Riportiamo la dichiaraione del consigliere regionale Enzo Acito sul possibile utilizzo delle royalties in Basilicata.
Il tema era già stato affrontato in consiglio lo scorso 10 luglio, in merito al tema della Magna Carta, e dell’accordo con Total, e già allora il Consigliere Acito aveva fatto presente l’esistenza di uno strumento “operativo” da considerare per un indirizzo concreto delle azioni della politica. “Basilicata: energie per un futuro sostenibile”, è il nome del documento di analisi del comparto economico lucano, firmato da The European House – Ambrosetti, primo think tank privato italiano, su commissione Total.
“Questo documento si fa carico di studiare un pezzo dell’economia della Regione, e noi potremmo utilizzarlo per individuare alcuni percorsi di ottimizzazione di una parte delle risorse provenienti dalle royalties. Il Piano Strategico dovrebbe trarre spunto dai dati declinati nel documento, presentato pubblicamente tra la fine del 2018 e gli inizi del 2019; molti di questi dati vengono acquisiti dalle indagini ISTAT 2018, e fornisce alcuni spunti di riflessione importanti, che riporto in sintesi: 1)perché un’impresa dovrebbe insediarsi qui e non altrove, 2) perché un’impresa che è già presente, dovrebbe decidere di rimanere in questo territorio, 3) perché un contribuente o una famiglia dovrebbero decidere di risiedere e contribuire qui in Basilicata, 4) perché un talento dovrebbe decidere di lavorare qui e non altrove, 5) perché un turista dovrebbe decidere di venire qui 6) perché uno studente dovrebbe venire a studiare qui e non altrove. In queste sei domande c’è l’essenza della strategia di sviluppo della Regione. Se noi riusciamo a dare risposte a queste sei domande, avremo costruito e tracciato un percorso, e per fare questo serve un progetto e una visione strategica e noi dobbiamo dare, proprio razionalizzando ed utilizzando una parte delle royalties del petrolio, messe a disposizione dal governo regionale, per poter consentire la costruzione di questa strategia.
In concreto, la Basilicata si trova a dover fronteggiare diverse criticità: “Siamo al penultimo posto come regione rispetto al PIL pro capite con 20.000 euro ad abitante rispetto ai circa 26.000 euro della media nazionale
Inoltre, negli ultimi trent’anni la Basilicata ha perso 36.000 abitanti, abbiamo una flessione di popolazione del 6%, in controtendenza rispetto alle altre regioni meridionali. Stanno meglio di noi, ma non benissimo, il Molise e la Calabria, che hanno una flessione del 4%. In controtendenza rispetto alla media del Mezzogiorno d’Italia che, invece, sta tenendo rispetto a questo fenomeno di desertificazione demografica”.
La Basilicata, rispetto all’emigrazione intellettuale, cioè i ragazzi che vanno via, è purtroppo in testa, con una dispersione del 43,7% rispetto a una media del Mezzogiorno del 25%.
Sempre dal Rapporto Ambrosetti, riporto il segreto della attrattività di un territorio, cioè le tre “T”, che sono la Tecnologia, i Talenti e la Tolleranza. Questo è un territorio che sta già predisponendo una propria disponibilità a puntare sulla nuova Tecnologia che, quindi, diventa un elemento fondante rispetto a quello che deve essere il percorso da adottare. Sui Talenti abbiamo bisogno di diversificare l’offerta che viene non solo dall’Università di Basilicata, ma anche dalle altre Università Meridionali. Sulla Tolleranza, questo è un territorio che, per il basso indice di delinquenza, e soprattutto per la capacità di attrarre potenziali investitori, ha tutti gli elementi perché questo processo si possa innescare”.
