Fp Cgil Potenza: “Preoccupazione futuro IRCCS Crob di Rionero, subito nomina del direttore e incontro in Regione”. Di seguito la nota integrale.
C’è preoccupazione per il futuro dell’Irccs Crob. Il clima di incertezza e le paure per il futuro dell’unico Irccs lucano, centro di riferimento oncologico regionale, si respirano chiaramente appena si varca la soglia dell’istituto. Tra lavoratori, pazienti e familiari. Ma anche nella stessa cittadina del Vulture e in tutta la regione.
L’audizione dell’allora direttore generale Giovanni Battista Bochicchio, del direttore amministrativo Cristiana Mecca e del direttore scientifico Alessandro Sgambato con il presidente della IV Commissione consiliare permanente, Politiche Sociali, Massimo Zullino, risalente allo scorso mese di luglio, aveva fatto emergere un quadro «estremamente critico». Un’analisi impietosa, come la Fp Cgil l’aveva definita già all’indomani della diffusione dei risultati dell’audizione, che non manca di destare grande inquietudine e apprensione sia nei lavoratori che negli utenti e nella popolazione nel suo complesso, facendo ricomparire all’orizzonte spettri di smantellamento che ciclicamente tornano ad aleggiare sulla struttura, le cui condizioni “sfiorano”, secondo Zullino, “il completo dissesto”.
Nel frattempo, nel 2020, l’Istituto sarà nuovamente sottoposto alla procedura ministeriale di verifica per ottenere la conferma di Irccs, con requisiti sempre più stringenti che, in una piccola realtà come quella della Basilicata, sarà difficile rispettare. Eppure come Fp Cgil riteniamo che le potenzialità per la riconferma e per un rilancio della struttura, che può assurgere a riferimento per la rete oncologica regionale e diventare altresì polo attrattivo per la mobilità attiva, ci sono tutte. Seppur vero che da qualche tempo l’Irccs Crob sta combattendo con numerose criticità, prima fra tutte la carenza di personale, soprattutto di medici, non si può sottacere che non tutte le scelte del passato “si sono rilevate inconcludenti ed errate”. Sul Crob, negli ultimi 20 anni, sono state fatte una serie di scelte lungimiranti che, unite al lavoro dei manager e del personale nel suo complesso, dei ricercatori e dei collaboratori, hanno portato al traguardo del riconoscimento del carattere scientifico dell’Istituto. Un traguardo prestigioso e per nulla scontato in una piccola regione come la Basilicata, dai numeri risicati e sempre più in balia di emigrazione, spopolamento e denatalità. Sicuramente nell’ultimo periodo si è assistito in alcuni casi ad una sorta di politica di smembramento dell’Irccs regionale, che si è visto gradualmente svuotato di risorse, di personale e di politiche di investimento, contingenze che hanno iniziato a pesare in maniera sempre più pressante sul personale, spesso demotivato, disincentivato, scoraggiato. Proprio in quest’assenza di progettualità andrebbe letta a nostro avviso la spinta di diversi lavoratori ad andare via, alla ricerca di nuovi sbocchi professionali, creando un via vai soprattutto di medici che non ha di certo giovato alla crescita del Centro di riferimento oncologico lucano.
Come Fp Cgil riteniamo, pertanto, sia importante analizzare le criticità e fare una seria programmazione che punti sulla ricerca e investa sulla chirurgia, sulla radioterapia e sulla immunoterapia, branche che nella lotta al cancro sono su di un “podio” che non conosce secondo o terzo posto ma unicamente ruoli chiave, di protagonisti, in quella lotta che tutti i giorni si affronta per sconfiggere il male del secolo.
Riteniamo sia importante investire in nuove ed avanzate tecnologie, senza tuttavia distruggere quanto di positivo è stato fatto negli anni scorsi in termini di investimenti, creando altresì ingiustificati allarmismi che allontano dalla struttura pazienti ed anche operatori. A proposito della Radioterapia, il presidente della IV commissione ha parlato, tra le altre cose, della presenza al Crob di 3 macchinari obsoleti. Seppur nella consapevolezza che l’avanzamento della nuova tecnologia porta, senza ombra di dubbio, a continui e costanti miglioramenti della strumentazione in campo medico, purtuttavia è bene sottolineare come sia solamente il primo linac del Crob, quello con il quale nel 1999 partì la prima radioterapia lucana e già in dismissione, a potersi definire obsoleto; il terzo acceleratore, il Trilogy, installato nel 2011, è a tutt’oggi uno dei più avanzati e moderni macchinari per la radioterapia, unico in regione e tra i pochi così avanzati presenti a livello nazionale, utilizzato, tra l’altro, anche all’Istituto Oncologico Europeo di Milano.