“Rendere più efficace l’azione dei forestali attraverso un adeguato investimento in mezzi e strumenti di lavoro e percorsi di riqualificazione del personale, attuazione dell’accordo sottoscritto da Flai-Fai-Uila e Regione Basilicata che prevede già a partire dall’anno in corso l’uscita del bando sul tourn-over, portare a termine l’impegno assunto da parte del dipartimento Attività produttive della Regione di elevare a 102 le giornate lavorative per la platea degli ex percettori di reddito minimo di inserimento: si tratta di 570 lavoratori che in un anno, con 85 giornate lavorative, portano a casa un salario di circa 6.300 euro netti, cifra assolutamente insufficiente per la sussistenza di queste famiglie”.
Sono le richieste del segretario generale Flai Cgil Basilicata Vincenzo Esposito al governo regionale emerse all’incontro “Ambiente e cura del territorio per investire in un nuovo rapporto tra uomo e natura” promosso dalla Flai e dalla Cgil Basilicata con l’obiettivo di mettere al centro il capitale umano nella discussione delle tematiche della cura dell’ambiente e della tutela del territorio, che con sempre più forza si sta attestando nel dibattito nazionale e internazionale grazie al movimento dei giovani per il clima.
All’incontro, che si è svolto oggi al museo archeologico provinciale di Potenza, sono intervenuti anche il segretario generale Flai Cgil nazionale Giovanni Mininni, il segretario generale Cgil Basilicata Angelo Summa, l’assessore regionale alle Attività produttive Francesco Cupparo e l’amministratore del Consorzio unico di bonifica della Basilicata Giuseppe Musacchio.
Esposito ha inoltre chiesto di “fare chiarezza sulle somme necessarie per portare a termine l’esecuzione delle attività forestali di questa annualità” e di “rendere permanente un tavolo di negoziazione tra le parti che abbia la finalità di programmare il finanziamento delle attività per il 2020, evitando di affrontare con approssimazione un’attività cosi importante per il nostro territorio, che coinvolge una platea molto ampia e utile all’intera collettività, circa 5mila lavoratori tra forestale idraulico”. Per i lavoratori forestali derivanti dalle platee del reddito minimo di inserimento ed ex mobilità, per i quali le coperture finanziarie cesseranno nell’annualità del 2020, Esposito ha poi chiesto di “dare a queste categorie di lavoratori un futuro occupazionale che restituisca loro dignità di persone e come tali utili alla società per ciò che sono e per ciò che fanno. Anche per questi motivi – ha concluso – il tavolo di confronto con la Regione Basilicata ci deve portare ad individuare le risorse per l’ingresso di questi lavoratori nel settore della forestazione disciplinata dalla legge 42 del 1998”.
Per il segretario generale Cgil Basilicata Angelo Summa “il tema è dare strutturalità al settore rendendolo quanto più produttivo possibile, unico modo per dare dignità a un settore così importante. La priorità sia considerare il lavoro forestale al apri di altre attività, uscendo fuori dalle logiche di assistenzialismo. I lavoratori forestali sono un grande patrimonio per lo sviluppo della Basilicata, e questo significa renderlo significativo nella determina della scelta di dove collocare le proprie risorse. Spesso investimenti e bandi Pia non hanno prodotto alcuna occupazione, sono stati sterili incentivi alle imprese per fare finta formazione. Non si ragioni più in termini di precarietà sia delle risorse sia dei lavoratori, dando loro agli strumenti: la sfida è investire nella prevenzione e nella cura del territorio, restituendo dignità ai lavoratori. E per fare ciò serve pianificazione”.
Ha concluso il segretario generale Flai Cgil nazionale Giovanni Mininni: “Il lavoro forestale è lavoro produttivo. Il testo unico approvato due anni fa prevede una legge organica per il settore forestale accolta con grande entusiasmo ma che giace ancora al ministero delle Politiche agricole perché mancano sette decreti per renderla attuativa. Chiediamo che quella legge venga approvata subito in quanto permette di guardare al settore con investimenti produttivi che riguardano sia il pubblico che privato, alla sostenibilità sociale ambientale. La Basilicata può essere un modello da questo punto di vista. Occorre differenziare le risorse importanti derivanti dal petrolio, altrimenti avremo un altro territorio sfruttato quando il petrolio finirà. È necessario redistribuire le ricchezze che qui vengono prodotte. Questa battaglia giusta va portata avanti anche con il sostegno dei forestali. Il lavoro forestale è il fulcro attorno al quale le zone interne sono state recuperate, evitando lo spopolamento. È l’unica attività spesso presente in queste zone e non può più essere precaria, va strutturata, tramite interventi mirati verso uno sviluppo più sostenibile. Non possiamo arrenderci al fatto che le aree interne si spopolino, sono la nostra cultura e identità. Le vertenze forestali siano pertanto vertenze che rivendicano la produttività del settore al pari di altri e lo strumento per combattere lo spopolamento delle aree interne”.