Rocco Caramuscio, Italia in Comune Sezione di Pisticci: “Che fine ha fatto il Regolamento Urbanistico?”. Di seguito la nota integrale.
A tre anni dall’insediamento dell’Amministrazione pentastellata a Pisticci, emerge impietosa la discrasia tra quanto promesso in campagna elettorale, i continui proclami e quanto realizzato per la comunità.
Ma un problema più di tutti credo debba essere avviato a una soluzione poiché riguarda l’idea di sviluppo del territorio.
Lo pongo all’attenzione con una domanda: che fine ha fatto il Regolamento Urbanistico?
Addirittura sparito dal sito Comunale dove ora fa bella mostra di sé il vecchio Piano Regolatore Generale datato 1974.
Un salto nel passato che non consente ai cittadini la consultazione né di quello approvato nel 2011 da tutto il Consiglio Comunale, né di un eventuale strumento urbanistico che possa far capire quale visione di città abbiano i nuovi Amministratori.
Eppure di soldi, in questi anni, ne sono stati spesi tantissimi per incarichi esterni che al momento non hanno prodotto risultati tangibili non essendo, questo esecutivo, in grado di confrontarsi con la comunità, con il Consiglio Comunale, con gli enti coinvolti nell’iter autorizzativo.
Senza uno strumento urbanistico moderno, si naviga a vista rinunciando alla progettualità e al rilancio del territorio.
Siamo in regime di salvaguardia dove tutto è opinabile. Le norme, i criteri e le concessioni, diventano oggetto dinterpretazione consentendo un margine discrezionale/clientelare che nulla ha a che fare con il rigore e la disciplina che esige l’urbanistica.
La sensazione è che siamo ancora una volta di fronte a un tentativo estremo da attuare alla vigilia della prossima tornata elettorale amministrativa, nel vano tentativo di risalire la china del consenso elettorale. Il solito colpo di coda.
Ma il risultato non potrà mai essere un atto di governo che attua gli obiettivi di politica del territorio dell’Amministrazione Comunale,poiché in tale procedimento di formazione, è previsto il coinvolgimento di tutti gli interessati, categorie economiche, enti, associazioni, cittadini e il tempo ormai non basta più.
Semmai sarà l’appendice all’eterna campagna elettorale piuttosto dannosa per la comunità ma proficua nei consensi.
Almeno in quelli passati perché per il futuro forse ci vorrà ben altro che proclami e promesse.