizzontali relative all’anno 2018, delle quali non si conosce al momento lo stato di avanzamento. E questo quando gli Uffici avrebbero dovuto già occuparsi dell’avvio delle procedure relative alle progressioni per l’anno 2019.
La progressione economica all’interno delle categorie deve attuarsi ogni anno (così come già stabilito nell’ultimo accordo grazie alle proposte della CGIL) ciò al fine di riequilibrare i livelli retributivi dopo i danni prodotti dal blocco della contrattazione degli ultimi 9 anni.
Il rispetto della tempistica è fondamentale a garantire la certezza dell’applicazione degli accordi decentrati relativi alle progressioni orizzontali. Il ritardo nell’avvio delle procedure non ha consentito, già negli anni passati, di riconoscere integralmente le decorrenze economiche.
E ancora: le procedure di stabilizzazione di alcuni lavoratori che da anni prestano servizio presso la Regione Basilicata a vario titolo. Si tratta di pochissime unità di personale, tre presso ALSIA, sette dottori agronomi forestali che lavorano presso i Dipartimenti Ambiente e Agricoltura e contestualmente verificare la possibilità di completare l’orario full time dei 15 lavoratori – istruttori tecnici- vincitori di concorso presso l’ARBEA, assunti con contratto part time all’83%.
Lavoratori che, nonostante abbiano superato procedure concorsuali, vivono da anni una condizione di precarietà non più sostenibile: bisogna restituire piena dignità al lavoro che quotidianamente svolgono per questo ente portando a conclusione le procedure di stabilizzazione già avviate, considerato che tali processi devono concludersi entro il 2019.
Urge la definizione di un nuovo modello organizzativo che punti al rilancio dell’azione amministrativa attraverso una profonda riorganizzazione dei dipartimenti e degli uffici regionali di Giunta e Consiglio; l’assenza di un progetto di riorganizzazione è la causa di un diffuso malessere del personale, spesso sottovalutato nelle sue dirette ripercussioni sull’organizzazione e sull’efficienza del lavoro. L’ormai improcrastinabile processo di riorganizzazione dovrà essere strettamente connesso alla revisione degli assetti dipartimentali e all’accorpamento degli uffici, evitando le sovrapposizioni di compiti e di funzioni tra i dipartimenti, tra i vari uffici e/o gli enti regionali. La riorganizzazione dovrà necessariamente tener conto delle competenze assegnate alla Regione.
Alla riorganizzazione e alle specifiche esigenze di ciascun dipartimento e ufficio dovrà essere conseguenzialmente legata la revisione della dotazione organica, attestandovi lavoratori che, sia per numero che per professionalità, siano in grado di raggiungere gli obiettivi assegnati, tenuto conto anche dei carichi di lavoro e della specificità e criticità delle attività svolte.
È necessario pertanto attivare una fase di valorizzazione del personale che, attraverso percorsi formativi e di riqualificazione, permetta alle numerose professionalità presenti in Giunta e Consiglio regionale di essere utilizzato al meglio secondo le proprie competenze e singole attitudini in modo da potersi veder riconosciuta la possibilità di uno sviluppo professionale, a partire dagli idonei delle ultime procedure interne, mediante lo scorrimento delle graduatorie delle progressioni verticali.
La FP CGIL è stato l’unico sindacato che si è battuto contro l’approvazione della legge regionale 31/2010, che ha previsto il considerevole aumento della percentuale dei dirigenti reclutabili all’esterno. Da sempre denunciamo che le nomine dei dirigenti esterni costituiscono ormai una cattiva pratica, non più sopportabile, che comporta uno sperpero di denaro pubblico e mortifica le tante professionalità interne. La FP CGIL si farà portatrice di un’iniziativa politica tesa alla concreta riduzione dei dirigenti esterni e alla regolamentazione delle nomine attraverso procedure selettive e trasparenti nel rispetto, comunque, dei requisiti previsti per l’accesso alla dirigenza. È necessario riattivare le procedure concorsuali per l’accesso alla dirigenza per dare la possibilità al personale interno di affermare la professionalità e la competenza maturata nel corso degli anni.
Ribadiamo, ancora una volta e con preoccupazione crescente, che è necessario dare corso alla delibera n. 272 di maggio 2019 con la quale, recependo il confronto costruttivo che ha portato alla definizione del percorso per la conferma delle PO in scadenza e alla definizione di nuovi criteri per l’assegnazione delle Posizioni Organizzative, si è riusciti a coniugare le legittime aspettative dei dipendenti con l’esigenza di non creare difficoltà e disservizi all’operatività dell’ente.
Occorre infine disciplinare, secondo procedure chiare e trasparenti, la mobilità interna ed esterna. Ribadiamo che prima di riconfermare o avviare nuovi comandi ed immissione nei ruoli regionali di personale già comandato (ai quali il posto di lavoro è comunque garantito nella amministrazione di provenienza/appartenenza) sia prioritario utilizzare le risorse finanziarie immediatamente disponibili per il completamento delle procedure di stabilizzazione ed investire le ulteriori risorse su procedure selettive, trasparenti e meritocratiche.
L’assenza del Piano di Formazione e il mancato coinvolgimento di tutto il personale in azioni formative “obbligatorie” ha generato ingiustificate discriminazioni ed ha avvantaggiato solo una parte di esso, soprattutto nelle selezioni per le progressioni orizzontali. È necessario, pertanto, garantire a tutto il personale della Regione il diritto alla formazione continua e all’aggiornamento professionale e la partecipazione, secondo procedure trasparenti, a percorsi formativi che tengano conto degli ambiti di attività in cui ciascun lavoratore opera e che siano diretti a formare le nuove figure di cui l’ente necessita a seguito delle nuove competenze attribuite alle Regioni.
Ribadiamo la nostra contrarietà alle consulenze ed alle convenzioni esterne, al continuo ricorso a contratti di lavoro atipico ed a tutte le forme di precarizzazione (lavoro interinale, Co.Co.Co., long list ecc,) ed eviteremo con ogni mezzo la formazione di nuovo precariato all’interno dell’Ente Regione.
Chiediamo concertazione sul bilancio di previsione con le organizzazioni sindacali di categoria e le rappresentanze sindacali unitarie della Regione Basilicata a garanzia della verifica preventiva delle risorse iscritte in bilancio per le politiche incentivanti del personale, delle risorse strumentali in dotazione al personale e delle risorse a garanzia dei servizi.
La difesa dei livelli del salario accessorio e della produttività venga prima di tutto. Il mantenimento della quota di produttività e il progressivo aumento della stessa attraverso un utilizzo equo e trasparente delle risorse che, evitando la duplicazione di benefici, liberi ulteriori risorse da destinare all’incremento della produttività stessa.
Pertanto, in nome del rispetto di quella continuità dell’azione amministrativa invocata da più parti e nel rispetto del principio di separazione dei poteri, cui sempre si fa riferimento ma evidentemente con poca convinzione, questa organizzazione sindacale e la sua RSU chiedono che venga convocata con ogni urgenza e nel rispetto dei termini previsti dal contratto collettivo nazionale delle funzioni locali vigente la delegazione trattante presso la Regione Basilicata.