Se la “reputazione” di cui godono i prodotti alimentari “Made in Italy” all’estero può essere promossa a pieni voti, è bocciatura netta sul fronte della conoscenza della sua straordinaria varietà: gli stranieri conoscono appena il 5% dei prodotti nazionali. A fronte di una produzione nazionale che vanta 5.874 cibi tradizionali e denominazione di origine, sulle tavole dei consumatori internazionali ne arrivano appena 200. Da questa considerazione è nata a Palazzo Italia-Bucarest la piattaforma alimentare “Marketing Italian Food” che, non a caso, ha scelto nel logo la dizione “top quality”. All’estero – evidenzia Giovanni Baldantoni, presidente di Palazzo Italia – è più o meno facile reperire alcuni prodotti simbolo del buon mangiare italiano come l’Aceto balsamico di Modena, il Grana Padano e il Parmigiano Reggiano, i Prosciutti di Parma e San Daniele, ma di altri prodotti come il Caciocavallo Silano o il nostro pecorino, le nostre paste artigianali, tanto per citarne qualcuno, si ignora totalmente l’esistenza. Noi vogliamo innanzitutto far conoscere le produzioni locali, quelle considerate di nicchia e che hanno presente e futuro negli acquisti di ristoratori, catene di ristorazione e consumatori europei. Senza sottovalutare – aggiunge – che è anche grazie a questo enorme gap conoscitivo che prolifera il mercato dei tarocchi, un business che ha fatto dell’Italian sounding il proprio cavallo di battaglia e che muove 60 miliardi di euro ogni anno, scippandoli letteralmente al vero Made in Italy. Una falla di conoscenza e di promozione che si traduce in un deficit di comprensione per i consumatori e in una conseguente difficoltà di posizionamento per i produttori a vantaggio degli altri competitor. Per questo – continua – prima di tutto ci poniamo l’obiettivo di presidiare l’estero con una piattaforma alimentare con un piano di lavoro che si è prefissato di identificare i fattori che influenzeranno in misura determinante il futuro dei generi alimentari nei mercati dell’Europa dell’Est, della Germania, in particolare. Primo su tutti la sensibilità al tema della sostenibilità ovvero la crescente incidenza che criteri sociali e considerazioni di tipo ambientale e salutistico avranno sulla scelta dei prodotti. In secondo luogo, la crescita della richiesta di prodotti regionali; un trend già presente in Germania (e non solo) e che sarà il filo conduttore della spesa dei consumatori alla ricerca di qualità nelle tradizioni locali. Infine, la presenza sempre più evidente sugli scaffali di piatti pronti che faranno sì che i consumatori possano mantenere le loro abitudini alimentari tradizionali pur dedicando meno tempo alla preparazione e alla cottura dei cibi.
Ad affiancare il lavoro di Palazzo Italia c’è la delegazione della Fic Romania-Moldava, presieduta da Enza Barbaro, che sarà impegnata domani a Pietrarsa Napoli per la seconda edizione di Eruzioni del Gusto; il 13 e 14 a Matera alla Festa Nazionale del Cuoco; dal 30 ottobre al 3 novembre a Bucarest alla Fiera Indagra. Una collaborazione preziosissima perchè l’equazione Italia = buona tavola non può ancora essere data per scontata in molte parti del mondo.
Ott 11