La settimana di Ferragosto è quella tradizionale per imbattersi in piccoli e grandi centri lucani nei nostri emigrati di ritorno. Anche se il fenomeno non ha più le dimensioni di una decina di anni fa quando il rientro era decisamente di maggiori proporzioni è comunque l’occasione per rincontrare amici ed aggiornare progetti. Giovanni Baldantoni, presidente di Palazzo Italia Bucarest, più che emigrato di ritorno si può considerare un imprenditore con il trolley, nel senso che fa la spola tra Potenza-Basilicata e Romania-Paesi Balcanici numerosissime volte l’anno. E’ forse uno dei rappresentanti più significativi del nuovo emigrato lucano all’estero, molto diverso da quello degli anni sessanta-settanta. Da molti anni lavora per promuovere il “made in Italy” nei mercati balcanici e per rafforzare l’imprenditoria meridionale. Le nuove generazioni – sottolinea – non hanno bisogno di tagliare le radici con l’Italia perché arrivano qui spesso senza un’impresa già strutturata nel paese di origine e avviano ex novo attività direttamente nei servizi, nel food, la nuova frontiera degli italiani che arrivano qui 25 anni dopo la prima ondata.
Ogni giorno nelle camere di commercio romene – ci riferisce – vengono registrate quattro nuove imprese a capitale italiano. Nei primi quattro mesi del 2019 sono state fondate 473 società per un capitale versato di 705.582 euro. La Romania, ma il ragionamento si può estendere a Moldavia e Serbia, è di nuovo la terra promessa per gli italiani. Oggi in testa alla corsa degli italiani ci sono servizi e terziario. Nel manifatturiero – a partire da tessile, meccanica e calzaturiero – resiste soltanto chi nel tempo ha investito e ha seguito l’onda dell’internazionalizzazione.Baldantoni sta lavorando ad un brand di prodotti alimentari del Sud da esportare in quest’area europea dove sono già particolarmente apprezzati grazie soprattutto alle molteplici attività della delegazione romena della Fic (Federazione Italiana Cuochi) che si occupa di far conoscere la cucina mediterraneea (e lucana).
Il fisco ha un ruolo non indifferente nel richiamare le imprese di tutta Europa in Romania. L’aliquota ordinaria sul reddito d’impresa è unica al 16% ma scende a un valore compreso tra l’1% e il 3% per le cosiddette microimprese, quelle che non arrivano a un milione di euro di fatturato. I dividendi non sono tassati in caso di distribuzione a persone giuridiche europee o romene che detengano almeno il 10 per cento del capitale per un periodo minimo di un anno. Anche royalties e interessi non sono tassati se il beneficiario effettivo è una persona giuridica europea che detiene almeno il 25 per cento del capitale per almeno due anni. In tutti gli altri casi le ritenute salgono al 16 per cento.
Sulle persone fisiche esiste una flattax del 10 per cento che riguarda sia i lavoratori autonomi sia i dipendenti e pensionati. Chiaro come questo sia un incentivo non da poco per chi decide di installarsi in Romania.
L’Italia è anche quella degli Italiani che ogni giorno per mantenere alta la bandiera Italiana nel Mondo,non dimenticando le origini, con orgoglio e determinazione – dice Giovanni – superano ostacoli e raggiungono obiettivi, non chiedendo e non aspettando medaglie.
Ago 14