“Guido Spera L’arte illustrata e il divulgatore agricolo”, il volume curato da Filippo Radogna, Giuseppina Laurino, Carmelo Settembrino e Irene Settembrino ed edito dall’Associazione Culturale Donne 99, è stato presentato alla Mediateca Provinciale di Matera nell’ambito della settimana della cultura promossa anche nella città dei Sassi. Al tavolo della presentazione lo storico Giovanni Caserta, l’assessore regionale all’agricoltura Vincenzo Viti e gli autori Filippo Radogna, Giuseppina Laurino. Presenti anche Giuseppe Palumbo,, artista del fumetto Diabolik e Michele Saponaro della Sovrintendenza ai Beni Artistici e Storici. Ha introdotto i lavori Antonio Pellecchia, presidente dell’Unitep che ha evidenziato l’impegno dell’Associazione nella ricerca di autori, scrittori e artisti del territorio meno conosciuti e ha rimarcato il lavoro eseguito dagli autori della pubblicazione del libro relativo a Guido Spera.
Su Guido Spera l’assessore regionale Vincenzo Viti ha riportato una intensa riflessione sottolineando la sua fervida fantasia e il ruolo di precursore del suo tempo per migliorare il settore primario.
“Il suo libro va letto e meditato. E bisogna dire grazie agli autori per la ricostruzione della storia di questo personaggio eclettico. In lui c’era il germe del futurismo e io lo inserirei d’ufficio nell’elenco dei futuristi. Spera è personaggio da studiare. Il rapporto con la modernità ci fa raccogliere uno Spera in cui c’è il futurismo nell’agricoltura, c’è l’anticipazione dell’Idea che l’agricoltura è una scienza e ci sono due opinioni di fondo: la tracciabilità, l’identità e la qualità. La sfida è promuovere l’agricoltura nel Metapontino per promuovere il progresso di questa Regione”.
Giovanni Caserta illustra i contenuti del volume dedicato a Guido Spera: “Si tratta di un libro scritto “ad otto mani” da quattro giovani materani che hanno lavorato in maniera egregia. L’opera di Guido Spera si colloca tra il 1925 e il 1945 e la sua attività ha toccato il culmine in un periodo importante per la vita politica, sociale e culturale dell’Italia e della Basilicata che ha sempre puntato sul settore primario dell’agricoltura. Ci sono due indirizzi divergenti: un interesse per il nuovo e per il futuro e uno sulla cultura del Futurismo. La Dittatura è interessata al Futurismo e cerca di recuperare le radici quali l’identità e l’autenticità. Una dittatura -sottolinea Caserta – punta ad accontentare le masse più povere. L’obiettivo era assicurare il pane e la bonifica integrale e in questi due settori si eserciterà la vena poetica, lirica e l’impegno Guido Spera”. Caserta sottolinea anche che parte di Mussolini ci fu la politica della mezzadria come momento per superare la Riforma e questo significava che non si poteva lasciare la campagna per andare in città. In Basilicata le due Cattedre Ambulanti entrarono in vigore proprio durante il Fascimo e Guido Spera ebbe un ruolo determinante. La Bonifica fu un altro cavallo di battaglia del Fascismo, che faceva spesso riferimento al latino: dove ci sono i campi, lì deve esserci il contadino. Attraverso le Cattedre Ambulanti si costruiscono strade come la Jonica. E in questo contesto si intuisce che Spera viene da Tito. Spera si ispira allo stile liberty, fa un’esperienza artistica e quando avverte che non può più sfamare i cinque figli partecipa al concorso per diventare impiegato della Carta Ambulante di Potenza. Il 1925 è un anno molto importante per lui: lo si deduce da una vignetta che non simpatizzava sul Fascismo. Dopo il giuramento di fedeltà le sue vignette diventano oleografie e si indirizzano verso una campagna idealizzata. Dirige il “Dopolavoro” materano e crede nell’agricoltura e nella nostra Basilicata”.
Per l’artista Palumbo “Guido Spera è stato un illustratore talentuoso e innovativo”.