“Il Patrimonio geologico della Basilicata e valenze culturali: censimento, schedatura e valorizzazione dei geositi”. E’ questo il tema di grande interesse discusso oggi presso il Campus Universitario di Macchia Romana alla presenza di rappresentati appartenenti al mondo della ricerca, della Pubblica Amministrazione e dell’Ordine professionale dei Geologi di Basilicata.
Il geosito può essere definito come un vero e proprio bene naturale non rinnovabile, presente sul territorio e inteso come elemento di pregio scientifico e ambientale del patrimonio paesaggistico. Si tratta di elementi naturali, di peculiarità geologiche che testimoniano direttamente i lunghi processi che hanno formato e modellato il pianeta Terra fornendo un contributo indispensabile alla comprensione della storia geologica di una regione, rappresentando delle valenze di eccezionale significato per gli aspetti paesaggistici e di richiamo culturale e didattico.
A tal proposito, la Regione Basilicata ha approvato il 13 agosto 2015 la Legge Regionale n. 32 “Conservazione e valorizzazione del patrimonio geologico” puntando principalmente sull’aspetto geologico-culturale dell’identità del territorio regionale: la comprensione del paesaggio inteso come realtà viva e non come oggetto da museo, con le sue testimonianze geologiche, paleontologiche, ecc. capaci di tradursi in fruibilità da tutta la collettività.
Gli intrinseci valori geologici e naturalistici di numerose zone del territorio lucano trovano al contorno una serie di fattori di convergenza che ne aumentano l’interesse e le potenzialità, come ad esempio la presenza di siti d’interesse archeologico, andando così a costituire un insieme di particolare rilevanza anche storica, paesaggistica e ambientale.
In tal senso il Presidente dei Geologi di Basilicata Gerardo Colangelo ha evidenziato come “un geosito testimonia in modo unico gli eventi geologici e geomorfologici che hanno caratterizzato la storia di una regione e contribuito a definire i suoi paesaggi e che, come tale, deve essere valorizzato e preservato con le sue caratteristiche esemplari che lo rendono elemento fondamentale per la promozione del territorio, con positivi riflessi sulle attività educative, di turismo culturale e ricreative”.
Durante la giornata di lavoro sono stati presentati i primi risultati di censimento dei geositi relativi ai Comuni di Pietragalla (rilevatori geol. Donato Lacava e geol. Salvatore Laurita), Oppido Lucano (geol. Antonio Riviello e geol. Mary William) e Acerenza (geol. Giovanni Soldo e geol. Rosy Colaiacovo) per la Provincia di Potenza mentre per la Provincia di Matera i rilievi hanno riguardato i Comuni di Irsina (geol. Stefania Pascale, geol. Donato Masiello e geol. Antonietta Cilumbriello), Tricarico (geol. Simone Piedilato e geol. Franchino Giancristiano) e Calciano (geol. Domenico Marino e geol. Vito Castelluccio).
Grazie alle convenzioni tra Regione Basilicata, Ufficio Geologico (Dirigente Marika Bruno) e Ordine dei Geologi di Basilicata (Presidente Gerardo Colangelo), Università degli Studi della Basilicata (Prof. Mario Bentivenga) e IBAM-CNR (dr. Maurizio Lazzari) è stato possibile portare a termine questa prima fase di lavoro, la cui sinergia tra i diversi protagonisti coinvolti rappresenta una ottima base per il prosieguo delle attività previste su tutto il territorio regionale. Pertanto l’identificazione, il censimento, gli studi e la schedatura dei geositi formano il patrimonio geologico per cui dalla conoscenza delle peculiarità geologiche è possibile elaborare una carta degli itinerari geologico-ambientali per ambiti territoriali significativi, mirata a mostrare attraverso percorsi escursionistici, corredati da schemi esplicativi e da testi divulgativi, quei luoghi espressione della nostra ricchezza. Solo in questo modo riusciremo ad incrementare la divulgazione delle conoscenze geologiche, la valorizzazione e la fruizione del patrimonio geologico – conclude Colangelo.
Il Geoturismo è un nuovo modo di fare turismo che negli ultimi anni ha preso sempre più piede tra coloro che sono alla ricerca di nuove mete, lontane dal turismo di massa, rappresentando un possibile sbocco lavorativo per i giovani geologi. Del resto la presenza sul territorio regionale di due parchi nazionali e tre parchi regionali rappresenta un biglietto da vista da fare invidia.
Finalmente – afferma Alberto Caivano, Direttore Generale del Dipartimento Infrastrutture, riusciamo a raccogliere i primi frutti della L.R. 32/2015 che vede il Dipartimento Infrastrutture porre la massima attenzione sulle attività che interferiscono con i geositi mettendo in campo tutti gli sforzi necessari per l’estensione degli studi a tutto il territorio regionale, la salvaguardia e la valorizzazione degli stessi con azioni trasversali strutturali e non strutturali.