Notizia buona, quella delle ordinanze emesse dal Gip di Potenza ed eseguite dai Carabinieri contro il clan Schettino con base a Scanzano Ionico. Nove persone arrestate, ma 46 ordinanze cautelari adottate già in precedenza, il disvelamento di cerimoniali e crimini di dominazione sul territorio, non ci sorprendono. Può stupire solo gli sprovveduti che un gruppo mafioso possa accestire e slargarsi sul territorio con facinorosa effettualità. Purtroppo le Forze dell’Ordine ci arrivano quando il fenomeno si è slargato.
È chiaro che la società d’intorno non corrisponde del tutto ai suoi doveri civici. Nel silenzio, ora sottomesse dalla connivenza, ora intimorite, ora semplicemente distratte dalla fatica dei giorni, le nostre popolazioni trascurano il non impervio dovere di denunciare e si ritrovano in una insicurezza di vita e di economia che perdura da anni. Le minoranze dinamiche antiracket e antiusura, troppo minime, non bastano con le bandierine e i convegni periodici a smuovere la maggior parte dei cittadini cui qualche analista frettoloso potrebbe addebitare severamente il consenso sociale alla criminalità.
È ancora necessaria una mobilitazione generale delle coscienze proprio a partire dalle stesse comunità ferite. Istituzioni statali, Forze dell’Ordine, Chiesa, Scuole, corpi intermedi e il meglio della società civile di Scanzano, Policoro e dintorni, dimostrino che esistono e provvedano da sé a contrastare ogni prevaricazione.
La Fondazione Lucana Antiusura “Mons. Vincenzo Cavalla” e l’Associazione Regionale Antiracket e Antiusura “Famiglia e Sussidiarietà” sono pronte schierarsi come parte civile a favore delle vittime.