“Ogni ragionamento sul petrolio e sull’impatto che le future decisioni regionali avranno sul comparto agricolo regionale e, in particolare, su qualche decina di migliaia di ettari di coltivazioni e sugli allevamenti, sul paesaggio e sugli insediamenti turistici rurali, a partire dei territori più direttamente coinvolti, va condiviso. Tutte le rappresentanze del comparto devono essere al tavolo per difendere gli agricoltori e proporre istanze a sostegno dello sviluppo del settore con l’aiuto del governo nazionale, finalmente oggi sensibile al tema dell’ambiente e dell’agricoltura.”
Lo dichiara il Consigliere Regionale Luca Braia di Avanti Basilicata.
“Sostengo, da diverso tempo e con forza, la posizione oggi espressa da Agrinsieme Basilicata, che riunisce le federazioni regionali di Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari. Non coinvolgere – prosegue Braia – tutte le organizzazioni che rappresentano la totalità delle aziende e i produttori di Basilicata, significa non considerare il 10% del Pil Regionale ed un export che supera il 35% di incremento e che poi direttamente si lega ai temi della tutela territoriale e del turismo.
La questione petrolio deve essere considerata a 360 gradi, coinvolgendo la vocazione prevalentemente rurale della Basilicata, oltre che l’immagine faticosamente conquistata negli ultimi anni, di una intera regione che vede nell’economia prodotta dall’agricoltura di qualità e dall’agroalimentare, oltre che da turismo e dalla sostenibilità ambientale, una fetta rilevantissima per lo sviluppo presente e futuro.
L’istanza di Agrinsieme é sintomo di un malessere che avevamo preannunciato e che si sta materializzando. Chiediamo che si ponga immediato rimedio per non disgregare l’unità territoriale e della rappresentanza che negli ultimi 5 anni abbiamo mantenuto, anche a costo di pagare elettoralmente, perché il valore dell’unità regionale vale di più di una ragione di parte.”
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