Associazione “Matera Ferrovia Nazionale” in una nota fa il punto dopo l’incontro promosso nella stazione di Ferrandina-Scalo Matera per sostenere il progetto di una rete strategica trasversale ferroviaria da Salerno a Bari, passando per Potenza-Ferrandina-Matera-Gioia del Colle.
Sta trovando larga condivisione e sostegno l’idea dell’Associazione “Matera Ferrovia Nazionale” di realizzare una strategica trasversale ferroviaria da Salerno a Bari, passando per Potenza-Ferrandina-Matera-Gioia del Colle. Dopo l’incontro di Tito (riservato a Potenza e ai centri del Meandro – Marmo – Platano), una seconda assemblea territoriale si è svolta nella stazione di Ferrandina-Scalo Matera (messa a disposizione da Rete Ferroviaria Italiana) che ha visto la partecipazione di esponenti delle Pro Loco e dell’associazionismo culturale, rappresentanti di alcune amministrazioni comunali, professionisti, imprenditori, cittadini e diversi giovani dei centri del Medio-Basento.
L’iniziativa ha visto la collaborazione dell’Unione Pro Loco Italiane di Basilicata, del comitato Zes Lucana, del Club “Amici della Cupola Verde” di Ferrandina e di Bascalo Cafè. Con quest’ultimo soggetto quale bar-ristoro che nello scalo basentano ha riaperto diventando anche un centro di promozione dei programmi della Fondazione Matera 2019 e dei paesi della collina materana.
A trattare l’argomento secondo le diverse valutazioni e prospettive sono stati Nicola Pavese, Lorenzo Rota, Rocco Franciosa e Pierluigi Diso di fronte a un pubblico attento e sensibile, a conferma dell’interesse che l’iniziativa del sodalizio materano sta riscotendo in regione e che si concluderà nei prossimi giorni nella Capitale Europea della Cultura 2019. In effetti, proprio nell’anno di questo evento internazionale importante, da più parti vengono ancora una volta evidenziate le difficoltà per raggiungere su rotaia la Città dei Sassi e la stessa Basilicata. Una situazione di gravi ritardi che si trascina da anni e che penalizza oltremodo la regione. Ai quali ritardi, tuttavia, si può rimediare anche con la trasversale ferroviaria dal Tirreno all’Adriatico che, ammodernata e velocizzata, può rilanciare sul piano sociale, economico e turistico le aree interne con caratteristici paesi, un patrimonio artistico interessante e paesaggi ed emergenze ambientali di notevole pregio che attendono di essere valorizzati. Una tratta ferroviaria da Salerno a Bari che, tra l’altro, non richiede grandi investimenti e tempi lunghi: con il completamento della costruenda Ferrandina-Matera, l’Associazione “Matera Ferrovia Nazionale “ chiede (èd è un’idea che trova piena condivisione in regione) la sua prosecuzione fino a Gioia del Colle, da cui poter raggiungere sia Bari che Taranto-Brindisi-Lecce. Sono quindi facilmente intuibili i vantaggi e le nuove opportunità di sviluppo che si creerebbero tenendo conto che Matera (che non è certo una città “periferica” come Lecce, Aosta o Udine, solo per fare qualche esempio) diventerebbe uno snodo centrale delle Ferrovie dello Stato al servizio di tutto il Mezzogiorno d’Italia in direzione tirrenica e adriatica.
E dagli interventi di Giovanni Caserta, Nino Liantonio, Leonardo Recchia, Giovanni Latronico, Antonio Giannini, Franco Curtone e Nicola Ambruso è emerso un pensiero univoco: la Basilicata deve restare unita senza inutili campanilismi e Matera, nella sua qualità di capoluogo di provincia, deve trainare e coinvolgere maggiormente i centri del Materano e dell’intera regione. Ecco, quindi, la necessità di dotarsi di collegamenti ferroviari e stradali efficienti e capaci di far dialogare le diverse realtà e nel contempo rilanciare le aree industriali lucane, che con le Zes avranno modo di attrarre investimenti italiani e stranieri e creare occupazione.
In questo quadro di una Basilicata che non può più attendere, che vuole cambiare per crescere e che con la ferrovia potrà avere nei porti di Taranto, Bari e Salerno importanti riferimenti per l’import/export, la politica nazionale e regionale è chiamata a dare risposte concrete e in breve tempo alle attese delle nostre comunità. Per tutti l’obiettivo deve essere quello di porre fine alla piaga dell’isolamento, della disoccupazione, dello spopolamento dei paesi e dell’emigrazione. Criticità e un declino che con un impegno sinergico e infrastrutture moderne ed efficienti si può ancora evitare. Di qui l’esigenza di pensare seriamente e con lungimiranza al dopo 2019.
La fotogallery dell’incontro