Regionalismo differenziato, Forma Pop: “La grande battaglia di questo tempo”. Di seguito la nota integrale.
La questione meridionale nacque immediatamente dopo l’Unità d’Italia, la locuzione fu adoperata nel 1873 dal deputato lombardo Antonio Billia, per indicare le considerevoli difficoltà economiche sorte nel Mezzogiorno, evidenziate in particolare dagli approfonditi studi del nostro illustre corregionale Giustino Fortunato. Da quel momento tale problema si protrasse nel tempo, dal governo Giolitti sino ai giorni nostri, senza che di quelle tematiche fossero realmente affrontate e senza, perciò, che se ne fosse risolta una, almeno completamente, lasciando il Sud a se stesso, decrescendo e inaridendo sempre più. Per quanto già della suddetta questione se ne possa discutere all’infinito, ultimamente ne è risorta a spintoni un’altra, e dico risorta perché anche nelle precedenti legislature veniva sfortunatamente trattata, ovvero quella sulle autonomie regionali; come se non bastasse la presente piaga del divario Nord – Sud. Tale ulteriore questione, oltre che sbigottire, sorprende per la sua inadeguatezza soprattutto noi meridionali, comprendendo come in effetti non ci possa mai essere fine al peggio. In questo modo, qualora il settentrione dovesse accaparrarsi le autonomie, partendo da Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, si travalicherebbe di fatto ogni limite, possibile ed immaginabile , sia socio – occupazionale ( emigrazione più forte verso il Nord, lavoro ed opportunità sempre meno al Sud ) che propriamente costituzionale ( l’art. 5 della Costituzione cita l’unità e l’indivisibilità della Repubblica, riconoscendo sì le autonomie ed i decentramenti locali, ma non al punto da surclassare il medesimo testo costituzionale, compromettendone principi come quello di equità ed uguaglianza delle regioni. Il regionalismo differenziato smembra l’Italia, facendone venire meno la solidarietà tra le varie comunità ed amplificando l’egoismo di quelle più forti, che vincono le più deboli, penalizzando definitivamente, quindi, il Mezzogiorno. Ed è proprio per questo che si resta sorpresi per quanti meridionali hanno votato, e continuano a farlo, alle scorse elezioni nazionali, regionali e comunali la Lega Nord, dove di questi tempi è stato eliso il lemma Nord, sposando apparentemente e distortamente cause comuni non più sole del settentrione, bensì della nazione, compreso perciò anche il meridione. È irrazionale come la nostra gente, prescindendo dagli schieramenti politici scelga chi storicamente ha sempre rigettato noi, le nostre usanze, le nostre terre, le nostre culture, tutto ciò che ci appartiene e ci rappresenta, danneggiandoci gravemente ancora oggi( si vedano proprio tali proposte di autonomie regionali ); e non si può far altro che capire gli innumerevoli disastri e le indecifrabili conseguenze che ne deriverebbero se solo tutto ciò andasse in porto, se solo non ci fosse un intervento pronto e deciso.
Noi gente del Sud, specialmente giovani, visto che gli effetti suddetti andrebbero a ripercuotersi maggiormente su di noi, chiediamo che si provveda subito all’eliminazione di queste manovre scellerate, e che le istituzioni si occupino invece di problemi minanti l’assetto socio-nazionale, al cui vertice, per l’appunto, troviamo la questione meridionale. Auspicando infine un serio e buon lavoro istituzionale e che la nostra gente si accorga della reale natura di chi è stato, è e sarà solo ed esclusivamente legato agli interessi del Nord. Noi desideriamo continuare a camminare per l’unica direzione giusta, ovvero quella dell’Unità nazionale, per garantire a tutti noi una vita presente e futura migliore di quella odierna da vivere in un altrettanto migliore Paese.