SANITA’ FUTURA: PROSEGUE “CACCIA AGLI SPRECHI” NELLA SANITA’ LUCANA
Nel 2010 le prestazioni ospedaliere erogate in Basilicata sono costate 95 milioni di euro di “sprechi”, vale a dire, rispetto al valore delle prestazioni che ammonta a 304,4 milioni, si sono spesi effettivamente 399,4 milioni. La percentuale di spreco attribuita alla Basilicata è del 23,8%. Sono dati contenuti nel Rapporto «Ospedali & Salute 2011», realizzato da Aiop, l’Associazione Italiana Ospedalità Privata, in collaborazione con Ermeneia – Studi & Strategie di Sistema, a testimonianza che cresce la quota d’inefficienza degli ospedali pubblici che ricevono un finanziamento più alto del valore delle prestazioni che erogano. Gli sprechi vanno da un minimo del 17,2% del Veneto a un massimo del 46,4% della Calabria.
Ancora, nelle settimane scorse, la Corte dei Conti ha denunciato miliardi di euro sprecati ogni anno in campo sanitario, dove il 29% delle risorse stanziate va perduto.
E’ il caso di informare gli utenti del Servizio Sanitario Regionale che complessivamente il budget di spesa per le politiche di sanità regionale per il 2012 sarà di 1.112.898.441,84 euro di previsioni di competenza a cui aggiungere 196.106.585,26 euro di previsioni di cassa a fronte di € 3.135.348.412,87 per lo stato di previsione di competenza di € 4.422.295.257,45 dello stato di previsione di cassa delle entrate della Regione Basilicata per l’esercizio finanziario 2012. Circa un terzo del bilancio regionale è dunque destinato alla sanità con le voci più importanti che sono quelle delle risorse per la rete ospedaliera e le infrastrutture sanitarie (96 milioni), il ripiano dei disavanzi delle Asl (45 milioni), i trasferimenti alle Aziende Sanitarie per la gestione del SSR (36,7 milioni), altre azioni di supporto alla gestione del SSR ed altre attività in materia di tutela della salute e della sanità veterinaria (13,4 milioni), le iniziative di supporto ed innovazione dei servizi sanitari (2 milioni).
Si tratta di cifre consistenti che richiedono il massimo impegno e la massima vigilanza contro gli sprechi della spesa sanitaria che si annidano innanzitutto negli ospedali e non solo.
Non può pertanto che farci piacere la denuncia della FIMMG (Federazione Italiana Medici Medicina Generale) del Materano per la mancata applicazione della LR 17/2011 che impone ai medici degli ospedali e dei distretti sanitari di utilizzare per le prescrizioni farmacologiche e le prestazioni specialistiche il ricettario del Servizio Sanitario Nazionale. Una misura voluta per contenere i costi. Come non può che farci piacere l’annuncio del segretario provinciale della FiMMG dott. Tommaso Dubla, in caso questa situazione perduri, di adire le vie legali.
Vorrei ricordare che nelle settimane scorse abbiamo incontrato a Potenza il Dott. Antonio Santangelo, segretario provinciale della FIMMG proprio per affrontare questioni simili, che hanno spinto nei giorni passati i medici di medicina generale della provincia di Potenza ad un punto di esasperazione, sfociata nell’astensione da prescrizioni di prestazioni di riabilitazione e rinviandone l’adempimento all’ASL. Un ennesimo elemento di crisi che in realtà si deve all’incancrenirsi di situazioni problematiche non gestite a monte dalla Regione e dalle ASL.
Durante il confronto abbiamo constatato di avere un denominatore comune fatto semplicemente di senso del dovere, di rispetto delle regole, di buon senso e di insofferenza ormai inaccettabile dovuta alla latitanza della Regione riguardo i protocolli terapeutici della riabilitazione ambulatoriale. Un’area di prestazioni questa che anacronisticamente, in Basilicata, si continua a definire fisioterapia, a volte banalizzandola, quando nel resto d’Italia è riabilitazione ambulatoriale.
Abbiamo condiviso l’attenzione che il dott. Santangelo ha voluto imporre attraverso una sua dura lettera indirizzata alla Direzione ASL, sottolineando che le “prescrizioni” oggetto di contestazione ai medici di famiglia sono anche un problema per le stesse strutture e per gli stessi pazienti. Al solito ci si trova di fronte a qualcosa generato da complicazioni e confusioni sedimentate nel tempo su cui la Regione continua ad indugiare aumentando così l’aggravarsi delle tensioni sui territori.
Di qui il significato delle indicazioni-proposte che abbiamo presentato anche in occasione della nostra recente conferenza stampa per ridefinire in modo sistemico le funzioni e la struttura dell’offerta la quale sembra essere determinata più per spinte interne che per un reale orientamento ai bisogni sanitari e all’efficienza economica.
Intendiamo tra l’altro puntare attraverso una strategia di riposizionamento dell’offerta di servizi e prestazioni sulla riconversione delle aree della specialistica ambulatoriale attraverso progetti-obiettivo-risorse per raggiungere il mix pubblico-privato più adeguato per raggiungere lo scopo qualificante di azzerare il saldo della mobilità passiva. Un maggiore equilibrio tra pubblico e privato produrrebbe senz’altro effetti di sana complementarità da perseguire non certo con l’abbattimento sino al 20% dei tetti di spesa che ricade sulle imprese della sanità privata più piccole con ricadute e conseguenze negative ancora sugli utenti e sui titolari di ambulatori e laboratori.
Michele Cataldi, presidente onorario Sanità Futura