Le trasformazioni del sistema pensionistico da retributivo a contributivo, insieme alla contemporanea maggiore frammentazione contrattuale nel mondo del lavoro, difficilmente potranno assicurare un importo adeguato alle pensioni future dei giovani e di tutti coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il 1 gennaio 1996, in particolare per coloro che avranno carriere lavorative discontinue, brevi o con bassi salari. È l’allarme lanciato a Matera dalla Cgil all’incontro “Giovani e pensioni rivolti al futuro” con il quale la Cgil Basilicata ha aperto la settima edizione di “Liberiamo il futuro”, la manifestazione dedicata ai temi del lavoro e dei diritti.
Offre un quadro più dettagliato Andrea Borghesi, segretario generale Nidil Cgil: “Il lavoro precario, discontinuo, le basse retribuzioni, lo stesso part time abbassano la pensione dei giovani. Con il sistema contributivo quanto si versa soprattutto all’inizio della carriera lavorativa è fondamentale per avere pensioni dignitose. La lotta alla precarietà e per salari più alti significa quindi anche dare una prospettiva previdenziale alle giovani generazioni. Tra le priorità da affrontare c’è anche quella del riconoscimento della contribuzione ai lavoratori delle gestione separata, nello specifico i collaboratori in caso di mancato versamento del datore di lavoro (automatismo delle prestazioni). A differenza di quanto avviene per i lavoratori dipendenti infatti – continua Borghesi – in caso di mancata contribuzione da parte del committente, il collaboratore non vede accreditati contributi previdenziali per quel periodo ai fini della pensione e delle altre prestazioni. Siamo all’assurdo che, oltre a non avere i contributi per la pensione, il lavoratore non possa in questo caso avere prestazioni quali la malattia, la disoccupazione, gli assegni al nucleo familiare. Sempre per i collaboratori si crea il paradosso di versare all’Inps una quota di contributi (11,41%) maggiore di quella che versano mediamente i lavoratori dipendenti (9,19%) ma di avere in cambio prestazioni comunque inferiori sul versante assistenziale; ciò di fatto riduce la quota di contributi a carico delle imprese committenti rispetto a un normale datore di lavoro subordinato. Sulle prestazioni sociali dei lavoratori della gestione separata consideriamo quindi positivo il decreto appena varato che contiene un rafforzamento delle tutele in termini di accesso e aumento delle indennità per malattia”. Un cenno, poi, alle partite Iva, che hanno già un’aliquota inferiore (25,72%), “e per i quali – conclude Borghesi – non c’è alcun meccanismo di riparto della contribuzione, avendo la contribuzione previdenziale interamente a loro carico. A oggi è prevista solo una rivalsa facoltativa nei confronti del committente, pari al 4%”.
Il rapporto tra giovani e pensione, dunque, è per la Cgil una vera e propria emergenza, rispetto alla quale il sindacato propone come soluzione la “pensione di garanzia”, ovvero “un intervento dello Stato in tutte quelle situazioni in cui non si matureranno trattamenti decenti con la sola contribuzione da lavoro del lavoratore/lavoratrice”. Dichiara Ivan Pedretti, segretario generale dello Spi Cgil: “La questione giovanile nel nostro Paese è stata lungamente sottaciuta e deve quindi essere assolutamente affrontata. Penso che sia necessario guardare alla possibilità di introdurre una pensione di garanzia, come del resto sosteniamo da tempo, per evitare di avere in futuro una generazione di pensionati poveri o poverissimi. Credo però sia ancora più importante dare ai nostri giovani un lavoro certo, stabile e ben retribuito. Se non si parte da qui sarà difficile offrirgli una prospettiva diversa e migliore”.
