La manifestazione promossa mercoledì 7 agosto dagli agricoltori della Val d’Agri per protestare contro la gestione del Consorzio Unico di Bonifica di Basilicata è un ulteriore segnale di esasperazione nel mondo agricolo della valle (e non solo) in particolare per servizi e prestazioni che il Consorzio deve garantire. Lo sostengono in una nota congiunta Cia-Agricoltori Val d’Agri e Cia-Agricoltori Potenza ricordando le proposte avanzate al termine dell’incontro pubblico svolto presso l’Hotel Kiris di Viggiano il 4 luglio scorso con la partecipazione di numerose aziende agricole professionali, della dirigente provinciale della Cia Giovanna Perruolo, di Sindaci ed Amministratori locali con gli interventi del Presidente del Consiglio Regionale Carmine Cicala, del Consigliere Regionale Aliandro e concluso dal Coordinatore della Cia Donato Distefano. Per noi – è scritto nella nota – le rivendicazioni, identiche a quelle alla base della manifestazione di oggi a Villa d’Agri, sono sempre più attuali.
In sintesi:
1) Dare piena attuazione a quanto previsto all’art. 2 comma 2 della legge regionale n. 1/17, istitutiva del Consorzio Unico di Bonifica di Basilicata, relativamente ai compiti e le funzioni delle 3 unità operative territoriali previste nei comprensori di bonifica (Val d’Agri, Melfese-Alto Bradano e Bradano-Metaponto). Si propone di definire un organico piano per dare concretezza ed operatività ad un presidio organizzativo-funzionale rispondente alle caratteristiche e ai bisogni dell’areale asservito e che risponda adeguatamente alle effettive esigenze dei Consorziati e dei servizi da erogare, prevedendo in modo coerente personale, attrezzature e una pianificazione delle attività in linea con i servizi e gli interventi da garantire ed erogare.
2) Nell’ambito delle attività per la definizione del piano generale di bonifica, irrigazione e tutela del territorio, considerata la vastità e le forti differenze presenti nei territori consortili asserviti ed in particolare a quanto riconducibile al soppresso Consorzio di Bonifica della Val D’Agri (comprendente anche gli areali del Senisese, del Lagonegrese e del Mercure), definire un piano di classifica in grado di rendere sostenibile il sistema impositivo che ne consegue e che deve far riferimento a criteri oggettivi e tangibili, riconducibili a reali e misurabili benefici generati sul patrimonio immobiliare e fondiario presente. Così come particolare attenzione va rivolta al beneficio connesso alla tutela ambientale e di valorizzazione dello spazio agro-rurale che costituiscono componenti paesaggistiche rilevanti.
3) Nella determinazione dei costi dell’acqua è necessario introdurre dei coefficienti perequativi e correttivi che devono tener conto delle rese medie produttive per ettaro e del valore medio della produzione realizzata.
4) Per la programmazione della campagna irrigua e per le prenotazioni della risorsa idrica a fini irrigui, in maniera semplice, per le aziende professionali – titolari di Fascicolo Aziendale (AGEA) – è opportuno utilizzare i dati aggiornati del Fascicolo quale strumento certificativo sia delle superfici condotte che dei piani colturali interessati dal fabbisogno irriguo.
5) Semplificare e sburocratizzare il sistema di assegnazione della risorsa idrica per fini irrigui per i piccoli proprietari e per modesti quantitativi, richiedendo una semplice dichiarazione di unica di conduzione (cosa già prevista dalle normative in merito alla costituzione del Fascicolo Aziendale per parcelle agricole ubicate in area montana con una estensione inferiore a 5.000 mq).
Accelerare la messa in sicurezza della diga di Marsiconuovo che a regime potrà rappresentare – per la sua strategica collocazione – una soluzione significativamente vantaggiosa destinata ad abbattere i costi di gestione oltre che offrire un grande opportunità per l’agricoltura e l’economia dell’area attraverso l’ampliamento delle superfici servite, così come non è da sottovalutare la possibilità di “sfruttare” il vettoriamento per la produzione di energia idroelettrica.
Ago 08