Pietro Simonetti, rappresentante del Tavolo Anticaporalato Ministero del Lavoro esprime alcune riflessioni dopo i risultati dell’operazione anticaporalato nell’Alto Bradano portata a termine dalla Polizia di Potenza. Di seguito la nota integrale
L’esito dell’inchiesta anticaporalto nell’Alto Bradano conferma in pieno il progetto di contrasto al lavoro sfruttato e accoglienza per i lavoratori stagionali attuato dal Coordinamento Politiche Migranti della Regione che ho diretto dal 2014 a Maggio 2019.Il Coordinamento, prima Task Force, dall’inizio ha sviluppato di contrasto al caporalalato anche attraverso indicazioni, segnalazioni e documentazione sulla gestione criminale prima del ghetto di Boreano, eliminato nel 2016,e poi di Le Mattinelle ed altri siti minori. Il rapporto di stretta collaborazione si è strutturata con l’Arma dei Carabinieri di Venosa e successivamente con la Polizia di Stato, la Prefettura di Potenza e l’Ispettorato Regionale del Lavoro. E’stata una inchiesta lunga e complessa che ha accompagnato l’adozione delle misure di accoglienza degli stagioni nei Centri provvisori dell’area. Ricordo che nel periodo citato sono stati ospitati circa duemila lavoratori, sono stati assunti regolarmente oltre tre mila extracomunitari, negli ultimi due anni sono stati sperimentati i servizi di trasporto con navette finanziato anche delle Parti sociali. Dall’inizio delle attività sono state sperimentate le liste di prenotazione, istituiti gli sportelli del Centro dell’Impiego e i punti salute Asp. Questo modello e Stato assunto e apprezzato a livello nazionale ed europeo che negli ultimi due anni ha finanziato due importati progetti aticaporalato per oltre quattro milioni che interessano gli anni 2019/20. Mentre il Ministero dell’interno, attraverso il Pon Legalita’, a messo a disposizione 8 milioni, sei per il progetto Presentato dal Coordinamento per la costruzione del nuovo Centro di Palazzo, bloccato dal Comune e 2 milioni per il Completamento del Centro di Scanzano. Complessivamente il Coordinamento ha ottenuto il finanziamento di 13 progetti per 16 milioni.
L’inchiesta e andata di pari passo con le ideazioni e la progettazione di alternative ai ghetti, alla ospitalità con Progetti innovativi per superare i dormitori e procedere alla inclusione, anche con attività formative e di regolamentazione dei rapporti di lavoro. In questo periodo i caporali non sono rimasti fermi, hanno continuato a costruire baracche, stringendo alleanze territoriali con pezzi di amministrazione locale che hanno prodotto resistenze, ogni anno, verso l’apertura dei dormitori servizi relativi e cosa piu’grave il blocco del progetto del nuovo centro con la ristrutturazione dell’ek tabacchificio.
Nei prossimi giorni sara’approvato il Piano Nazionale Anticaporalato che riprende ed estende i progetti della Basilicata e delle altre regioni che hanno stretto l’alleanza per la eliminazione dei ghetti e la liberazione dei circa 18 mila “nuovi schiavi” che vi abitano e la tutela dei circa 400 mila lavoratori, 60%dei quali migranti’, sotto sfruttamento lavorativo in Italia.
Le Prefetture, le forze di Polizia, l’Ispettorato del Lavoro, la Magistratura conoscono bene il contributo fornito da Coordinamento Politiche Migranti e dal Tavolo Regionale Anticaporalato, non solo nell’ambito dell’inchiesta, ma in particolare per affrontare strutturalmente, specialmente dopo la stipula dei Protocolli, della approvazione della legge 199 nel 2016 e dei progetto sopra richiamati.
Si e’trattato di un lavoro collettivo, di ricerca e sperimentazione che a proiettato la Basilicata al centro dell’iniziativa italiana ed europea.
Non sono mancate le minacce, anche personali, abbiamo voluto perseguire un basso profilo comunicativo durante l’inchiesta che mostrato la professionalità di quanti la conducevano.
Si tratta ora, per dare continuità, all’azione anticaporalato, tenendo anche conto del Piano Nazionale che viene definito per la prima volta in Italia con il totale sostegno della UE che ha stanziato in modo straordinario sessanta milioni.Tocca adesso alla Regione dotare gli uffici della necessaria struttura tecnica di assistenza e attuare i progetti pena la perdita delle risorse.