Il tema, di estrema importanza, sarà sottoposto anche all’attenzione del nuovo governo. Aggiunge Roberto Ghiselli, segretario nazionale Cgil: “Per la Cgil garantire ai giovani una adeguata prospettiva previdenziale ha rappresentato in questi anni una priorità nelle richieste che abbiamo rivolto ai diversi governi, come faremo con quello che si sta insediando in questi giorni. Non possiamo condannare le nuove generazioni a un futuro di incertezza, prima nel mercato del lavoro e poi quando si diventa anziani. L’attuale normativa non offre un sostegno adeguato, soprattutto per i giovani che passano attraverso lavori discontinui o precari, con basse retribuzioni o a part-time. In questo caso la nostra proposta si chiama pensione di garanzia, cioè un aiuto a chi, pur impegnandosi nel mercato del lavoro, non è stato in grado di costruirsi con le sue forze una pensione dignitosa”. Al dibattito, coordinato dal caporedattore della TgR Rai Basilicata Oreste Lopomo, ha preso parte anche il presidente Centro studi e ricerche itinerari previdenziali Alberto Brambilla.
Nel particolare anno di Matera Capitale europea della cultura 2019 ampia discussione sul tema “Cultura, tecnologia e scienza. Le coordinate per costruire il futuro”. Al dibattito hanno partecipato il vicesegretario generale nazionale Cgil Vincenzo Colla, il direttore del Museo Galileo di Firenze Paolo Galluzzi, l’ex consigliere di amministrazione Rai Guelfo Guelfi, il responsabile HR Indra Italia Roberta Ficorella e la ricercatrice-teaching assistant Luiss Rosa Fioravante. A introdurre l’argomento, nella sua relazione iniziale, è il segretario generale Cgil Matera Eustachio Nicoletti. “L’esperienza di Matera Capitale europea della cultura 2019 – dice Nicoletti – nonostante i limiti nella programmazione e i ritardi nella realizzazione delle infrastrutture materiali e immateriali, pur tenendo in debita considerazione i risultati economici positivi legati alle presenze turistiche, deve indurre il governo regionale a investire seriamente sulla filiera della cultura. In tale solco, le infrastrutture digitali possono rappresentare un supporto fondamentale, a partire dal 5G. L’innovazione tecnologica e della ricerca a supporto del turismo digitale può essere importante strumento per la valorizzazione del patrimonio culturale e artistico di Matera, per lo sviluppo delle industrie creative e digitali, per l’efficienza energetica e per il monitoraggio ambientale, tutti elementi che fanno di Matera una città smart”.
Conclude il vice segretario generale nazionale Cgil Vincenzo Colla: “L’innovazione deve essere la parola chiave di ogni scelta futura purché, però, sia coniugata a quella di protezione sociale. Lo sviluppo che dovremo contribuire a creare, anche esercitando a pieno il nostro ruolo di maggiore forza sociale, non potrà che essere sostenibile ed andare incontro alle nuove esigenze che sempre più prepotentemente salgono dal mondo del lavoro e dall’impegno dei giovani, che è quella di una produzione rispettosa dell’ambiente ed improntato ad un nuovo umanesimo. È su questa traiettoria che i temi della nuova cultura, che omaggia quella tradizionale, della scienza che cresce dentro i limiti di un umanesimo rispettoso dell’uomo e della sua natura, e dell’innovazione tecnologica nella produzione e diffusione di merci e servizi, concepiti sempre più come filiera e non come singolo sito od azienda, che si dovranno incontrare e dispiegare le nuove politiche e le nuove relazioni industriali. Il sindacato, tutto, con la sua grande forza organizzata e le sue strategie innovative ha ora una grande opportunità di riprendere un cammino nuovo di benessere per chi lavora, di prospettive e di sicurezza per il futuro dei giovani, specie qui nel Sud dove troppe risorse intellettuali emigrano privando il Paese del loro patrimonio di sapere, della crescente moltitudine di anziani cui il wellfare dovrà dare risposte adeguate ai nuovi bisogni. La cultura e l’innovazione sono le leve su cui agire per riportare il Paese a reincamminarsi verso un progresso diffuso ed una crescita sana ”.
La giornata si è chiusa con il concerto in piazza Matteotti di Francesca Prestia e di Ragnatela folk band.
