Si è svolto questa mattina anche a Matera il terzo sciopero mondiale per il futuro. Punto di riferimento per la partenza e l’arrivo della manifestazione la centralissima piazza Matteotti, con il corteo che ha attraversato via don Minzoni, via Ascanio Persio, piazza Vittorio Veneto e via Roma.
La manifestazione è stata promossa dalla Rete degli Studenti Medi della Basilicata, che fin dall’inizio e con convinzione il movimento internazionale “Fridays For Future” promosso dalla studentessa svedese Greta Thumberg, realizzando grandi mobilitazioni sull’intero territorio regionale nella data dello scorso 15 marzo e del 24 maggio in occasione dei ‘Global Strikes for the Climate’. Analoga manifestazione si è svolta anche a Potenza. Studenti e cittadini e rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Uil sono scesi in piazza in tutta la Basilicata, rispondendo all’appello dei giovani che chiedevano un gesto concreto a tutta la cittadinanza, per spronare la politica e le istituzioni ad agire e modificare lo status quo.
Gli scienziati affermano da tempo che l’aumento della temperatura terrestre è la causa principale delle catastrofi naturali che stanno colpendo il nostro pianeta con maggiore frequenza in questi anni. L’ultima testimonianza è data dall’Uragano Dorian che ha colpito le Bahamas nelle scorse settimane con una violenza inaudita, provocando morte e distruzione. La necessità di far fronte al sostentamento di una popolazione mondiale in aumento sempre più costante porta ad una produzione sfrenata che è causa diretta dell’innalzamento della temperatura terrestre. Il polmone verde del pianeta è in fiamme a causa di un sistema che sfrutta il territorio amazzonico, non tutelando la popolazione locale e l’intero pianeta, che ne subisce le conseguenze.
È necessario invertire la tendenza di innalzamento della temperatura del pianeta per ridurre le catastrofi che stanno colpendo lo stesso. Secondo il report dell’IPCC del 2018 restano all’uomo solo 11 anni per modificare le sue abitudini ed evitare così di arrivare ad un punto di non ritorno nel 2050.
Le mobilitazioni costanti dell’ultimo anno hanno interessato le maggiori parti politiche nazionali ed internazionali. Negli USA, Bernie Sanders ha proposto durante la sua campagna elettorale il più grande piano di investimenti della storia, per convertire l’economia americana in ecosostenibile. Al contempo, la nuova Commissione Europea presenta al suo interno varie figure deputate a garantire la tutela ambientale. Fin quando non saranno attuate azioni concrete per la salvaguardia del nostro pianeta sarà essenziale continuare le azioni di mobilitazione per invertire l’attuale tendenza ad autodistruggerci.
In parallelo alla situazione globale è indispensabile agire localmente a tutela della popolazione e del territorio lucano.
Da tempo diversi movimenti ambientalisti denunciano una situazione di opacità e mancanza di trasparenza all’interno del settore petrolifero che ha portato, negli anni, ad insinuare il dubbio nella cittadinanza che gli organismi preposti al controllo delle attività di estrazione non siano più in grado di essere considerati super partes e al servizio della collettività. Sono attualmente in corso le indagini sullo sversamento di idrocarburi provenienti dai serbatoi del COVA di Viggiano, che hanno portato all’arresto di un dirigente ENI con le accuse di disastro ambientale, abuso d’ufficio e falso ideologico commesso da pubblico ufficiale. Ciò rappresenta l’ennesima dimostrazione di come la nostra Regione sia ormai da anni al centro di attività di sfruttamento indiscriminato del territorio e delle risorse naturali, con seri problemi di rispetto delle norme e delle leggi in materia.
In occasione della terza data di mobilitazione internazionale del 27 settembre 2019, la Rete degli Studenti Medi Basilicata, con l’appoggio degli studenti delle scuole di tutta la provincia e in collaborazione con Legambiente Basilicata, rilancia la sfida per la lotta al cambiamento climatico e all’economia basata sulle fonti fossili. Nella data del 3° Global Strike for the Climate il movimento si dà appuntamento nelle piazze di Matera e Potenza per riaffermare la necessità di un cambio di passo radicale sul piano economico, politico e ambientale nella nostra Regione.
L’appuntamento del 27 settembre non rappresenta soltanto l’ideale unione del movimento lucano con quello italiano e internazionale, ma diventa dirimente per un’azione sociale sul tema petrolio nella nostra terra; in particolare, alle richieste generali di un nuovo sistema economico e di sviluppo basato sulla decarbonizzazione e sulle fonti di energia rinnovabile si uniscono quelle specifiche di un’azione forte e senza sconti di tutte le istituzioni legate all’industria del petrolio in Basilicata.
Con la mobilitazione regionale, la Rete degli Studenti Medi Basilicata porterà in piazza le seguenti rivendicazioni:
• Dichiarazione di emergenza climatica e ambientale della regione Basilicata
• Stop a nuove estrazioni e a nuovi permessi di ricerca su tutto il territorio regionale;
• Avvio in tempi brevi e certi di una exit strategy per la Basilicata dal petrolio e dalle fonti fossili nel loro complesso;
• Realizzazione di un piano straordinario di bonifica del territorio della Val d’Agri interessato dalle estrazioni e dagli sversamenti di idrocarburi;
• Avvio di una politica energetica regionale basata sulle fonti rinnovabili, affiancato ad una rimodulazione della legislazione regionale sul “mini-eolico” che deve necessariamente riassumere la propria funzione legata all’autoproduzione, stralciando la legge regionale del 13 marzo 2019.
Il movimento, che ha già visto scendere in piazza studenti e cittadini il 15 marzo e il 24 maggio scorso, ha l’ambizione di ampliare il proprio raggio di azione a quanti più soggetti sociali e associativi possibili, puntando sulla creazione di una vera e propria Alleanza Sociale per il Clima in Basilicata. Per questo motivo, la mobilitazione regionale non si fermerà soltanto alla data del 27 settembre, ma si amplierà con incontri pubblici nella settimana successiva alla mobilitazione, per permettere ai cittadini di ricevere le giuste informazioni e alle organizzazioni interessate di contribuire alla realizzazione di un percorso ampio e condiviso di stimolo della comunità regionale su questi importanti temi.
Le assemblee pubbliche saranno occasione di confronto, unione e rafforzamento per tutti coloro che si ritrovano nella lotta ai cambiamenti climatici e allo sfruttamento indiscriminato e criminale della nostra Regione, utilizzando gli strumenti di mobilitazione democratica e non violenta come pungolo per spronare la politica locale e nazionale ad agire e a fare, davvero, gli interessi dei cittadini lucani.
La fotogallery del terzo sciopero mondiale per il futuro a Matera (foto www.SassiLive.it)