Nomine di competenza del Consiglio Regionale, La Basilicata Possibile: “Occasione di confronto con il territorio?”. Di seguito la nota integrale.
Il prossimo 2 ottobre scadrà il termine per la presentazione delle candidature per le nomine e le designazioni di competenza del Consiglio regionale, candidature da presentarsi in riscontro all’avviso pubblicato in data 2 settembre scorso, reperibile sul sito del Consiglio Regionale di Basilicata. Si tratta di diverse nomine inerenti la amministrazione di enti subregionali o funzioni consultive e di
controllo.
Alcune di queste posizioni hanno un ruolo di una certa rilevanza (ad es. amministratori delle ATER di Potenza e Matera, componenti del comitato di amministrazione dell’ARDU, presidente del Parco Naturale Gallipoli Cognato – Piccole Dolomiti Lucane), a cui può corrispondere un compenso parametrato percentualmente all’indennità di carica dei consiglieri regionali.
Altre nomine hanno un “peso” meno strategico e non prevedono una retribuzione o, in taluni casi, contemplano un limitato gettone di presenza.
La normativa prevede che siano gli ordini professionali, le associazioni, gli enti pubblici o privati operanti nei settori interessati, le organizzazioni sindacali, le fondazioni e i singoli cittadini a poter presentare le proposte di candidatura, che devono esse accompagnate da una dichiarazione del candidato riportante i requisiti previsti dalla norma ed indicante le competenze possedute.
Non sappiamo se il tema delle candidature in questo mese di settembre sia stato all’ordine del giorno nei dibattiti dei soggetti potenziali proponenti e tuttavia, a distanza di pochi giorni dalla scadenza dell’avviso, laddove ciò non fosse avvenuto, sarebbe opportuno che lo fosse. Perché altrimenti sarebbe ben triste una classe politica lasciata da sola a definire l’allocazione degli uomini rispetto a ciò che i più malevoli definirebbero con limitata fantasia il “sottobosco della politica”.
Un Consiglio regionale non sollecitato, se non addirittura incalzato dalla società civile, potrebbe trovare al suo interno la tentazione di agire per“completare il tabellone” e magari ripagare in questa occasione coloro i quali, sodali alla causa politica, finora non hanno trovato adeguata collocazione.
Ci piace invece immaginare che possano esservi condizioni in base alle quali gli eletti nel Consiglio sappiano recepire le proposte di competenze dagli attori del territorio, cogliere i suggerimenti di azione che sottendono a candidature che non spuntano come funghi ma che sono la punta più avanzata di percorsi collettivi strutturati, dimostrando così di saper recepire e valorizzare quanto di positivo c’è sul territorio. Ci auguriamo, d’altro canto, che le rappresentanze degli interessi collettivi (associazioni, sindacati, ordini) vivano questa circostanza come possibilità di confronto aperto con il nuovo assetto di governo regionale, trovino dunque le condizioni per superare storie ed interessi soggettivi e per proporre insieme ai nomi percorsi di crescita comune, ciascuno nel legittimo esercizio delle proprie prerogative.