Morte migrante nigeriana nell’ex Felandina di Metaponto, Basilicata Possibile: “Basta morti assurde tra i migranti”. Di seguito la nota integrale.
La morte di una donna nel capannone “La Felandina” a Bernalda ci lascia increduli. Ancora una volta le condizioni disumane in cui sono costretti a vivere i migranti nelle campagna del Mezzogiorno provoca l’ennesimo dramma, nel mentre in Parlamento passa una legge che trasforma il soccorso a chi rischia di morire in reato penale. Saranno le preposte Autorità ad accertare le cause di un evento amaro, individuando e perseguendo i responsabili. Ciò che non può passare sotto silenzio però è l’inerzia delle Istituzioni che pur disponendo di finanziamenti europei ad hoc hanno tergiversato rispetto all’opportunità di reperire per il tramite di un bando pubblico degli alloggi per i migranti raccolti in quel capannone. Tra i diversi strumenti disponibili, già approvati ai sensi della legge n.199/2016 e della legge regionale n.13/2016, il PON Inclusione del Ministero del Lavoro che coinvolge più regioni meridionali e assegna alla Basilicata 677 mila euro per ricercare soluzioni strutturali di superamento della precarietà di alcuni campi come quello dell’Alto Bradano e per l’appunto quello di Barnalda de “La Felandina”. La Regione Basilicata avrebbe potuto e dovuto accelerare l’approntamento degli atti di propria competenza, così come sollecitato anche dalle parti sociali nei vari incontri che si sono svolti sul tema, a partire dall’avviso per il reperimento alloggi nei comuni del Metaponto come soluzione propedeutica al superamento del problema. La legge nazionale contro il caporalato e la legge regionale del 6 luglio 2016 n.13 che disciplina le ” norme per l’accoglienza, la tutela e l’integrazione dei cittadini migranti e rifugiati” vanno osservate e rese esigibili utilizzando le risorse comunitarie messe a disposizione attraverso PON e altri strumenti finanziari mirati. Compito di chi amministra è pianificare le soluzioni amministrative per risolvere le criticità presenti sul territorio evitando di ritardare l’accesso a fondi europei già stanziati o limitandosi ad approcciare in via emergenziale le questioni rinviando sine die la predisposizione di politiche organiche assolutamente necessarie.