FENASP: ATTENTI ALLE CADUTE SUL GHIACCIO PERCHE’ E’ ANCORA NEGATO IL DIRITTO A PRESTAZIONI DI RIABILITAZIONE FISIOTERAPICA
Purtroppo non accade solo al pilota della F1 Robert Kubica di cadere su una strada lastricata di ghiaccio e dopo l’ingessatura alla caviglia, un paio di settimane fa, di dover far ricorso ad un primo ciclo di prestazioni di riabilitazione fisioterapica. In questi giorni, anche sulle strade innevate e ghiacciate di tanti paesi lucani si sono registrate cadute. I soggetti più a rischio sono gli anziani costretti a far ricorso alle prime cure di pronto soccorso. E dopo, per il ciclo di riabilitazione necessaria al pieno recupero degli arti?
Purtroppo dopo la nostra nuova sollecitazione al Presidente della Regione De Filippo, all’Assessore Regionale alla Sanità Martorano, ai direttori generali dell’Asp e dell’Asm, interessando gli organi politici del Consiglio, – è la risposta della presidente di Fenasp Basilicata, Antonia Losacco – non è cambiato nulla in quanto il diritto alle prestazioni di riabilitazione fisioterapica presso i centri privati accreditati continua ad essere negato. Quindi chi cade sul ghiaccio oltre al danno fisico si prepari anche a superare la malaburocrazia sanitaria.
Quello che continua a ripetersi – aggiunge Losacco – è che l’intera utenza dei servizi di fisioterapia continua infatti ad essere “ostaggio” di interpretazioni burocratiche che, di fatto, non consentono il riconoscimento del diritto alla salute e della libera scelta della struttura a cui rivolgersi. C’è di più: oltre ai disagi cui sarebbero sottoposte persone anziane in caso di ricovero per prestazioni che sono invece normalmente erogabili a domicilio, ci chiediamo quanto costa al Servizio Sanitario Regionale il ricovero in struttura convenzionata (256 euro al giorno) rispetto invece all’intervento del fisioterapista a domicilio rispetto alle poche decine di euro presso il Centro accreditato.
La situazione – secondo la ricostruzione della presidente di FeNASP Antonia Losacco – ha preso origine da una nota del 1° dicembre 2011, inviata al Direttore Generale dell’Asp, all’Assessore alla Sanità e ai Medici di famiglia, dal Segretario della FIMMG dott. Antonio Santangelo, ha “emanato” la seguente disposizione:
“A partire dalla data di ricevimento della stessa, i medici di assistenza primaria si rifiuteranno di effettuare prescrizioni di FKT e invieranno i pazienti presso le strutture aziendali e ospedaliere per la consulenza specialistica e la relativa prescrizione”.
Con questo dictat – commenta Losacco – , praticamente si impone al paziente di rivolgersi esclusivamente al fisiatra pubblico, con plateale compromissione sia del diritto del paziente di determinarsi liberamente nella scelta del medico di propria fiducia, sia del principio di equiordinazione tra strutture pubbliche e private a cui presidio sono state poste le norme della Legge di Riforma Sanitaria. La “direttiva” emessa sta già provocando effetti gravissimi, sia in termini di disservizi a carico dell’utenza sanitaria (soggetta alle lunghe liste di attesa presso l’erogatore pubblico), sia in termini di danni irreparabili alla corretta funzionalità dei centri erogatori privati, costretti ad una drastica quanto del tutto ingiustificata riduzione dell’offerta sanitaria.
Nel nuovo esposto si evidenzia in particolare che “la disposizione impartita dal Segretario FIMMG comporta di fatto un’interruzione del pubblico servizio all’utenza sanitaria, nell’erroneo e gratuito assunto che gli episodi di cattiva gestione delle problematiche relative alle prescrizioni di FKT siano imputabili solo alla modalità prescrittiva dei Medici di M.G., sebbene essi provvedano alla compilazione delle ricette con modalità non dissimili da quelle seguite dai Medici ospedalieri, i quali, in ragione della correttezza del proprio operato, non temono recuperi di somme ai loro danni”.