SANITA’: SEGNALAZIONI E PROPOSTE SANITA’ FUTURA SU MALASANITA’ E MALABUROCRAZIA
Attese anche di un anno per un esame di ecocardiografia all’Ospedale di Matera e per un esame di elettromiografia all’Ospedale S.Carlo di Potenza; intralci burocratici per le strutture sanitarie private convenzionate con il SSR che intendono ampliare servizi e prestazioni e dunque alleggerire le liste di attesa; casi di “malasanità” che riguardano pazienti ed utenti in particolare per i servizi di riabilitazione ambulatoriale in fisioterapia; il superamento dei ticket sulla specialististica ambulatoriale: sono questi i “mali” più gravi che – a parere di Sanità Futura che ha tenuto oggi a Potenza una conferenza stampa – impediscono di fatto il diritto alla salute in Basilicata.
Nell’incontro con i giornalisti Giuseppe De Marzio e Michele Cataldi, rispettivamente presidente e presidente onorario di SANITA’ FUTURA, non si sono limitati alla denuncia ma hanno presentato alcune proposte del sistema della sanità privata, tra le quali, l’istituzione di un soggetto di garanzia – un “Focus permanente” – per la trasparenza, la legalità e l’efficienza, una sorta di Gruppo di Osservazione composto da professionisti, accademici, medici specialisti, giornalisti e rappresentanti degli utenti; un’iniziativa dei consiglieri regionali per conoscere lo stato della rimodulazione dei ticket a sostegno della quale le strutture private aderenti al Comitato di Crisi hanno raccolto 13 mila firme di adesione ad una petizione popolare che ha determinato il ripensamento della Regione, per evitare una “vittoria di Pirro” senza cioè risultati a breve termine e per ristabilire equità; un tavolo specifico al Dipartimento Salute sulle liste d’attesa, al quale gli operatori privati intendono “metterci la faccia” oltre che investimenti privati per superare le forti criticità.
Tra i casi di malaburocrazia segnalati ai giornalisti, quelli del Centro Madonna della Bruna di Matera e della Polimedica di Melfi: per il Centro materano da quattro mesi e mezzi si trascina una situazione che impedisce lo svolgimento di attività aggiuntiva in una struttura più grande senza alcun costo per il Servizio Sanitario Regionale e che consentirebbe di accrescere le prestazioni agli utenti; alla Polimedica di Melfi viene preclusa invece la possibilità di impiego di una macchina per la risonanza magnetica per problemi di interpretazione del DPR 542/94, sino a raggiungere il grottesco della negazione dell’accesso agli atti a causa di quello che è definito un “endoprocedimento” in corso. In entrambi i casi la macchina burocratica prevale persino sull’applicazione di normative di legge provocando un danno ai titolari delle strutture e agli utenti che sono costretti all’iscrizione in lunghe liste di attesa.
Nella lunga casistica della malasanità è stata raccontata la vicenda di un’anziana signora operata di laminectomia decompressiva e alla quale, di fatto, viene negato il diritto ad un ciclo di FKT. oltre che un’adeguata assistenza domiciliare scaricata sui familiari e alla libera scelta della struttura alla quale rivolgersi.
Purtroppo noi operatori delle piccole strutture della sanità privata che siamo a contatto quotidiano con gli utenti – è il commento di Michele Cataldi – siamo diventati sportelli di segnalazioni e denunce di piccoli-grandi diritti negati, di privilegi, sprechi, casi di malaburocrazia e malasanità. A parte il fatto che ci viene spontaneo chiederci perché la malaburocrazia regionale ha colpito soprattutto le strutture dei dirigenti di Sanità Futura più esposti a livello di iniziativa sindacale e di informazione dell’opinione pubblica, la nostra proposta – aggiunge Cataldi – è di mettere insieme tutti i soggetti interessati perché la “crisi internazionale e dei mercati finanziari” non diventi un alibi per attuare misure decisamente impopolari come il ticket e per colpire la sanità privata che pesa solo per il 2% sulle spese complessive della sanità lucana. Anzi, noi siamo convinti che il nostro sistema regionale pubblico e privato è nelle condizioni di attrarre utenti dalle altre regioni, a cominciare da Puglia e Campania, invertendo la tendenza alla migrazione sanitaria che ha un costo altissimo e producendo nuovi posti di lavoro.