Dopo le performance nel carcere di Matera è andata in scena questa sera all’auditorium Gervasio la prima delle due repliche programmate per lo spettacolo Humana vergogna, realizzato nell’ambito del progetto di Matera 2019 Capitale Europea della Cultura “La poetica della vergogna”, co-prodotto da Fondazione Matera-Basilicata 2019 e #reteteatro41 (Compagnia teatrale Petra, Gommalacca Teatro, L’Albero e IAC).
Dopo la tappa di Novi Sad (Serbia) dove è stato premiato come miglior spettacolo del Festival Infant per la particolare espressività nella zona di confine tra teatro e altre arti o campi della creatività, Brindisi il 5 settembre, Podgorica (Montenegro) il 9 settembre e Skopje (Macedonia del Nord) il 16 settembre, Humana Vergogna approva nuovamente a Matera con le repliche dell’8 e 9 ottobre all’Auditorium Gervasio.
Il tour è realizzato grazie al sostegno dei festival balcanici e di Eu Japan Fest. Un supporto significativo viene anche dalla Regione Puglia-Assessorato all’Industria Culturale e Turistica e il Teatro Pubblico Pugliese che, a valere sul Fondo di Sviluppo e Coesione Patto per la Puglia 2014/2020, ha stipulato con #reteteatro41 e Fondazione Matera-Basilicata 2019 un protocollo d’intesa finalizzato a sostenere la programmazione delle produzioni e coproduzioni artistiche pugliesi (l’Accademia Mediterranea dell’Attore di Lecce è partner del progetto La poetica della vergogna) in contesti nazionali ed internazionali, al fine di consolidare la presenza delle stesse all’interno dei più importanti festival e vetrine di richiamo nazionale ed internazionale.
Humana Vergogna attraverso un linguaggio ironico che unisce teatro e danza è una performance che gioca sull’elemento POP e sulla relazione diretta con lo spettatore. Indaga il tema della vergogna individuale e collettiva, familiare e sociale attraverso una costruzione drammaturgica dove il corpo diventa narrazione e conduce lo spettatore in una dimensione ludica.
In scena cinque performer, Mattia Giordano, Antonella Iallorenzi, Mariagrazia Nacci, Simona Spirovska e Ema Tashiro, che si rivelano sotto una pelliccia da orso che funge da schermo protettivo che presto cadrà a pezzi per fare posto a una realtà taciuta fino a quel momento. E allora sarà il tempo di liberarsi, con autoironia e leggerezza, di pesi legati all’anima come massi di pietra, dunque di mostrare obesità, imperfezioni e bellezze del proprio fisico, di confessare davanti a tutti le proprie vergogne. Come quella di una donna di baciare un’altra donna, o la vergogna del diverso, del fallimento, dei pregiudizi. C’è anche la vergogna per il proprio Paese (come a Skopie, dove è consentito ai cittadini di uccidere i cani), o quella di chi è costretto a subire derive autoritarie che legittimano soprusi e iniquità. E “vergogna” è anche la parola (seguita dall’aggettivo “nazionale”) che cinquanta anni fa Palmiro Togliatti scelse per denunciare, all’Italia tutta, le condizioni disumane in cui vivevano gli abitanti di Matera dentro le anguste grotte dei Sassi.
L’invenzione e la drammaturgia della performance sono di Silvia Gribaudi e Matteo Maffesanti con la consulenza drammaturgica di Jeton Neziraj e coreografica di Sharon Fridman, le musiche di Renato Rinaldi e la direzione tecnica e delle luci di Angelo Piccinni.
“Humana vergogna” è una riflessione sulla parola “vergogna” che comincia da un’analisi intima per essere poi condivisa, attraverso le parole e i corpi, in un atto di antagonismo e simbiosi allo stesso tempo. E’ una performance che nasce all’interno di un ampio progetto di ricerca e creazione, “La poetica della vergogna”, che ha coinvolto i detenuti della Casa Circondariale di Matera, le comunità artistiche, scientifiche e gruppi di cittadini tra Italia, Macedonia, Kosovo e Giappone attraverso laboratori, seminari, incontri e residenze artistiche.
Lo spettacolo si sviluppa attraverso una serie di “quadri” di musica, teatro e danza. “Posso piangere”, “Scoreggiare”, La dimostrazione di cosa si è disposti a fare per far aumentare i like sul proprio profilo social, il “Manuale per uccidere i cani randagi”, Cosa si può provare stringendo la mano, guardando gli occhi, abbracciando o baciando uno sconosciuto, “La mia memoria” relativa alle proprie vergogne del passato, “80 kg” che ironizza su chi si vergogna di un corpo “pesante”, il sogno di un mondo libero da pregiudizi. Lo spettacolo coinvolge anche il pubblico, che è stato omaggiato di una corona con la scritta “Happy new shame”, ispirata a quei gadget per festeggiare il Capodanno. Gli spettatori sono invitati a confessare che “non si vergognano di dire che… e dagli spalti arrivano due risposte apprezzabili. “Non mi vergogno di dire che siete stati coraggiosi, non mi vergogno di dire che vorrei che fossero qui con noi i detenuti”. Lo spettacolo si conclude con “La bellezza” e “Nazione”, perchè la vergogna può coinvolgere tutti gli aspetti della nostra vita.
I video di Humana vergogna (SassiLive Tv)
La fotogallery di Humana vergogna (foto www.SassiLive.it)