Il Consigliere comunale di Tricarico, Antonio Melfi, denuncia che al Comune di Tricarico, chiede di rettificare la delibera con cui è stato approvato uno schema di convenzione con l’Agenzia Regionale ARLAB. Di seguito la nota integrale.
Il nuovo corso al Comune di Tricarico sembra portare verso la trasformazione della pubblica amministrazione in una sorta di copisteria:non è la prima volta che si registrano interventi su delibere di giunta immediatamente esecutive, con “correzioni” apportate dai dirigenti che prima esprimono parere favorevole poi dopo un paio di giorni leggono il deliberato e si accorgono che qualcosa non va. E così arrivano avvisi di errata corrige che, secondo una procedura che spetterà agli organi competenti valutare se ammissibile e giustificata dalla normativa vigente, vengono emessi dai dirigenti delle Aree interessate e definiti quali “parte integrante e sostanziale” della deliberazione di Giunta Comunale a cui sono riferiti. Il tutto avviene, naturalmente, sotto l’occhio vigile e attento del Sindaco e con il placet del Segretario Comunale.
L’ultima in ordine di tempo (30 settembre) è una deliberazione di Giunta riguardante la approvazione di uno schema di convenzione con l’Agenzia Regionale ARLAB per la realizzazione di un tirocinio di inclusione: identica deliberazione per identica convenzione era stata approvata dal Commissario con i poteri della Giunta Comunale il 24 maggio, immediatamente esecutiva ma lasciata a dormire fino al giorno precedente il collocamento in aspettativa della dirigente che, in qualità di vice segretaria e di dirigente ad Interim dell’area amministrativa – servizi sociali, avrebbe dovuto dare corso al deliberato.
Gli aspetti formali a dir poco stupefacenti riguardano il copia/incolla fra le due delibere, tanto che si è lasciata l’indicazione del “Commissario con i poteri della Giunta Comunale” come l’organo che dichiara la immediata esecutività, e addirittura la durata della convenzione è stata riproposta sic et simpliciter, con scadenza al 30 settembre: cioè il giorno stesso in cui si approva la nuova delibera, copiata da quella del Commissario, la durata della convenzione è bella e finita.
La delibera recente, come quella del commissario, è “immediatamente esecutiva”: fermo restando che la responsabile dell’area di vigilanza – servizi demografici, che ha dato parere favorevole alla approvazione della delibera, a distanza di 24 ore si accorge di un “mero errore materiale”, cioè tre righi da sostituire; ma non basta, perché dopo ulteriori 24 ore la medesima responsabile si accorge di un altro “mero errore materiale”, cioè un altro rigo da sostituire, e questa volta tocca finalmente al “commissario con i poteri della giunta” che ha lasciato il Comune di Tricarico all’indomani della approvazione di quella delibera dimenticata. Un plauso alla attenzione del sindaco, degli assessori (soltanto due) presenti a quella riunione di giunta, del segretario comunale, della responsabile dell’area amministrativa: tutta questa solerzia concentrata nella sede municipale di Tricarico.
È il caso di ricordare che il sindaco in quanto pubblico ufficiale, e gli incaricati di pubblico servizio (segretario comunale, dirigenti di area) sono assoggettati alla normativa che regola il funzionamento della Pubblica Amministrazione, e chele deliberazioni di Giunta Comunale sono a tutti gli effetti atti a valenza pubblica e dunque assoggettati alla legge. Pertanto non ci sembra che l’avviso di errata corrige, a firma di un responsabile di area,costituisca un atto formale che di per se stesso intervenga a modificare sostanzialmente una delibera senza inficiarne la validità.
Per queste ragioni abbiamo chiesto il ritiro della deliberazione copiata, corretta e ricorretta, perché si proceda poi, in modo lineare e trasparente ad emanare una nuova delibera sul medesimo argomento, fermo restando che ci si chiede cosa sia avvenuto della persona che avrebbe dovuto beneficiare di questo tirocinio di inclusione sociale in dal giorno 3 giugno, e che si trova oggi, quando le ore di questo tirocinio sarebbero dovute essere ormai concluse, senza sapere se e quando potrà cominciare questo percorso di reinserimento nella compagine sociale.