La Banda di Tito, La Banda di Pietragalla, i Campanacci di San Mauro Forte e di Tricarico, i Cantori a zampogna e la Bassa musica di Accettura, i Consciousness Sound System, il Coro Arbereshe di San Costantino Albanese, i Cucibocca di Montescaglioso, i Cupa Cupa e le Maschere di Tricarico, Organetti, I Rumiti e Urs di Satriano, le Zampogne del Pollino. Sono i performers della Sound Parade, l’evento finale che ha concluso nei Sassi di Matera la prima edizione di Open Sound Festival, coprodotto da Multietnica e Fondazione Matera Basilicata 2019.
Un corteo sonoro si snoda per le vie dei Sassi di Matera, tra i beat gravi e ossessivi dei cupa cupa, vocalizzi femminili arbëreshë, campanacci, canti a zampogna, maschere carnevalesche sonorizzate. La performance, orchestrata dal compositore e artista multimediale Yuval Avital che ha creato l’occasione una “partitura geografica” originale, fa dialogare arte e musica contemporanea con sonorità e immaginari antichi di millenni, sullo sfondo delle gravine di Matera.
Il corteo, radunato in piazza Vittorio Veneto, ha attraversato il centro storico e le strade del Sasso Barisano e Caveoso percorrendo via San Biagio, Piazza San Giovanni Battista, Via S.Biagio, Via Stigliani, Via Piave, Via D’Addozio, Via Fiorentini, Via San Gennaro, Via Tre Corone, Via Gradoni Duomo, Piazza Duomo, Via Duomo, Piazza del Sedile, Via e Piazza S. Francesco d’Assisi Piazzetta Giovanni Pascoli, Via Ridola, Via Casalnuovo e Via Bruno Buozzi per concludere il suo viaggio in piazza San Pietro Caveoso. La performance ha previsto esibizioni musicali in piazza San Giovanni, via D’Addozio con i suoni della cornamusa eseguiti dalla finestra del palazzo della Sovrintendenza adiacente la chiesa di Sant’Agostino, via Fiorentini, piazza Duomo, via Ridola e piazza San Pietro Caveoso, dove era stato posizionato in mattinata l’albero che rappresenta il “Maggio” di Accettura.
Open Sound Festival si è rivelato un mix unico tra street-carnival, festa folk, rave, performance d’arte e musica contemporanea, dove strumenti antichi di millenni incontrano elettronica e sound system, campanacci, chitarre elettriche, zampogne, cupa-cupa, subwoofer, urla, canti polifonici: gran parte dei suoni sono open source, non proprietari, corali e collettivi, generati per lo più con strumenti autocostruiti.
A chiudere il festival nel tardo pomeriggio di domenica 1 settembre un’opera immersiva per centinaia di performers, intitolata Urla e affidata al compositore e artista multimediale Yuval Avital. Urla, opera sonora in movimento, è stato concepito come un fiume umano caratterizzato dall’esecuzione di un’inedita e irripetibile “partitura musicale geografica”, che si è snodato lungo le vie dei Sassi di Matera riproponendo alcune delle più radicali tradizioni sonore lucane, i grandi campanacci, i canti ‘urlati’ arbëreshë e a zampogna, ostinati ritmici dei cupa cupa come microcosmi creativi contemporanei e inaspettati. Nell’opera erano presenti ‘grappoli’ di chitarre e bassi elettrici, miniature sound-art diffuse da altoparlanti mobili, bande itineranti, poesie, azioni sceniche, maschere rare e colpi di fuochi d’artificio a completare un affresco caleidoscopico totalizzante che farà vivere al pubblico un’esperienza libera e personale. L’opera è il risultato di un processo di ricerca condotto sul territorio in stretta collaborazione con Nicola Scaldaferri, etnomusicologo e professore dell’Università degli Studi di Milano, iniziato nella primavera 2018.
