Morte migrante nigeriana nell’ex Felandina di Metaponto, intervento Guglielmi (Usb Basilicata).
Di seguito la nota integrale.
Come sempre, accade ormai con cadenza quasi giornaliera, ci troviamo a contare un altro morto per lavoro. La giovane nigeriana, uscita con la sua morte dall’invisibilità cui sono condannati i nuovi schiavi , è prima di tutto una lavoratrice, una lavoratrice sottopagata ed utile ad un sistema che risparmia milioni sullo sfruttamento del lavoro in agricoltura, nell’indifferenza e acquiescenza generale. In un territorio in cui il ricatto lavorativo rende sempre meno garantite le tutele e i diritti. Vogliamo prendere spunto da questa vergognosa tragedia per tornare a parlare del problema abitativo , dell’ignavia che caratterizza le politiche per un nuovo intervento di edilizia popolare ed ad accordi sui fitti concordati al mancato rispetto degli accordi regionali raggiunti nel 2016 con l’allora presidente Pittella che prevedevano azioni di superamento dei ghetti e dei centri di accoglienza favorendo l’inserimento abitativo diffuso con la costituzione di un fondo di garanzia regionale che doveva servire a tranquillizzare i proprietari di case rispetto al mancato pagamento dei fitti delle persone disagiate.
La proposta doveva riguardare infatti non solo i braccianti agricoli stagionali ma anche la popolazione locale in stato di bisogno per cui stipulare un contratto di fitto era proibitivo per l’impossibilità di versare i due/tre mesi di fitto anticipato e le relative caparre.
Oggi insieme alle lacrime di coccodrillo di chi non si è assunto neanche la responsabilità di attaccare una pompa dell’acqua si fa l’elenco dei soldi a disposizione, con i finanziamenti già approvati e leggi regionali che potrebbero aprire nuovi orizzonti per un’agricoltura più umana e che offra nuove opportunità lavorative ad autoctoni e stagionali.
Intanto chiediamo che il problema abitativo in regione acquisti il carattere di estrema urgenza che gli è dovuto , con centinaia di cittadini lucani che non possono neanche accedere al reddito di cittadinanza perché non hanno una residenza da dichiarare e al di là delle situazioni tampone e fuori dalla ghettizzazione legale o abusiva si diano risposte concrete ai lavoratori stagionali per un reale inserimento nel contesto sociale.