Riceviamo e pubblichiamo le proposte per limitare le pesanti conseguenze determinate dall’introduzione dell’IMU su canoni sociali e concordati per le locazioni abitative inviate al sindaco di Matera, ai consiglieri comunali e all’amministratore unico dell’Ater da “Diritti di Cittadinanza” e da gli altri organismi associativi (Sunia, Federconsumatori, Assocasa, Apu, Appc e Sfida) che lo scorso 14 gennaio si sono costituiti in “Rete” .
Al Sindaco di Matera
e p. c. Ai Consiglieri Comunali di Matera
Ai Sindaci dei Comuni della Provincia di Matera
All’Amministratore Unico ATER di Matera
Oggetto: Proposte per limitare le pesanti conseguenze determinate dall’introduzione dell’IMU su canoni sociali e concordati per le locazioni abitative
Dal 1 gennaio 2012, come previsto dal decreto “Salva Italia” (D.L 201/2011 convertito nella Legge.n,214/2011), verrà anticipata di 2 anni l’introduzione dell’IMU al posto dell’ICI.
Gli organismi associativi materani della “Rete” per l’inclusione sociale e la solidarietà (Diritti di Cittadinanza, Sunia, Federconsumatori, Assocasa, Apu, Appc e Sfida) sono preoccupati delle conseguenze che l’IMU avrà per le famiglie ed in specie per quelle meno abbienti alle prese con i canoni di locazione delle abitazioni, dal momento che la nuova imposta determinerà un ulteriore aggravio di oneri in base alle circostanze di seguito riportate.
1. I Comuni, dovendo recuperare le proprie risorse di bilancio prevalentemente con la nuova imposta, dovranno applicare alle rendite catastali degli immobili il moltiplicatore 160, per poi procedere alla diversificazione di aliquote a partire da quella di 0,4% sulle abitazioni principali possedute in proprietà con quota esente di 200 €.
2. L’intero gettito dell’imposta sarà in ogni caso decurtato della metà (calcolato applicando l’aliquota di base 0,76%, con esclusione della quota esente dell’abitazione principale e dei fabbricati agricoli strumentali) come quota che i Comuni devono riservare allo Stato (art. 13 comma 11 del D.L. 201/2011).
3. Un ulteriore incremento del prelievo con l’IMU si determinerà con le revisione delle rendite catastali da parte dei Comuni nell’ambito del riclassamento degli estimi delle abitazioni secondo gli effettivi valori di mercato delle costruzioni nei diversi quartieri.
4. L’Ater dovrà versare ai comuni l’IMU per la eventuale parte eccedente la quota esente relativa all’abitazione principale dei locatari, e pertanto vedrà la riduzione delle proprie disponibilità finanziarie per interventi di manutenzione e per nuove costruzioni di edilizia popolare.
5. I proprietari di case che affittano alloggi a canone agevolato potrebbero esigere dagli inquilini adeguamenti degli importi dei fitti (ex art.6 comma 3 del DM 30 dicembre 2002) per fronteggiare il nuovo prelievo IMU.
La “Rete” ritiene che il Comune di Matera, in vista dell’approvazione del regolamento di applicazione dell’IMU per varare il bilancio di previsione 2012 (31 marzo 2012), debba fare tutto il possibile per impedire queste ulteriori pesanti conseguenze sulle condizioni economiche delle famiglie meno agiate. Famiglie che, fra l’altro, a fronte degli aumenti di canone indotti dall’IMU, non potranno contare sul fondo sociale per il sostegno alle famiglie bisognose non più attivo per esaurimento di risorse.
La “Rete” propone, pertanto, all’Amministrazione Comunale di Matera l’adozione di misure atte a:
1) scoraggiare la tendenza a tenere sfitte le abitazioni;
2) incoraggiare l’accesso ai canoni legali concordati per la locazione di unità immobiliari;
3) verificare la possibilità di applicare anche per i canoni degli alloggi popolari dell’Ater ai fini IMU quanto previsto per l’ICI dall’art. 2 comma 4 della legge 431/98, in quanto non abrogato, là dove si prevede la possibilità per i Comuni di derogare al limite minimo dell’aliquota dello 0,4%.
La riduzione dell’aliquota minima per le abitazioni principali non dovrebbe comportare una diminuzione di gettito per il Comune in quanto i minori introiti che ne deriverebbero potrebbero essere compensati dalle maggiori entrate IMU sia per la case tenute sfitte, o locate a canone libero, che per i terreni e le aree edificabili, tenendo conto altresì che nel calcolo della quota da riservare allo Stato non si considera la porzione del gettito ottenibile dall’applicazione dell’aliquota superiore a quella ordinaria di base dello 0,76%, il cui intero differenziale resta pertanto di pertinenza del Comune.
Un possibile CRITERIO DI APPLICAZIONE del prelievo IMU potrebbe prevedere:
– la massima riduzione possibile rispetto all’aliquota minima dello 0,4% per l’abitazione principale in proprietà (al netto della quota esente), portandola a non più dello 0,2%;
– la massima riduzione possibile rispetto all’aliquota minima dello 0,4% anche sulle abitazioni locate a canone sociale dell’Ater: potrebbe essere applicata quella dello 0,2%;
– l’aliquota minima dello 0,4% per le locazioni a canone concordato;
– l’aliquota massima per il canone libero, anche tenendo conto della possibilità di incrementare dello 0,30% l’aliquota di base 0,76%, ai sensi dell’articolo 52 del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446;
– l’aliquota massima possibile per le case sfitte, nonché per aree edificabili per costruzioni diverse da quelle per l’edilizia sociale e per le attività produttive;
– l’aliquota massima possibile anche per i comodati di locazione in favore di soggetti diversi dai componenti il nucleo familiare di origine.
