Si apprende che durante l’audizione in IV Commissione Consiliare Permanente, Vincenzo Basentini, proprietario di due centri dialisi privati accreditati di Potenza e Policoro, ha dichiarato: ”Se si garantisse a noi la possibilità di offrire il servizio per una percentuale più alta la sanità pubblica ne risparmierebbe. In Basilicata ci sono 486 dializzati, a ciascuno di loro servono 13 prestazioni al mese. La Regione potrebbe risparmiare intorno ai 30 milioni”.
Quanto sopra riportato, specie nei confronti della intera Comunità e dei pazienti emodializzati che sicuramente rappresentano uno sforzo sanitario, economico e sociale rilevante cui la società civile è chiamata a dare adeguata risposta , merita un momento di attenta analisi.
Non comprendendo come si sia giunti a calcolare un presunto risparmio di 30 milioni di euri per il Servizio Sanitario Regionale, se si trasferisse una quota di pazienti dializzati dai centri pubblici ai centri privati, ci limitiamo a ripercorrere la normativa vigente per la emodialisi.
Il trattamento emodialitico si configura come prestazione ambulatoriale e come tale è remunerata dalla Regione Basilicata, sia ai Centri pubblici che ai Centri privati accreditati, con le tariffe indicate dal D.M. 22 Luglio 96 e recepite con D.G.R 9645 del 30.12.97 che riflettono il costo medio rilevato del trattamento annuo per paziente.
Il trattamento emodialitico bicarbonato standard cod. 39.95.4 è tariffato a euro 165,27 per singolo trattamento, il trattamento emodialitico “altra emodiafiltrazione “ (on – line ) cod. 39.95.7 è tariffato a euro 258,23 per singolo trattamento.
Indicazioni nazionali ed in diverse Regioni d’Italia prevedono che, nelle strutture pubbliche, per esigenze cliniche, il 30-40% del totale dei pazienti effettuino il trattamento emodiafiltrazione on-line mentre il 60-70% dei pazienti vengano trattati con terapia emodialitica standard.
Le tariffe sopra riportate sono comprensive di farmaci ed indagini di laboratorio connessi al trattamento emodialitico.
Nel Piano Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) per la malattia renale, approvato dalla giunta regionale con delibera n.316 del 29/5/2019, si evince che, i due centri lucani privati accreditati, effettuano quasi il 100% dei trattamenti emodialitici “altra emodiafiltrazione “ (on – line ) cod. 39.95.7, per intenderci quella più costosa per il Servizio Sanitario Nazionale e Regionale e più remunerativa per il privato, mentre nei centri dialisi pubblici tale metodica viene praticata solo per il 27% dei pazienti.
Ci sorprende che, né la Regione Basilicata né l’Azienda Sanitaria di Potenza, non abbiano mai rilevato questa profonda differenza e non si siano mai chiesti perché continuare a corrispondere alla struttura privata € 258,23 per ogni dialisi, mentre il 71% della dialisi pubblica è tariffata a € 165,27.
C’è da chiedersi quante dialisi monosettimanali effettua il privato e quanti specialisti nefrologi sono presenti in ogni turno di dialisi.
Inoltre la determinazione dei costi dialitici è un operazione abbastanza complessa che richiede la valutazione di diversi fattori e una differenziazione, ad esempio, tra centri pubblici che operano all’interno di piccoli ospedali e centri presenti in ospedali con rianimazione e utic, se esiste una nefrologia o meno, il tipo di trattamento ed altri elementi.
Infine vale solo la pena di ricordare che la missione del Servizio Sanitario Nazionale è la cura e la tutela della salute e della vita nell’esclusivo interesse dell’ammalato. Esso rappresenta una conquista sociale e di universalità a difesa della dignità di tutti. La prevenzione e diagnosi precoce delle malattie renali, il rilevamento epidemiologico, attraverso la tenuta di un registro regionale degli uremici, il coordinamento di tutti gli interventi preventivi e curativi, il monitoraggio e coordinamento di tutti i Centri Dialisi periferici, ivi compressi i centri privati accreditati e l’attività domiciliare, la formazione e l’aggiornamento del personale, il ricovero e la riabilitazione del paziente nefropatico, la ricerca, la terapia del dolore, l’attività di trapianto: tutte attività che possono essere garantite dalle Unità ospedaliere PUBBLICHE di riferimento.
Esse si fanno carico di tutte le comorbidità che i pazienti ammalati di reni presentano di cui la funzione renale è solo una delle insufficienze d’organo.
L’interesse prevalente del gestore privato è la mera terapia dialitica scaricando sulla sanità pubblica la cura di tutte le complicanze legate alla malattia renale e le terapie assunte da ogni dializzato.
Invece le buone pratiche mediche di prevenzione e diagnosi precoce delle malattie renali, segmento che non interessa alla dialisi privata perché poco remunerativo, permetterebbe al SSN di risparmiare risorse per 2,5 miliardi di euro (Documento di indirizzo per la malattia renale – Ministero della Salute).
Nella speranza di aver offerto validi elementi di valutazione ed analisi ed un elemento di chiarezza per tutto quanto orbita intorno ad una patologia importante ed emergente quale la insufficienza renale cronica e relativa terapia sostitutiva emodialitica.
Set 20