Programma di sabato 7 settembre
Il dibattito si sposta a Potenza, in piazza Don Bosco. Alle 17 apriranno i lavori il sindaco Mario Guarente e la segretaria Cgil Basilicata Giuliana Scarano. Alle 17.15 per “Un’ora con” Angela Mauro, giornalista Huffingtonpost, intervista l’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano. Alle 18.30 dibattito “Mezzogiorno, Mediterraneo, Europa. Economia, innovazione, comunità per un nuovo contratto sociale”. Interverranno la vicesegretaria generale nazionale Cgil Gianna Fracassi, l’economista Riccardo Realfonzo, il capo area Incentivi e Innovazione Invitalia Ernesto Somma, il segretario generale UGTT Noureddine Taboubi, l’europarlamentare Gruppo S&D Andrea Cozzolino, il direttore Svimez Luca Bianchi, il presidente della Regione Basilicata Vito Bardi e il segretario generale Cgil Basilicata Angelo Summa. Coordina Marco Panara, giornalista di La Repubblica. Alle 21 concerto di “Micol arpa rock”. Alle 21.45 concerto di “Ghemon”.
Come ogni anno la piazza della Cgil sarà aperta e partecipata, con la presenza di circa 30 associazioni e l’allestimento temporaneo di un “Baby pit-stop” (area riservata per l’allattamento al seno e fasciatoio per cambio dei bambini). Spazio anche all’arte, a Potenza, con la realizzazione di un murale in piazza mercato, allestito con stand gastronomici. Ad accogliere i visitatori in piazza Don Bosco, oltre agli stand delle associazioni, degli enti e delle istituzioni che hanno aderito alla manifestazione, anche una mostra fotografica multimediale con gli scatti del progetto “Migranti oggi” del reporter lucano Alessandro Zenti e di “Wiki loves Basilicata”.
A Potenza, infine, si svolgerà il laboratorio LUUMI (Laboratorio urbano umano in materia di innovazione) all’interno del quale, con la partecipazione di esperti di urbanistica e partecipazione, verrà realizzata la “mappa di comunità” di rione Verderuolo a Potenza, dalla quale verrà poi estrapolata una proposta di rigenerazione urbana da presentare all’amministrazione comunale. Ancora, dal capoluogo di regione verrà lanciato un concorso di idee rivolto ad architetti, urbanisti e progettisti per la riqualificazione di Covo degli arditi, uno dei luoghi abbandonati della città.
Di seguito la relazione introduttiva del segretario generale della Cgil Matera, Eustachio Nicoletti
La 7° Festa della Cgil di Basilicata – Liberiamo il futuro si propone di rimettere al centro del dibattito il lavoro e i diritti. Momenti di incontro e di partecipazione democratica che insieme ai concerti serali, animeranno piazza Chiesa del Purgatorio e Piazza Matteotti (Concerto Festival Ragnatela Folk) a Matera, venerdì 6 settembre e piazza Don Bosco a Potenza sabato 7 e domenica 8 settembre.
“UN MONDO NUOVO” è il titolo scelto per questa edizione con la quale la Cgil Basilicata vuole aprire una riflessione sui temi dell’uguaglianza, dello sviluppo sostenibile, della cittadinanza, della solidarietà, dei giovani, della cultura e innovazione.
Un confronto sui grandi assi per lo sviluppo e il futuro del Mezzogiorno e del Paese, sulle scelte di politica economica per delineare le grandi traiettorie di investimento e di collegamento con i settori più moderni e più dinamici del sistema produttivo.
Questo perché, in un mondo in cui il fabbisogno è destinato a crescere e con lo spostamento di folle sempre più consistenti di individui, siamo convinti che vada aperta una larga mobilitazione delle coscienze attraverso un RINASCIMENTO CULTURALE che contribuisca a realizzare un mondo nuovo, più giusto, più pulito e sostenibile.
Un MONDO NUOVO dove vanno ribaltati i paradigmi di sfruttamento e messo al centro il LAVORO, puntando su un NUOVO UMANESIMO che produca la riconversione delle economie e delle politiche industriali oltre ad indirizzare verso la transizione energetica e verso la rivoluzione ecologica.
A partire dalla Capitale europea della cultura 2019, si intende contribuire alla costruzione di un MONDO NUOVO perché è in una prospettiva globale che va pensato il futuro dell’Italia, del Mezzogiorno e quella di una piccola regione come la Basilicata, che ha bisogno di pensarsi all’interno dei grandi accadimenti che ci sovrastano, con le sue difficoltà e con le sue tante opportunità.
