Sabato 3 agosto 2019 alle ore 18,30 nella sede di Arenacea di Irsina è in programma la presentazione del libro “Il tempo di un soffio” di Donato di Capua.
Interventi di: Nicola Morea, sindaco di Irsina, Anna Maria Amenta, assessore cultura Provincia di Matera, Donato Vietri, presidente associazione Terre di Lucania, don Gerardo Forliano, parroco di Irsina e l’autore
Dialoga con l’autore la psicologa Rosaria Scaraia.
Durante la presentazione del libro sarà allestita una mostra di pittura dell’artista Antonio Cillis daltema “Le porte chiuse”:
Recensione del libro “Il tempo di un soffio” di Donato Di Capua a cura di Rosaria Scaraia
I problemi grandi e importanti della vita non potranno mai essere risolti ,ma soltanto superati attraverso un cambio di sguardo e Donato Di Capua, al suo quinto romanzo – Il tempo di un soffio – risolve con la bacchetta di un direttore d’orchestra il problema del secolo : l’accoglienza . lo sviluppo psichico di Khalil , egiziano, è la conquista dell’umanità smarrita , è la ricerca dell’uomo per restare umano , è la speranza che sia l’amore a liberarci dall’oscurità, dal male del mondo. Di Capua scrive un romanzo di formazione e racconta i cambiamenti del protagonista con la delicatezza e il chiarore delle parole che talvolta si fanno poesia e, musica. Protagonista, Khalil , il suo viaggio della speranza da un piccolo villaggio egiziano verso l’Italia , lo strappa all’amore dei genitori inghiottiti dalle acque, come molti , come tanti sui barconi della disperazione e della speranza …struggente credere che la mamma con la preghiera riesca a salvargli la vita. Nel buio dell’ umanità ci soccorse il Padre Nostro . L’acqua senza la quale non c’è vita gli porta via la madre, il padre e la propria identità…un bambino di circa sei anni strappato alla morte e ritrovato dal fiuto di un cucciolo di cane , vivrà con il nome di un bimbo morto prematuramente , uno stratagemma per accogliere quel figlio tanto desiderato. Ecco, nasce la famiglia. Luogo privilegiato d’amore e la casa di Mariam e Hazim è pronta per Khalil che resuscita alla vita e vive gli anni più belli della fanciullezza e della spensieratezza. Niente ha la nuova casa del vecchio villaggio d’origine .Miriam ,Hazim e khalil si sono scelti. Questa consapevolezza è la forza dell’amore che abbatte barriere , sconfigge paure, affronta ogni sorta di ostacolo e ci aiuta a crescere , quell’amore incondizionato che nutre i nostri passi. Quell’amore simile allo sguardo di Dio. Ancora un incontro, con Ludovico e il suo pianoforte , portano delicatamente quel bimbo verso il suo talento: la musica. Il pianoforte, i suoi tasti sembrano fatti di un materiale prezioso , bianchi e neri come il corso dell’esistenza . Il bene e il male. Il bianco e il nero sono i nostri giorni che dobbiamo vivere e accettare così naturalmente , come si ci sono i monti e le pianure, i giorni di sole e i giorni di pioggia e la pioggia quando manca la si invoca. Così sia. Anni di studio , di gioie inattese che sono le più belle e di amicizia. L’amicizia è: Khalil , Marco e Giusy. L’amicizia , quella vera , è così. Legare le proprie anime con sottili fili invisibili che ti permettono di provare l’una le gioie e i dolori dell’altra. Perdere un amico per sempre, per una triste fatalità , è perdere il sorriso , che riappare in una lacrima . La fiaba più bella ,la musica. Khalil diventa un direttore d’orchestra amato e rispettato e dirige strumenti e note verso l’incanto di vivere. La sinfonia della vita nelle sue forme risuona in tutto il romanzo e appare una grande verità dimenticata: senza gli altri non esistiamo. L’ ospitalità fonda la nostra civiltà . Il riconoscimento del valore e del diritto dell’ospitalità viene prima di tutte le politiche e le tecniche per gestirla e renderla sostenibile. L’ospitalità è uno spirito buono. Quando non c’è si vede, si sente. Gli spiriti vanno conosciuti , riconosciuti e chiamati per nome, e quelli cattivi vanno semplicemente cacciati via. Nella casa degli umani se non c’è posto per l’altro non c’è posto neanche per me. Sta scritto: “Non dimenticate l’ospitalità ;alcuni , praticandola, hanno accolto degli angeli senza saperlo.”( Lettera agli Ebrei).