Urla è l’Opera Sonora di Massa numero 6 nella serie di creazioni dell’artista Yuval Avital su larga scala che coinvolgono realtà diverse ed eterogenee. Composta appositamente per Open Sound Festival, è stata pensata una partitura geografica per cortei paralleli di artisti sonori lucani, stazioni strumentali e azioni teatrali con la direzione scientifica di Nicola Scaldaferri, la produzione di Nico Ferri e la direzione artistica di Dino Lupelli.
Url è tra le più complesse opere di Avital (Gerusalemme 1977), già noto per le sue installazioni icono-sonore a grande scala, per opere che mettono in stretta relazione tradizioni ancestrali ed elementi fortemente contemporanei, per le performance collettive che coinvolgono masse sonore nella creazione di rituali contemporanei.
Un labirinto collettivo poetico e rumoristico, ricco di sorprese e connubi inaspettati, l’opera è fortemente ispirata da rituali, processioni, magia e mistero presenti in molti strati della cultura lucana e propone un viaggio onirico attraverso il suono, o addirittura nel suono.
L’artista spiega: “Ogni percorso di ascolto all’opera sarà per forza parziale, soggettivo, individuale. Si può seguire un corteo e poi passare ad un altro; ci si può smarrire nei Sassi o sdraiarsi sopra un tetto, ascoltare da una mongolfiera o sedere a fianco di una stazione sonora per l’intera durata dell’Opera/zione. Va vissuta in pieno, in libertà. E ora, preparati e urla!”
Open Sound è un’opera collettiva guidata da un ensemble curatoriale multiforme composto da Nicola Scaldaferri, docente universitario e etnomusicologo; Nico Ferri, coordinatore del progetto, direttore del Centro Cecilia di Tito e founder del Pollino Music Festival; Manuel Tataranno, frontman della Krikka Reggae e founder del Metaponto Beach Festival; Dino Lupelli, direttore artistico specializzato in musica indie ed elettronica; Yuval Avital, compositore internazionale, artista multimediale e chitarrista, nonché guest artistic director di Open Sound.
Tra i partner anche Red Bull che ha introdotto Open Sound attraverso la recording session OSA – Open Sound Academy: una settimana di full immersion nel Red Bull Music Studio a Matera che ha visto incontrarsi i suoni ancestrali della Basilicata (Agotrance), i suoni acustici contemporanei (Dardust), i suoni elettronici (go-Dratta; Mantra Groove Station). Alcuni interventi sono state registrati, per un successivo rilascio con licenza copyleft, in una versione editata della session che diventerà una vera e propria traccia permanente di questo lavoro.
Nella sua prima edizione Open Sound Festival ha offerto agli abitanti culturali di Matera mostre, installazioni, workshop e prove aperte, performance sonore tra l’universo ancestrale di antichi strumenti lucani e la musica contemporanea, rappresentata da musicisti e producer di profilo internazionale: installazioni sonore, performance e opere visive di Yuval Avital, i dj set di Alioscia Bisceglia e Terra Terra Sound System nel complesso Le Monacelle e i live a Cava del Sole con Alèfe, Consciousness Sound System, Dadematto, Douglas Dare, Julian Zyklus, Mantra Groove Station, JoyCut, Nu Guinea, Dardust+Agotrance, go-Dratta+Alberico Larato, Night Skinny, Clap! Clap!, Paolo Baldini DubFiles, Clap! Clap!, Consciousness Sound System e Dub Sheperds Sound System.
Per cinque giorni consecutivi Open Sound Festival ha esplorato le radici della musica come fenomeno di produzione collettiva e ha valorizzato la musica come bene comune.
Open Sound Festival è un progetto di Matera Capitale Europea della Cultura 2019 co-prodotto da Multietnica e Fondazione Matera-Basilicata 2019, in collaborazione con MUSIC Innovation Hub Spa – Impresa Sociale (Milano, IT), Europavox (Clermont Ferrand, FR), Krikka (Bernalda, IT), Università degli Studi di Milano (Milano, IT). Realizzato con il sostegno del fondo etico di Bcc Basilicata (Banca di Credito Cooperativo della Basilicata).
Video di Sound Parade per Open Sound Festival (SassiLive Tv)
Di seguito la fotogallery di Sound Parade per Open Sound Festival (foto www.SassiLive.it)