Nel riconoscimento sociale dei nonni in occasione della festa dei nonni non ci può essere spazio per la retorica perchè oggi gli anziani, più dei giovani, rappresentano il vero motore dell’economia. Per questo, oggi più di prima, è necessario rivalutare il ruolo degli anziani nella società partendo. A sostenerlo è la Uil Pensionati di Basilicata che ha coniato lo slogan “Chi trova un nonno trova un tesoro”. Si prendono cura dei nipotini, contribuiscono alla gestione della casa e risolvono anche i problemi in famiglia. Se ipoteticamente percepissero uno stipendio, sarebbe quantificabile in 2.250 euro al mese. Tanto valgono i loro infiniti compiti svolti . Se si prendono in considerazione tutte le attività svolte dai nonni, e le relative paghe orarie riconosciute a chi esercita gli stessi mestieri come professionista, attingendo a un database di 400.000 lavoratori, suddivisi su 500 categorie di servizi: si va dal passaggio in macchina per portare a scuola i nipotini, per il quale un autista privato avrebbe un compenso di circa 18 euro all’ora. Poi i tanti piccoli lavoretti domestici, dal sistemare la perdita del rubinetto al cambiare una lampadina (una colf può costare fino a 15 euro l’ora, mentre il tuttofare ha un costo medio di 25 euro ogni mezz’ora di servizio). Quindi la cucina, con le gustose e inimitabili ricette tradizionali dei nonni: uno chef a domicilio costerebbe 55 euro l’ora. C’è anche il tutoraggio per svolgere i compiti, che potrebbe costare fino a 20 euro l’ora, ma anche chi si occupa dell’organizzazione di feste di compleanno o momenti di svago per nipoti: come animatori i nonni dovrebbero ricevere un onorario di 50 euro. E poi quella consulenza psicologica che solo i nonni, grazie alla loro saggezza ed esperienza, sanno ripartire: se fosse remunerata potrebbe costare fino a 55,00 euro all’ora.
Per il segretario regionale della Uil Pensionati Vincenzo Tortorelli nella giornata in cui si celebra in tutto il Paese la festa dei nonni insieme all’impegno per garantire alle persone anziane a noi più care condizioni di benessere, rilanciamo il “patto intergenerazionale” che eviti lo scontro tra nonni-padri e figli-nipoti in una fase di “contrazione dei diritti” mettendo al primo posto il diritto al lavoro dei giovani e di conseguenza il diritto ad una pensione giusta”.
Nel provare a restituire centralità ai bisogni e alle capacità delle persone – aggiunge – si deve avere il buonsenso di riconoscere alla popolazione più anziana i doverosi meriti e le necessarie attenzioni.
Chiediamo, dunque, con la massima urgenza la riorganizzazione del sistema di assistenza e dei servizi, del long term care e delle politiche di sostegno alla domiciliarità e residenzialità, insieme a una legge quadro sulla non autosufficienza. Esortiamo, inoltre, al potenziamento dello sviluppo di tecnologie e al rilancio delle politiche per la longevità attiva fondate sulla valorizzazione dell’autonomia e che prevedano percorsi di partecipazione sociale, educazione e prevenzione. Riteniamo fondamentale la funzione dell’esperienza e pensiamo sia indispensabile il trasferimento del sapere dai cittadini più saggi verso i nostri giovani, in un ponte tra generazioni in cui vinca l’osmosi del dare e avere.
In sintesi – dice Tortorelli – occorre riformare e rilanciare il Welfare perché non basta il Reddito di Cittadinanza perché sono soprattutto le famiglie con anziani che vivono sulla soglia di povertà ad averne bisogno ma bisogna pensare ad azioni più complesse di welfare. Ciò anche per scongiurare il pericolo che tanti pensionati italiani si trasferiscano in quei Paesi dove la pensione da povertà ha un migliore potere di acquisto.