Infatti, la Basilicata e il Mezzogiorno affinché ritrovino una precisa collocazione in uno spazio globale, tra il Mediterraneo e l’Europa, è necessario che si porti al centro dei processi che ci attraversano e ci cambiano costantemente.
Un “laboratorio mondo” all’interno del Mezzogiorno che investa sulla transizione energetica, su un governo illuminato della cosa pubblica, sulla CULTURA formativa, specialistica e promozionale nelle interrelazioni con l’INNOVAZIONE e le SCIENZE.
L’apertura a Matera della Festa Cgil Basilicata, nel particolare anno in cui è Capitale europea della Cultura, prevede l’approfondimento delle tematiche riguardanti i GIOVANI e le PENSIONI ed il rapporto tra CULTURA, TECNOLOGIA E SCIENZA.
GIOVANI E PENSIONI
Parlare di prospettiva previdenziale dei giovani vuol dire parlare del FUTURO delle nuove generazioni, dei loro progetti di vita, delle loro certezze.
Lo è ancora di più in una terra, quella lucana, dove esiste un innalzamento dell’età dei giovani quando iniziano l’attività lavorativa, determinata inesorabilmente dall’impossibilità di trovare un’occupazione stabile che li costringe a periodi di inattività o di disoccupazione.
Un quadro molto preoccupante che rende improcrastinabile il tema della previdenza ed in particolare delle pensioni assume una rilevanza importante e particolare quella relativa ai giovani, donne e gravosi.
Per questo è necessario dotare il nostro paese di una VERA RIFORMA PREVIDENZIALE CHE SUPERI STRUTTURALMENTE l’impianto complessivo delle Legge Fornero, che guardi ai giovani.
Altrimenti, il rischio è quello che i quarantenni di oggi che hanno iniziato a lavorare dopo il 1996 con un lavoro saltuario e scarsamente remunerativo o in part-time, ricadendo nel contributivo puro, rischiano di andare in pensione a 73 anni.
Invece, per i giovani e lavori poveri che hanno iniziato a lavorare nel 2014 i quali potranno andare in pensione nel 2057 a 73 anni con un assegno di 265,49 euro, anche perché, nel sistema contributivo, manca un meccanismo di integrazione.
Proposta della CGIL per i giovani una PENSIONE di GARANZIA che, trovando un equilibrio tra contributi e vecchiaia, assicuri un assegno di mille euro a chi somma 66 anni di età e 42 anni di anzianità.
Per questo, si tratta di valorizzare il livello contributivo dei periodi di STAGE, RICERCA del LAVORO, ASSISTENZA FAMILIARI.
CULTURA – TECNOLOGIA – SCIENZE
La scelta dell’approfondimento sulla CULTURA, TECNOLOGIA E SCIENZA è stato motivato dal fatto che negli ultimi decenni, le interazioni sono diventate così forti che non è più possibile procedere nell’uno o nell’altro campo senza un’educazione che li comprenda.
L’accelerazione dei processi di trasformazione indotti dall’innovazione tecnologica e la profondità dei loro effetti a livello individuale e collettivo hanno generato un’attenzione crescente intorno alle tecnologie ed al loro ruolo rispetto alla scienza ed alla cultura.
Le influenze tra avanzamento della scienza e progresso della tecnologia sono andate crescendo sempre di più, e sono passate dalla fase delle innovazioni empiriche basate sull’ingegnosità artigiana a quella delle innovazioni empiriche basate direttamente sull’applicazione di principi e leggi scientifiche.
Le influenze sulla cultura, che sempre la tecnologia ha avuto, sono diventate oggi più dirette per le caratteristiche di alcune nuove tecnologie, quelle basate sull’automatica, sull’informatica, sul digitale, sulla robotica, sulle nanotecnologie, e sull’integrazione con le telecomunicazioni (la telematica).
Il ritardo culturale italiano nella percezione della rilevanza della tecnologia rispetto alla scienza ed alla cultura ed in particolare il ritardo nella diffusione delle metodologie e dei linguaggi connessi alle nuove tecnologie rischiano di generare nuovi errori di impostazione.
Il rischio è quello di non cogliere il nesso che vi è tra innovazione tecnologica e sviluppo di nuovi approcci scientifici, e quindi di relegare il nuovo solo in indirizzi e discipline tecniche.
