I Consiglieri del gruppo C.R.D., Antonio Melfi, Antonio Mangiamele e Roberta Di Dio denunciano quanto approvato dalla maggioranza nell’ultima seduta del Consiglio Comunale di Tricarico sul regolamento sul diritto di accesso agli atti dei consiglieri.
Il consiglio comunale di Tricarico nella seduta del 25 settembre 2019 ha approvato, voto contrario dei consiglieri del gruppo “Cristianamente Riprendiamo a Dialogare”, un regolamento sul diritto di accesso dei consiglieri che sancisce l’avvento della censura e la estromissione di fatto dei consiglieri, quelli di minoranza in modo particolare, anche dal Comune, inteso come luogo fisico. Innanzitutto non è stato consentito procedere alla lettura articolo per articolo del regolamento, poiché il Sindaco, usurpando i poteri del Presidente del Consiglio, ha affermato che tale procedura avrebbe portato via molto tempo (“e così facciamo notte”). Gli ha fatto eco, immediatamente, con notevole spirito di servizio, il Presidente del Consiglio, sicché ai consiglieri del C.R.D., molto probabilmente i soli ad aver letto e studiato preventivamente l’approvando regolamento, è stato impedito di esporre le proprie osservazioni e di proporre modifiche agli articoli: il sistema imperioso ordinato dal sindaco è stato quello di dare mandato di leggere, tutto d’un fiato e anche rapidamente i 17 articoli di cui il regolamento si compone, di fare esporre, tutte insieme, le eccezioni e/o proposte di modifica, di mettere a votazione l’intero regolamento in blocco. E questo perché trattavasi di regolamento di accesso dei consiglieri!
Ignorando il principio essenziale ed imprescindibile della gerarchia delle fonti il regolamento autoprodotto ed autoapprovato dai consiglieri di maggioranza, con l’assenso del proponente nella persona del responsabile dell’Area Amministrativa, dott.ssa Anna Piscinnè e della segretaria comunale dott.ssa Carmen Ruggeri, rende carta straccia l’art. 43 del TUEL, varie sentenze della Corte di Cassazione (come la n. 39706 del 12 ottobre 2009) , sentenze del Consiglio di Stato (la più recente sez. V., sentenza n. 2486 del 08/06/2018), sentenze di T.A.R. di varie regioni (l’ultima del TAR di Basilicata, n. 00599/2019 del 10/07/2019). Ma si spinge anche oltre, addirittura a ledere principi garantiti costituzionalmente, nel momento in cui vieta ai consiglieri comunali di recarsi presso gli uffici comunali se non in determinati giorni e a determinati orari.
L’articolo 13 recita infatti: «Al fine di non recare gravi interruzioni all’attività degli uffici, all’accesso dei Consiglieri sono riservati i seguenti giorni: lunedì, mercoledì e venerdì nelle seguenti fasce orarie: dalle 9,00 alle 12,00.» Davvero un abominio: “accesso” inteso non nel senso di poter richiedere e prendere visione, quindi “accedere” agli atti amministrativi così come inteso in tutti i dispositivi di legge in materia, ma in quanto accesso fisico, cioè “entrare” materialmente della sede municipale. Ne consegue che ai consiglieri comunali che svolgono una attività lavorativa antimeridiana si preclude, di fatto, la possibilità di essere presenti nella Casa Comunale e di avere accesso agli Uffici; ora ci si aspetta che per bloccare l’accesso/entrata fuori dai giorni e dagli orari stabilitivenga collocato un addetto/guardiano a sbarramento sulla porta di ingresso del comune. Nonostante una ricerca capillare di altri regolamenti in materia emanati in altri Comuni, da cui, con l’ormai consueta tecnica del copia/incolla, si sia potuti pervenire al regolamento approvato ieri dal comune di Tricarico, in nessun di questi è dato trovare un articolo così devastante e contrario ad ogni principio di tutela della libertà individuale.
Per queste ragioni, i consiglieri del gruppo C.R.D., Antonio Melfi, Antonio Mangiamele e Roberta Di Dio, come hanno dichiarato e messo a verbale nella seduta consiliare, si sono riservati di perseguire le vie legali a salvaguardia di libertà inviolabili e di principi stabiliti dalla legge e rimarcati da atti e pareri giuridici e ministeriali.