E quindi Acito propone “di prendere una parte delle royalties dal petrolio e innervarle per innescare processi di attrazione di investitori sull’alta tecnologia; probabilmente abbiamo individuato una strada anche per costruire una visione del futuro della Regione Basilicata e dell’ intero Mezzogiorno. Anche il neo Ministro del Mezzogiorno, già vice direttore Svimez, in visita a Matera la scorsa settimana, ha dichiarato che il Mezzogiorno, e quindi anche la Basilicata, potrebbe creare 200.000 posti di lavoro investendo sull’innovazione e sulle imprese culturali e creative . E la Basilicata è già ben avviata, con l’esempio di Matera città, che può diventare volano di sviluppo per tutta la Regione, specificando che il progetto non è solo per Matera città, ma tutta la regione potrebbe essere trascinata dall’esecuzione dell’ Hub per la ricerca e l’ innovazione di San Rocco a Matera. Al Bando internazionale hanno risposto 13 imprenditori che si insedieranno nell’ Hub insieme all prestigiosa presenza del Consiglio Nazionale delle Ricerche; questo significa ulteriore elemento di sviluppo da costruire sul territorio. A Matera è prevista anche la Cittadella della tecnologia con un finanziamento di 16 milioni per costruire un altro pezzo degli investimenti sull’alta tecnologia”.
“Ora entriamo nel cuore, qualche dato importante che servirà a costruire questo processo. Il sistema di ricerca e innovazione della Basilicata spende lo 0,6% del proprio PIL e gli addetti Ricerca e Sviluppo in Basilicata occupano l’ultimo posto in Italia con 1,6%. Significa che siamo la Regione che investe meno in Ricerca e Sviluppo, ma siamo una Regione che nel 2020 avrà tutti i Comuni dotati di fibra a 30 mega. Abbiamo la possibilità di innescare un’economia digitale sulla rete che non ha tempi lunghi come quelli dell’infrastrutturazione materiale. Oggi si parla di sviluppo, ma quando parliamo di sviluppo, non parliamo solamente di realizzare infrastrutture materiali. La decrescita demografica della regione non ci consente di temporeggiare ulteriormente, perché se pensiamo di innervare ulteriormente la regione Basilicata solamente con le Infrastrutture materiali , i tempi di esecuzione che sono oltre 10 anni, non consentiranno a questa regione Basilicata di frenare l’emorragia demografica che è già in atto, quindi dobbiamo puntare anche a qualcosa di più innovativo e più veloce, cioè l’infrastrutturazione immateriale, dove siamo competitivi in Italia e in Europa. Se immaginiamo di prendere una parte delle royalties dal petrolio e innervarle nel sistema dell’ Hi-Tech, potremmo innescare processi di attrazione di investimenti sull’alta tecnologia; avremo, così, probabilmente individuato una strada anche per costruire una visione del futuro della Regione Basilicata. Questo significa che con le aree interne, tutte infrastrutturate con la fibra a 30 mega, possiamo immaginare insediamenti anche di microimprese con investimenti sulla hi-tech e potremo iniziare a ribaltare e a modificare il percorso di desertificazione delle aree interne e pensare che le microimprese vi si possono insediare anche facendo un’operazione di controllo del territorio, quindi anche sotto il profilo del monitoraggio inerente il dissesto idrogeologico. Allora tutto questo non dobbiamo guardarlo come un progetto che si ferma a Matera città, ma pensare che questa possa diventare la locomotiva che può trascinare il resto dell’economia in tutta la regione, perché se puntiamo ad attrarre investitori utilizzando le royalties e una parte delle royalties nel settore delle alte tecnologie, possiamo consentire per esempio interventi di defiscalizzazione a favore degli investitori, con Matera che funziona da locomotiva contribuendo, così, a cambiare radicalmente l’economia di questo territorio”.
In conclusione “auspico che il Piano Strategico, in elaborazione, contenga questa proposta e rappresento al Presidente Bardi ed alla Giunta l’opportunità che, nelle interlocuzioni con Total e con ENI, questa visione possa diventare elemento fondante per lo sviluppo della Regione Basilicata, per evitare di perdere un’altra grande e forse unica occasione residua”.