Gli organismi associativi della “Rete” (Diritti di Cittadinanza, Sunia, Federconsumatori, Assocasa, Apu, Appc e Sfida) chiedono che l’Amministrazione Comunale di Matera e i diversi gruppi consiliari esaminino con attenzione le proposte riportate e dichiarano la propria disponibilità ad illustrarle nei tempi e modi che potranno essere convenuti.
Matera, 1 febbraio 2012
Franco Casertano – coordinatore della “Rete”
CIA: SIAMO PER ESENZIONE IMU FABBRICATI RURALI E NON MASSERIE STORICHE – ASSEMBLEA A POLICORO
“E’ positivo l’impegno del Presidente De Filippo per esentare dal pagamento dell’imposta i fabbricati rurali (Imu) raccogliendo le nostre sollecitazioni e dell’intero mondo agricolo”. Lo sostiene Paolo Carbone, responsabile Ufficio Economico della Cia.
“E’ il caso però di non fare confusione perché il termine masseria, usato erroneamente da Basilicata Mezzogiorno, quotidiano on line della Giunta Regionale – precisa Carbone – indica una fattoria fortificata molto diffusa in Puglia e Sicilia. La masseria, anni fa, era l’espressione di un’organizzazione geo-economica legata al latifondo, la grande proprietà terriera che alimentava le rendite delle classi aristocratiche e della borghesia. Le masserie erano quindi delle grandi aziende agricole abitate, spesso, anche dai proprietari terrieri, ma la grande costruzione rurale comprendeva pure gli alloggi dei contadini, in certe zone anche solo stagionali, le stalle, i depositi per foraggi e i raccolti. Noi invece – continua Carbone – siamo per esentare dall’Imu gli autentici fabbricati rurali e non certamente costruzioni storiche e persino di pregio artistico che sono localizzate in aree rurali”.
Se non si rivede la fiscalità in agricoltura, se non si dà concretezza a un programma regionale di compensazione su carburanti, acqua ed energia, l’agricoltura lucana -e quella del Metapontino in particolare- è destinata a un forte arretramento.
E’ quanto emerso in un’affollatissima assemblea di agricoltori del Metapontino promossa dalla Cia Basilicata a Policoro presso il Centro giovanile “Padre Minozzi”, a cui hanno preso parte i dirigenti locali, il presidente della Cia del Materano Nicola Serio e il direttore della Cia regionale Luciano Sileo.
L’Imu sui fabbricati rurali e sui terreni agricoli, l’inarrestabile crescita dei costi di produzione, l’incremento delle accise e l’esponenziale crescita del costo dei carburanti, il costo dell’acqua e l’aumento degli oneri contributivi e previdenziali rischiano di far sprofondare in una drammatica e irreversibile crisi anche l’agricoltura più avanzata della nostra regione. A questa situazione, ha sottolineato Sileo, “è da aggiungere una specificità tutta lucana. Infatti in Basilicata, regione molto ricca di buona acqua e che ‘galleggia sul petrolio’, gli agricoltori pagano l’oro blu più dei loro colleghi di altri territori e gli stessi carburanti hanno un costo superiore dai 5 ai 10 centesimi rispetto ad altre realtà regionali”.
La competizione va bene e non spaventa l’agricoltura, le imprese e l’economia lucana, purché sulla “linea di partenza” tutti i competitor siano allineati. Ma se qualcuno parte con 10 metri di vantaggio, è molto probabile -ha commentato Sileo- che risulterà vittorioso! E’ chiaro che se un’azienda agricola lucana paga il gasolio 10 cent in più, la competizione si risolverà in un “vincere facile” a favore di altri!
La Cia Basilicata ha promosso una campagna di assemblee aperte in tutti i comuni lucani per informare gli agricoltori sul reale impatto della manovra “Salva Italia” sul comparto agricolo, ma anche per costruire le giuste alleanze e una concreta e reale rete di solidarietà che possa sostenere nelle sedi opportune “le ragioni degli agricoltori e dell’agricoltura”, ha aggiunto Serio, “a partire dai sindaci e dagli amministratori comunali, a cui chiediamo di avvalersi della facoltà di dimezzare con i propri deliberati l’impatto dell’Imu sui fabbricati rurali e sui terreni agricoli”.
“L’Italia si salva se si salva anche l’agricoltura. E’ questo che vogliamo far comprendere al governo nazionale e regionale, ai sindaci e alla società -ha continuato Serio-. Gli agricoltori non possono continuare a lavorare in perdita. Sarebbe un vero assurdo. La Cia continuerà la propria azione e, se necessario, passerà a una mobilitazione generale del mondo rurale per far comprendere la drammaticità della situazione dell’agricoltura e le ragioni delle imprese del settore”.
“Non vi è alcun dubbio: gli agricoltori non assisteranno passivamente alla chiusura delle proprie aziende e all’abbandono dei territori”, ha concluso Serio.