Presentata nel pomeriggio nella chiesa del Purgatorio in via Ridola a Matera la mostra d’arte “Divino” con le opere dello scultore napoletano Domenico Sepe. La mostra resterà aperta fino al 2 novembre 2019 e rientra tra gli eventi organizzati da Antonella Ventura per la rassegna Arte per le Marche. Al vernissage con l’autore hanno partecipato anche Antonella Ventura, che ha fortemente voluto la presenza di queste opere di Sepe a Matera, il sindaco di Matera, Raffaello De Ruggieri, l’assessore comunale al turismo, Mariangela Liantonio e il consigliere comunale Angelo Lapolla e un rappresentante dell’Associazione culturale Oltre l’Arte, che gestisce anche la Chiesa del Purgatorio. Tutti i presenti sono stati omaggiati da Domenico Sepe con una sua opera d’arte.
La manifestazione ha ricevuto anche il patrocinio del Comune di Matera grazie alla sensibilità e accoglienza di Don David Mannarella, della Diocesi di Matera-Irsina e dell’ Associazione culturale Oltre l’Arte, i quali hanno visto nell’opera di Sepe un’occasione di magnificenza e bellezza per Matera nell’anno che la vede Capitale Europea della Cultura.
Domenico Sepe è considerato infatti il “Neo Fidia di Neapolis” nella scultura contemporanea, tanto la sua opera è classica ed imponente.
L’opera di Domenico Sepe affonda le sue radici artistiche nella vastità dell’immenso patrimonio culturale, filosofico e architettonico della Magna Grecia, respira l’estasi del trasporto emotivo, la plasticità e soprattutto, cosa ancora più rara ai nostri giorni, la grandeur della dimensione artistica della sua opera.
Testimone di un concetto universale di bellezza, ne esprime attraverso diverse materie prime una forma figurativa a-temporale quasi sempre a suffragio di un classicismo religioso mai recondito o nascosto, bensì magnificente per linguaggio e plasticità.
Sono questi gli elementi che consacrano Domenico Sepe un artista per i nostri tempi cosi privi di tecnica-arte, un emissario assoluto del neoclassicismo, ove la conoscenza rarefatta di metodo, principii, geometrie e materia lo collocano di fatto nell’olimpo degli scultori neoclassici europei.
Opere come templi, templi come rifugi da un dissacrante concettualismo del nostro tempo ove l’uomo non celebra più la bellezza, la vita, ma la noia, la morte.
A questo Domenico Sepe reagisce con una energia propulsiva liberata dalle sue opere grandi che incarnano il pensiero positivo di sofia. Opere che domano materie prime dal marmo al bronzo, dal bronzo alle crete, fino alle resine e in ognuno vibrano di una dinamicità e uno spazialismo armonico e strutturato rispettando i quattro elementi fondamentali.
E’ naturale quindi nel visitare la sua opera astrarsi dal tempo e compiere un viaggio di secoli e millenni che dalla Napoli sotterranea, dove vive e lavora, arriva alla Magna Grecia, Siracusa fino alla costa ionica per riemergere dalle coste dell’Egeo parlando a un novello Nessuno.
Il Nessuno dei nostri giorni è un ignaro visitatore che davanti all’opera di Sepe può ancora naufragar senza meta.
Al contempo però davanti al suo Cristo aperto, con le braccia aperte al mondo, il visitatore può ritrovare un equilibrio perfetto in armonia tra il cielo e il creato, un’ascesi tra arte e spirito, praticata da Domenico Sepe perfettamente cristocentrica.
Domenico Sepe per la vastità della sua opera e della sua ricerca sarà presente con una sua personale a Matera con diverse sue opere dai bronzi, ai marmi, alle resine mostrando il prezioso lavoro di ricerca della forma nelle materie prime da lui esercitato.
L’artista napoletano omaggia Matera Capitale della Cultura Europea 2019 con un’opera straordinaria “il Cristo a braccia aperte” come simbolo salvifico dell’uomo occidentale che dal sud al cuore della grande madre Europa pontifica l’uomo per l’Uomo.
L’artista Domenico Sepe spiega perchè ha scelto Matera e illustra le opere presenti nella chiesa del Purgatorio: “Matera è stato un incontro con l’origine, quindi siccome la mia mostra racconta il divino, doveva partire da una città eterna e io considero Matera una città eterna. Espongo delle opere che raccontano il divino attraverso la figura di Cristo e degli angeli, partendo da Lilith, la prima donna concepita da Eva insieme ad Adamo, per arrivare agli angeli più terreni, con questi volti di donna e i corpi molto umani ma con le ali che arrivano verso l’alto, quindi contestualizzano l’opera verso il divino”.
Una mostra che incuriosisce i visitatori già all’esterno della chiesa del Purgatorio con la presenza di un volto di Cristo davvero particolare: “E’ un volto che racconta la deposizione di Cristo, quindi caratterizzata dal velo che richiama il sudario ed è un’opera che poggia su questa terra, nella città, questo era il senso della mia idea di collocarla all’esterno della chiesa”.
Michele Capolupo
La fotogallery della mostra d’arte (foto www.SassiLive.it)