“Il nuovo governo abbia come sua priorità il Mezzogiorno: l’ottica deve essere quella di colmare il colpevole divario accumulato per troppo tempo, non come pietosa elargizione ma per fare del Sud un volano di sviluppo dell’intero Paese. I problemi, anche gravi, da risolvere sono diversi e antichi, ma le regioni meridionali hanno le capacità, i talenti e le risorse per dare un contributo decisivo al benessere di tutti i cittadini”.
È quanto ha dichiarato il senatore Saverio De Bonis (Gruppo misto).
“Infrastrutture, attività produttive, lavoro, agricoltura, sanità, ambiente: sono i nodi principali sui quali bisogna intervenire con una visione chiara e di ampio respiro. Potenziare le reti dei trasporti, supportare il sistema imprenditoriale, aiutare seriamente gli agricoltori, risanare i forti squilibri presenti nel sistema sanitario, risolvere con decisione le troppe ferite ambientali, arginare per queste vie l’emigrazione interna e fare in modo che le persone, soprattutto i giovani, abbiano la possibilità di rimanere in questi territori: sono alcuni dei passi indispensabili da compiere per ricostruire una parte del paese che, contrariamente alla vulgata che sembra aver preso piede negli ultimi anni, è sempre stata vitale per l’Italia intera. Parliamoci chiaro: o si agevola lo sviluppo sostenibile del Sud o nemmeno il Nord è destinato a fare molta strada. Lo insegna la storia, lo insegnano gli altri Paesi”.
“Che al Sud – continua De Bonis – ci si ammali di più è un fatto su cui ormai vi sono numerose evidenze scientifiche. Sono i danni provocati dalle industrie fossili, sono quelli causati da prodotti come il grano al glifosate importato da paesi che non rispettano i nostri stessi standard (questione su cui la ministra Grillo ha deciso di soprassedere sul principio di precauzione). La priorità non è ridurre il numero dei parlamentari, ma affrontare una volta per tutte un’emergenza sociale e ambientale che ferisce il Mezzogiorno e che riverbera su tutto il Paese, in linea con un allarme globale da cui non sono certo esclusi il Nord e l’Europa. Utilizzare il Sud come discarica sociale e ambientale distrugge il simbolo stesso del Made in Italy nel mondo, che vede nella qualità dell’alimentazione e nella salute la sua massima espressione”.
“Non si capisce proprio come pensare di far correre un corpo malato: o si curano i mali alla radice, oppure tanto vale gettare la spugna. Ricordiamo figure come lo statista bresciano Giuseppe Zanardelli che, dopo il suo viaggio in Basilicata nel 1902, si rese conto della necessità di avviare una legislazione speciale per il Mezzogiorno. Oggi servono politici di questa levatura, che si muovano con decisione e lungimiranza, guidati veramente dal bene dell’Italia intera”.
Così conclude il senatore: “Oggi al Sud assistiamo a nuovi fermenti, che riuniscono sempre più persone di buona volontà attorno alla consapevolezza che è giunto il momento di riprendere in mano il proprio destino. Le risorse e le attività del Mezzogiorno hanno per troppo tempo costituito il bacino da cui hanno attinto interessi esterni per costruire le proprie ricchezze, lasciando le regioni meridionali a pagare il conto, salatissimo, di questo sfruttamento. Associazioni, movimenti, sindaci, singoli cittadini stanno facendo fronte comune per imprimere una svolta concreta, senza più fare sconti a nessuno sulla richiesta di equità e giustizia. Sono fermenti ed energie che la politica può e deve ascoltare. E proprio oggi, in questa fase delicata della vita del Paese, ha l’occasione di farlo”.