Per questo è fondamentale un MONDO NUOVO dove vanno ribaltati i paradigmi di sfruttamento e messo al centro il LAVORO, puntando su un NUOVO UMANESIMO che, attraverso un RINASCIMENTO CULTURALE, apra una larga mobilitazione delle coscienze.
In tal senso Cultura, creatività e innovazione possono costituire il motore dello sviluppo economico e sociale, trasformando il capitale intellettuale in crescita economica e sociale e consentendo lo sviluppo sostenibile in una società inclusiva.
L’esperienza di Matera – Capitale europea della cultura 2019, nonostante i limiti nella programmazione ed i ritardi maturati nella realizzazione delle infrastrutture materiali e immateriali e, tenendo in debita considerazione, i risultati economici positivi legate alle presenze turistiche, deve indurre il neo-governo regionale di Basilicata ad investire sulla FILIERA della CULTURA (turismo, commercio, trasporti, attività immobiliari, marketing e pubblicistica) per sfruttare il valore aggiunto prodotto dalla cultura sulla ricchezza e sull’occupazione di tutta la regione e dei territori meridionali.
Per questo le INFRASTRUTTURE DIGITALI possono rappresentare un supporto fondamentale per la promozione e la governance della Filiera della Cultura in grado di determinare lo sviluppo produttivo in grado di rivoluzionare un territorio.
Per la Città di Matera e per tutta la Basilicata, la sperimentazione della nuova tecnologia del 5G rappresenta una opportunità fondamentale per sviluppare le attività imprenditoriali attraverso:
• realizzazione di un vero e proprio laboratorio della tecnologia mobile di ultima generazione;
• sfruttandone le potenzialità per accelerare lo sviluppo dei servizi innovativi necessari al rilancio dell’economia del nostro Paese grazie al forte impulso per l’Internet of Things.
A Matera, capitale europea della cultura 2019, si potrebbero esplorare le frontiere legate alla ricostruzione 3D di siti archeologici e musei, con visite virtuali ai Sassi, al Parco della Murgia Materana e alle numerose chiese presenti sul territorio.
L’innovazione tecnologica e della ricerca a supporto del turismo digitale relativo alla valorizzazione del patrimonio culturale e artistico di Matera, Capitale europea della cultura 2019.
L’innegabile vocazione turistica di Matera e la crescita esponenziale che questo settore sta continuando ad avere durante il 2019, anno in cui la città dei Sassi è la Capitale Europea della Cultura, offre un habitat di stimolo ed energia ulteriore, fonte di ispirazione per startup, grandi imprese, capitali, progettualità d’avanguardia, con particolare focalizzazione sulla tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, lo sviluppo delle industrie creative e digitali, delle tecnologie per l’efficienza energetica e per il monitoraggio ambientale, delle smart cities.
In questa direzione, l’Amministrazione comunale ha inteso programmare Magnet, il villaggio digitale nei Sassi di Matera.
Un HUB per la ricerca e l’innovazione tecnologica che traendo forza dal magnetismo di Matera e del suo patrimonio storico, artistico e architettonico diventa punto di riferimento scientifico e culturale della nuova generazione di imprenditori dell’ultra tecnologico.
Condizioni queste affinchè la sperimentazione del 5G promossa dal MISE, con un investimento di oltre 60 milioni di euro in 4 anni, e aggiudicata dal Consorzio TIM, Fastweb e Huawei, affinchè diventi strutturale è necessario investire per creare le condizioni di lunga durata.
La Basilicata ha bisogno di ribaltare le prospettive nefaste di un’area, il Mezzogiorno, che si spopola e che rischia nel giro di 30 anni di perdere 2 milioni di abitanti, secondo le stime di Istat e della Svimez.
Partiamo da questi punti di criticità per cercare di disegnare le direttrici di un nuovo modello sociale, economico, umano in cui declinare la nostra idea di Basilicata e l’azione sindacale dei prossimi mesi.
Per questo la nuova fase di governo regionale deve accettare la sfida al fine di ritrovare un adeguato spazio politico e il superamento dello stato di isolamento nel quale si trova la Basilicata, puntando a realizzare un nuovo modello economico.
La fotogallery della tappa di Matera di Liberiamo il futuro (foto www.SassiLive.it)