L’ASP (Azienda Sanitaria di Potenza) stamane ha perfezionato il contratto per l’erogazione di prestazioni di FKT (fisioterapia riabilitativa) con una struttura che ha sede a Francavilla sul Sinni e nuova sede decentrata a Sant’Arcangelo, fingendo di ignorare che secondo la mappatura approvata dalla Regione (con DGR n. 1166 del 13.07.2010) nell’area di Sant’Arcangelo il fabbisogno di prestazioni di fisioterapia e riabilitazione è già soddisfatto. La situazione è talmente chiara che la Giunta Regionale nella deliberazione in questione usa il semaforo: rosso quando la offerta di servizi copre la domanda (come nel caso dell’area di Sant’Arcangelo) e verde in caso contrario.
Del tutto opposto l’atteggiamento dell’ASM (Azienda Sanitaria di Matera) che a fronte di un fabbisogno inevaso nel Distretto di Policoro, contesto territoriale popoloso in cui non vi sono né strutture pubbliche né private che erogano tali prestazioni in regime di convenzione cioè a carico del SSR, utilizza il semaforo verde per oltre € 570.000,00, ma la Direzione Generale si ostina a non formalizzare nuovi contratti. Per restare al semaforo, il rosso dell’ASP corrisponde ad un ammontare di quasi 3,5 milioni di euro che la stessa ASP eroga in più rispetto al fabbisogno individuato.
Ancora una volta, FENASP si vede dunque costretta a denunciare gravissimi episodi di malgoverno della Sanità Lucana, attraverso questi due casi emblematici, per il primo di un abuso e per il secondo di mancata attuazione di una specifica deliberazione di Giunta Regionale.
La Regione Basilicata – ricorda FENASP – ha sempre affermato che essere soggetti autorizzati e accreditati non costituiva vincolo all’erogazione di prestazioni sanitarie in convenzione invocando l’ art. 8 quater D. Lgs 229/99.
L’ASP (Potenza) invece nel caso della nuova struttura di Sant’Arcangelo afferma che è obbligata, pur in assenza di fabbisogno cioè di domanda zero da parte del cittadino a sottoscrivere contratto, perchè trattasi di struttura autorizzata e accreditata; l’ASM (Matera) afferma l’esatto contrario.
All’ASP, visto che non ci sono prestazioni inevase di fkt e quindi la richiesta di prestazioni del cittadino-utente è pari a zero, chiediamo: alla struttura contrattualizzata quali prestazioni pagherà e perchè per anni ha negato ad altre strutture che ricadevano nella stessa situazione questo diritto?
In più occasioni la stessa ASP ha categoricamente tenuto ferma la determinazione di non procedere alla stipula di nuovi contratti ove la mappatura del fabbisogno esprimesse una situazione di soddisfacimento della domanda e ciò in coerenza con la vincolante disciplina in materia nonché del principio di legalità.
All’ASM chiediamo: perchè in presenza di fabbisogno inevaso, si continua a negare il diritto di cura ai cittadini costringendoli a peregrinare nei territori limitrofi con inevitabili disagi?
Purtroppo – sottolinea la FENASP – la situazione generale del settore della sanità privata, in tempi di tagli e piani di rientro, continua ad aggravarsi, in tempi in cui vengono ridotti i LEA spingendo i cittadini a pagare di tasca propria; in tempi in cui si tagliano in modo lineare tetti alle strutture e quindi prestazioni ai cittadini, senza tener conto di quali categorie funzionali alcune strutture assicurano al territorio e ai cittadini, mortificando e punendo le strutture che meglio lavorano; in tempi in cui si obbligano le strutture ad erogare prestazioni oltre il limite del tetto contrattuale senza retribuzione; in tempi in cui si mette in discussione l’eventuale inappropriatezza nell’erogazione di prestazioni di FKT senza mai affrontare il problema della pertinenza e dei nuovi approcci organizzativi.
Non va inoltre sottovalutato l’effetto della disposizione sindacale della FIMMG (Medici di Famiglia-Medicina Generale) con la quale vengono negate ai cittadini prestazioni di cui avrebbero semplicemente diritto, disposizione denunciata più volte e a più Organi senza ricevere riscontro, determinando lunghe liste di attesa oltre che di interruzione di pubblico servizio.
Ancora, non si tiene conto del contributo pluridecennale di queste strutture il cui futuro è reso incerto e difficile da normative ambigue e da continui tagli ai finanziamenti, in cui non viene chiarito il loro ruolo nel nuovo Piano Sanitario e per la Salute
Tutto ciò mentre prosegue lo spreco di risorse che si rileva dal lavoro quotidiano nelle piccole strutture ambulatoriali e che riguarda nello specifico il pagamento delle prestazioni sanitarie di riabilitazione di fkt ad altri soggetti erogatori a prezzo più alto e si continua a sostenere il luogo comune, che essere struttura sanitaria privata significa perseguire guadagno e non si ha il coraggio di assegnare un tetto di spesa procapite e superare le grosse sperequazioni tra strutture a favore di una equa distribuzione territoriale delle risorse.
Accade – continua la nota di FENASP – che si ignora il diritto al lavoro degli operatori che operano in queste strutture e vengono negate compatibilità in presenza di fabbisogno (semaforo verde), salvo poi vedere riconosciuto questo diritto per Sentenza di magistratura. Accade anche che dopo aver investito centinaia di migliaia di euro si applicano sentenze di chiusura di strutture semplicemente perchè vi è un vuoto di normativa o semplicemente perchè si è commesso un errore di valutazione o semplicemente perchè non ci si vuole assumere la responsabilità.