Dopo l’incontro promosso da Matera Ferrovia Nazionale e dalle associazioni e dai sindacati in piazza Vittorio Veneto arrivano alcune riflessioni sul tema del presidente dell’associazione Matera Ferrovia Nazionale, Nicola Pavese. Di seguito la nota integrale.
I cittadini materani, gli operatori turistici e gli imprenditori sono sempre più consapevoli dell’importante supporto del treno per il futuro della Città dei Sassi e dell’intera Basilicata. Che poi è quanto emerso già nelle settimane scorse nelle assemblee territoriali di Tito (PZ) e Ferrandina-Scalo Matera promosse dall’Associazione “Matera Ferrovia Nazionale”. Nel terzo appuntamento, che si è tenuto in piazza Vittorio Veneto a Matera, dinanzi a un pubblico attento e motivato e a non pochi vacanzieri, si è parlato di “Ferrovie, Turismo, Imprese, Sviluppo”, quindi dello stato dell’arte riguardante il completamento della tratta delle Ferrovie dello Stato Ferrandina-Matera e del suo prioritario e fondamentale prolungamento per Bari e per il Salento, via Gioia del Colle. Una infrastruttura che avrebbe non poche ripercussioni positive per il nostro territorio rimasto in uno stato di sostanziale arretratezza di strade e ferrovie.
Attraverso i vari interventi degli esponenti del sodalizio materano promotore dell’incontro, del Consorzio Albergatori Matera, dell’Associazione B&B, dell’Unione Pro Loco Basilicata, del Comitato Zes-Zona Franca Urbana e con il sostegno dei vertici sindacali di Cgil, Cisl e Uil, è stata sottolineata e condivisa l’importanza strategica dell’asse ferroviario Salerno-Potenza-Matera-Bari-(Taranto-Lecce), per la cui realizzazione l’Associazione “Matera Ferrovia Nazionale” chiede di finanziare l’ultimo segmento dalla Città dei Sassi fino a Gioia del Colle (stazione equidistante da Bari e da Taranto). Matera, infatti, può attrarre (via Ferrandina) il turismo proveniente da Salerno, dal Cilento, dalla costiera amalfitana, da Pompei, da Napoli e dalle isole partenopee, e dal lato inverso (via Gioia del Colle-Taranto) intercettare i turisti diretti o di ritorno da Lecce e dal Salento.
E a questo asse ferroviario che unirebbe il Tirreno, all’Adriatico e allo Jonio sono legati anche i possibili collegamenti con i porti di Bari, Taranto, Brindisi, Salerno e Napoli per l’import/export delle merci. Discorso, quest’ultimo, strettamente riferito all’attuazione della Zes Jonico-Lucana e della Zona Franca Urbana, verso le quali sono rivolte le attenzioni di quella imprenditoria che non sottovaluta i riconosciuti vantaggi delle FS e che guarda con lungimiranza al futuro di Matera e del territorio regionale. E non da meno con la tratta SA-PZ-MT-BA-(TA-LE) si rilancerebbero le diverse zone industriali sia del Potentino che del Materano, assicurando nuovo impulso anche alle aziende di Jesce (con scalo logistico e passeggeri) a partire da Ferrosud alle prese con una crisi sempre più drammatica. Temi e riflessioni di grande attualità che hanno coinvolto il pubblico nel dibattito su una regione che ha bisogno di investimenti, lavoro e nuovi cantieri per superare ritardi e criticità occupazionali.
Ma lo sviluppo passa anche dalla valorizzazione turistica delle incantevoli montagne dell’entroterra lucana fino al mare: dal Melandro-Marmo-Platano a Rifreddo, alle Dolomiti Lucane, al Parco di Gallipoli-Cognato, alle colline del Materano, alle spiagge del Metapontino. In questo modo si arginerebbe, soprattutto nelle aree interne, il sempre più preoccupante abbandono dei piccoli centri e il triste fenomeno dell’emigrazione. Di qui l’importanza di assicurare attraverso il trasporto su gomma il potenziamento capillare dei collegamenti tra Potenza e Matera con i paesi e le diverse realtà regionali più dinamiche. Che significa innanzitutto evitare le tante sovrapposizioni di linee extraregionali di bus di diverse aziende. Al treno, che arriva nel cuore delle città, si dovrebbero affidare, invece, i collegamenti sulle lunghe distanze verso il centro-nord del Paese. E con il treno statale (che nella composizione trasporta ogni volta da 800 a 1200 passeggeri) si eviterebbe alla città di Matera l’arrivo sconsiderato di 300-400 bus al giorno con relativo inquinamento da traffico, che oltre a danneggiare la salute delle persone, deturpa le facciate degli ormai celebri monumenti cittadini. In questo quadro di ottimizzazione intermodale della mobilità, vanno evitati prima possibile, da parte dell’ente Provincia i numerosi disservizi ancora presenti nei collegamenti su gomma tra Matera e la stazione di Ferrandina che penalizzano oltremodo i cittadini (costretti ad usare il mezzo privato) e i turisti provenienti dalla dorsale tirrenica.
Nel corso della recente serata materana, inoltre, è stato evidenziato a più riprese e con vero rincrescimento che la politica (dai parlamentari alle autorità regionali e locali) è completamente assente e lontana da queste problematiche di sviluppo. È proprio per superare questo stato di inerzia e di immobilismo, per cui non si utilizzano le risorse disponibili di FS, dei fondi europei e governativi, è stato deciso di organizzare in autunno un vertice al fine di discutere su queste emergenze e individuare prospettive che devono dare nuova linfa alle diverse attività produttive e imprenditoriali, insieme a risposte occupazionali alle nuove generazioni.