In questi giorni si discute molto delle politiche relative al gioco, che include dalle macchinette alle scommesse nelle ricevitorie e nelle apposite sale.
Sono anni ormai che politiche locali e leggi a livello nazionale cercano di trovare soluzioni da un lato per arginare gli effetti dovuti all’eccesso e dall’altro per salvaguardare le attività e tutto l’indotto, tra cui i lavoratori coinvolti nel settore.
Sappiamo che già sono state attuate delle misure di divieto, altre sono al vaglio.
Tuttavia la polemica incalza, soprattutto nell’arena politica locale dove il tema, evidentemente caldo non solo per una questione di temperature stagionali, si fa sentire e si fa sentire in tutta la sua delicata urgenza.
Dall’incrocio dei dati messi a disposizione dall’Istat e dall’Agenzia Dogane e Monopoli emerge che i lucani nel corso del 2017 hanno speso un importo complessivo euro 511.083.654,65.
La spesa corrisponde al totale delle somme giocate nelle varie tipologie di gioco lecito: lotto, commesse sportive, ippica, superenalotto, scommesse virtuali, etc.
Questo è lo scenario in termini economici, ciò significa che dietro queste cifre ci sono imprenditori, addetti e lavoratori che producono e ovviamente guadagnano in fatturato e in stipendi.
Tuttavia forme di tutela che garantiscano i giocatori e in particolare le fasce più sensibili sono necessarie quanto dovute.
Ecco perché l’introduzione del distanziometro accende tanto gli animi.
Tra l’altro è importante sottolineare che già delle forme di tutela esistono e per legge vengono adottate nel caso del gambling, ovvero su tutti queiquei portali che permettono di giocare con i giochi di casino online. Infatti gli utenti sanno che per stare al riparo da truffe devono verificare che sulla home sia presente il link all’Agenzia delle dogane. Inoltre su ognuno di questi siti, quelli in regola ovviamente, sono inserite voci di supporto e guide per un gioco responsabile.
Tornando alla situazione locale vedremo nei prossimi mesi o addirittura settimane come si risolverà la diatriba sulla bollente questione del “distanziometro”.