La materana Michela Fiore si è laureata all’Accademia di Belle Arti dell’Università di Lecce discutendo la tesi su Luigi Guerricchio e il suo tempo – la Lucania “ingabbiata”, con la chiarissima Patrizia Staffiero. Una tesi che rappresenta un omaggio a uno degli artisti lucani, Luigi Guerricchio, che ha dato lustro alla città di Matera e alla sua provincia. E anche la neo dottoressa Michela Fiore è rimasta affascinata e colpita dall’opera di Guerricchio, a cui la città ha dedicato il balcone che si affaccia sul Sasso Barisano, in piazza Vittorio Veneto.
Abbiamo chiesto alla neo laureata come è nata l’idea di concludere un percorso di studi con l’artista materano Luigi Guerricchio.
“In un’Accademia Pugliese dove viene dato più spazio all’artista contemporaneo pugliese e di respiro europeo e considerato che su di loro è stato scritto tanto, ho pensato ad una figura che appartenesse al mio vissuto per trovare legami con questa persona, che come me è partita, è uscita dalla propria città per trovare l’arte altrove, anche se Guerricchio non ha mai interrotto il suo legame, le sue radici con Matera”.
Cosa l’ha colpita dell’artista materano a tal punto da dedicare a lui la tesi finale del percorso di studio?
“Innanzitutto in Guerricchio si nota subito che l’artista si è liberato di quell’alone di “provincialismo” che spesso colpisce i pittori locali. Secondo me Guerricchio non si è lasciato influenzare da un gusto che imperava nel territorio, quale, per esempio, la pittura di genere che proveniva dalla scuola napoletana, che era l’unico punto di riferimento per i giovani artisti lucani. Egli si è confrontato, invece, con l’arte contemporanea europea. In questa, l’artista Guerricchio ha sperimentato diversi linguaggi che ho riscontrato nelle sue opere e che abilmente ha saputo coniugare con la condizione sociale della propria terra. Mi viene spontaneo parlare di stili come quello espressionista, impressionista, il cubismo e l’informale che mi hanno consentito di trovare un Guerricchio altamente versatile che mi ha preso, mi ha intrigato e affascinato. Voglio sottolineare che la sua pittura non è volta verso la ricerca del bello ma verso una realtà grottesca e a volta caricaturale. In lui ho riscontrato alcune sfaccettature che riprenderanno la grafica satirica di alcuni grandi artisti come Daumier o Grosz, che utilizzavano il loro linguaggio pittorico come strumento di lotta politica. In Guerricchio non troviamo lo stesso accanimento verso la politica. Ciò che lo accomuna a questi due artisti è aver rivolto l’attenzione a personaggi che, pur anonimi, comunicano il proprio disagio sociale attraverso dei segni appartenenti al proprio mondo. Infatti la maggior parte dei personaggi ritratti da Guerricchio indossano abiti sdruciti e hanno i volti segnati dalla fatica. Penso che anche chi non conosce le situazioni sociali materane comprende immediatamente che si tratta di una civiltà contadina”.
Perché ha deciso di assegnare alla sua tesi il titolo di Lucania “ingabbiata”, un titolo che ci sembra molto intrigante?
“Perché la pittura di Guerricchio essendo incentrata sulla realtà lucana esprime tutto il suo percorso, la sofferenza che la nostra gente ha dovuto subire fino agli Anni 80 e l’evoluzione e le migliori condizioni di vita che sono evidenti nelle ultime opere dell’artista, quando si da un isolamento sociale e ci si apre agli altri anche culturalmente”.
Nella storia dell’Arte dove colloca Guerricchio la materana Michela Fiore?
“Secondo me inserire l’artista materano in una sola corrente sarebbe come sminuire le sue qualità. Guerricchio per la sua poliedricità, per il suo essere sfuggente e, soprattutto per la grande sensibilità che ha sempre mostrato verso la gente lucana, è un artista senza tempo e la sua pittura è sempre più attuale”.
Che sensazioni ha provato realizzando questa tesi?
“Attraverso Guerricchio, sono entrata nella storia materana, che non conoscevo, e mi ha resa orgogliosa perché l’artista è riuscito a trasmettere attraverso la sua arte, la sua pittura, una grande dignità al suo popolo, alla sua gente, al suo concittadino e di questo, ne sono fiera.”
Nella foto in alto l’opera “Domenico”, uno dei capolavori di Luigi Guerricchio e in basso Michela Fiore la neo-laurata materana che ha discusso la tesi sul pittore materano Guerricchio